Libia 110 anni dopo, edito da Skill Press, nasce da un’idea di Andrea Camaiora e Mario Nanni, che sono due giornalisti che amano la ricerca storica: ripercorrere il secolo di storia che va dal conflitto italo-turco, con la conquista della Libia da parte dell’Italia (1911), a oggi.
Camaiora, giornalista e spin doctor, è consulente di studi legali di rilievo nazionale e internazionale. È ceo e fondatore di The Skill, studio di comunicazione specializzato in comunicazione strategica e non solo. Interviene come opinionista su testate nazionali ed è docente di classi di master a Roma. E’ autore di numerosi libri.
Nanni, giornalista parlamentare e scrittore, è stato capo della redazione politica dell’ANSA e capo redattore centrale. Esperto di scrittura giornalistica e comunicazione, resta attivo nella professione e insegna presso master di giornalismo. La sua firma è nota anche come autore di libri.
Per Libia 110 anni dopo i due autori si sono procurati documenti storici per approfondire il tema partendo proprio dalle fonti ufficiali. Il riferimento dei 110 anni non è allo scoppio del conflitto, bensì al Trattato di Ouchy – o di Losanna – del 1912, che pose fine alla guerra e sancì il dominio dell’Italia sulla Libia.
Obiettivo del lavoro: ricostruire il precorso storico della Libia e delle relazioni italo-libiche in tutto questo tempo e permettere ai lettori di comprendere meglio anche i 42 anni di potere del colonnello Muammar Gheddafi, dal colpo di stato del 1969 all’uccisione nel 2011. Le relazioni tra Italia e Libia, spesso controverse, sono una miniera di episodi e aneddoti: dalle questioni economiche ed energetiche ai colloqui tra Craxi e Andreotti alle bombe di Reagan su Tripoli del 1986.
La riproduzione delle fonti ufficiali e diplomatiche va di pari passo con l’analisi dell’azione politica dei governi italiani nel contesto libico. Dai primi approcci al palesarsi delle ‘primavere arabe’ e dalle richieste di risarcimento da parte della Libia – per il periodo coloniale – alla continuità dell’attività delle aziende italiane, che continuano a operare nel territorio soprattutto badando ai loro interessi petroliferi.
Oggi, la partita nel Mediterraneo è giocata da protagonisti vecchi e nuovi – Roma, Parigi, Londra, Berlino, Istanbul, Mosca -, con l’intervento di potenze mondiali come Usa e Cina. Se la generazione della Seconda Guerra Mondiale conserva ricordi nostalgici della nazione africana, oggi il consiglio degli autori del libro è di cercare di sviluppare una coscienza e una consapevolezza nuove che possano aiutare l’Italia a evitare un declino dei rapporti derivante anche dagli errori del passato.