Se ne è andato un colosso del giornalismo così come lo abbiamo vissuto noi, i giornalisti che si sono affacciati alla professione negli anni ’90. E’ stato mio professore al master in Giornalismo e comunicazione di Massa della Luiss e poi anche un affettuoso amico che sosteneva la mia curiosità verso i nuovi modelli di giornalismo.
Infatti “1943. Cronache di un anno” è il suo libro aperto, poteva essere aggiornato ed per questo lavoro che è stato premiato a Nostalgia di Futuro 2009, occasione in cui ha ha ammesso di essere stato sedotto dalle nuove tecnologie: “scrivere un libro digitale è stata un’esperienza esaltante – disse. E lo è ancora, prima di tutto perché ogni giorno so quanti lettori lo leggono. E anche da dove: proprio stamattina ne ho scoperto uno dal Giappone”. (Nella foto a sinistra è ritratto in un momento della premiazione con Gianni Letta).
In seguito con Sergio Lepri abbiamo passato una mattinata all’Agi per il seminario su: “Ruolo delle agenzie ieri e oggi, informazione primaria nell’era digitale” l’ultimo incontro pubblico che ho avuto l’onore di organizzare con e per lui. Ha divertito i giornalisti presenti perché raccontò che ogni giorno continuava a dirigere la sua agenzia virtuale.
In più di mezzo secolo di attività ha seguito passo dopo passo la mutazione del mondo dell’informazione. Le generazioni di lettori cresciute anche con le notizie da lui scelte sono tante. La sua visione delle tecnologie quali protesi delle nostre facoltà cognitive è la stessa del nostro Derrick de Kerckhove.“Garantire informazione imparziale è lo scopo di ogni agenzia, il pluralismo è ieri come oggi garanzia di democrazia – affermava di continuo – . Probabilmente non vale più la regola delle duecento parole quale lunghezza ideale per un lancio di agenzia. Il mondo dell’editoria trasformato dall’avvento di Internet ha bisogno di mediatori di qualità. Prima le agenzie erano indispensabili come fonte primaria dell’informazione, oggi la loro sopravvivenza dipende dall’essere mediatori di qualità. Viviamo oggi in una realtà virtuale dove il rischio è che l’informazione interattiva e personalizzata diventi un’informazione limitata. Le agenzie di stampa sono l’antidoto perché offrono un’informazione completa e sono in grado di dare un’interpretazione dei fatti. Non dobbiamo avere paura di arrivare tardi, meglio arrivare secondi ma con una notizia corretta. Nel mondo affollato di notizie non ha senso essere primi ad ogni costo”.