Certo nella situazione attuale fra piazze colme, notizie che lasciano a dir poco perplessi e sentenze miliardarie, la confusione è l’unica certezza che ho. Non riesco ad urlare o ad emettere sentenze chiare come il mio illustre amico Derrick e mio partner di blog. Sarà perché domani fa un anno da quando il “mio grande vecio” (Giovanni Giovannini) ci ha lasciati, ed allora sento particolarmente il disagio di non poter contare sul suo commento, sulle sue ricostruzioni storiche perchè alcuni fatti lui li ha vissuti e raccontati. La storia dell’editoria degli ultimi 50 anni era la sua storia, così come le battaglie sulla libertà di stampa. Una libertà che ciascun giornalista deve avere dentro. Giovannini fu rapito dall’O.A.S in Algeria rischiò di morire, fu liberato a patto che nessuno dei suoi colleghi raccontasse l’accaduto. Qualcuno preferì il diritto di cronaca condannandolo a morte certa. Qualcun altro lo avvisò in tempo ed il mio direttore riuscì a fuggire in Francia guadagnando la prima pagina de le Monde, unico italiano con la firma sulla prima pagina del più prestigioso giornale europeo.(MPR)