Le aziende non trovano addetti con capacità adeguate. Il mercato in Europa ne risente. Parliamo di “skills mismatch” (scusandoci con il ministro Gennaro Sangiuliano per l’inglese) ma la parola rende bene la grave disconnessione che si è creata fra domanda e offerta di lavoro. Tanto che Ursula von der Leyen, presidente della commissione europea, ha voluto dedicare alle competenze l’anno 2023.
“Già prima della pandemia, tre aziende su quattro in tutta Europa incontravano difficoltà al momento di assumere nuovo staff (indagine 2019 dell’agenzia Eurofound) – precisa Massimo Gaudina, Capo della Rappresentanza europea di Milano – e attualmente ben 28 settori occupazionali, dalla sanità all’elettronica, dalla cybersicurezza all’edilizia, denunciano la mancanza di profili adeguatamente formati. Il mancato incontro tra domanda e offerta di lavoro, specie per le PMI, provoca bassa produttività e dunque frena, nel micro e nel macro, la crescita economica. Per rilanciare il dibattito sul mancato incontro di competenze (“skills mismatch”) e per ribadire l’urgenza di aumentare gli investimenti nazionali in istruzione e formazione, l’Unione europea ha proclamato il 2023 anno europeo delle competenze”.
L’anno europeo delle competenze serve, dunque, ad accendere il faro sulla necessità della formazione continua che l’era digitale impone in ogni attività.
L’obiettivo è diffondere la conoscenza di strumenti strategici già a disposizione dei cittadini europei: “E’ necessario promuovere alcuni messaggi-chiave sulla caratterizzazione del mondo del lavoro di domani. L’agenzia europea Cedefop prevede entro il 2030 la creazione di 2,5 milioni di occupati nelle professioni verdi (tra automotive, energie rinnovabili, manager della sostenibilità, etc) – precisa Massimo Gaudina – mentre nel campo digitale l’obbiettivo UE è quello di occupare in questo decennio 20 milioni di specialisti in ICT. In entrambi i campi, uno sforzo supplementare per attrezzare sia i giovani nel loro percorso di apprendimento, sia gli adulti sul luogo di lavoro, con un’attenzione particolare alle donne, diventa essenziale per permettere all’Europa di mantenere la sua competitività e il suo modello sociale”.
Lifelong Learning
In questo contesto le azioni per vincere sono la formazione continua degli adulti, il Lifelong Learning, l’aggiornamento delle competenze (“reskilling”) e l’acquisizione di nuove (“upskilling”) capacità nel conteso lavorativo di competenza.
“L’anno europeo delle competenze darà, dunque, visibilità ad alcune iniziative europee già esistenti che, lontano dal clamore mediatico, stanno crescendo e stanno contribuendo ad offrire soluzioni alle carenze descritte – sottolinea Massimo Gaudina – con i patti locali per le competenze più di 1000 aziende si sono impegnate a fornire ai propri dipendenti occasioni di formazione. Gli ingredienti per una crescita sostenibile e per un modello europeo inclusivo sono a disposizione”.
Per garantire il coordinamento delle attività pertinenti a livello nazionale, la commissione ha inoltre invitato gli Stati membri a nominare un coordinatore nazionale per l’Anno europeo delle competenze.
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