Tutela delle fonti e contrasto alla sorveglianza dei giornalisti: una clausola di “salvaguardia” della sicurezza nazionale è al centro del dibattito sul tavolo delle trattative del progetto di legislazione europea sulla libertà dei media (Emfa).
La clausola è stata proposta dal Consiglio europeo al Parlamento ma Reporter Senza Frontiere (Rsf) insiste affinché i negoziatori adottino il regime più protettivo e respingano l’eccezione di sicurezza nazionale. Secondo Rsf, infatti, includere il paragrafo nel testo di legge “sarebbe un segnale molto preoccupante per la libertà di stampa”.
L’obiettivo è raggiungere un accordo entro il 15 dicembre dopo diversi mesi di discussione. Il Parlamento ha proposto un regime di protezione ambizioso, ma il Consiglio ha ribattuto con un sistema meno efficace, che comprende principalmente un paragrafo, all’articolo 4, che stabilisce che le garanzie previste dal progetto “non pregiudicano la responsabilità degli Stati membri di salvaguardare la sicurezza nazionale.
L’insistenza di alcuni stati membri nel mantenere la disposizione fa temere che essa possa mirare o servire ad annientare tutte le garanzie previste dal testo, poiché qualsiasi Paese può ritenere che sia in gioco la sua sicurezza nazionale, facendo venire meno ogni tutela per i giornalisti. Rsf in particolare lo ha denunciato come “un assegno in bianco per una sorveglianza sfrenata, una porta aperta agli abusi”.
“Il primo atto legislativo dell’Ue sulla libertà dei media deve fornire la massima protezione ai giornalisti contro la sorveglianza e gli attacchi alla riservatezza delle loro fonti. L’eccezione di sicurezza nazionale non trova posto in questo regolamento, insistiamo affinché il Consiglio dell’Ue segua le raccomandazioni del Parlamento e rinunci a una disposizione particolarmente sgradita”, ha detto Julie Majerczak, rappresentante di Rsf presso l’Ue.