di MARIA PIA ROSSIGNAUD
L’associazione Amici di Media Duemila si è costituita da un anno e dopo il successo della prima edizione del Premio “Giovanni Giovannini. Nostalgia di Futuro“ si propone di diventare il luogo di unione per eccellenza di quanti in Italia “pensano futuro” e vivono l’innovazione.
Le Reti, simbolo oggi di conoscenza, tecnologia, socialità, sono il fulcro della nostra azione e suggeriscono l’avvio d’un processo di crescita e di sviluppo. Ed è proprio questo che gli amici di Media Duemila si propongono di promuovere puntando sulla rete educativa, sulla rete tecnologica, sulla rete sociale. Tre aspetti che insieme possono fare la differenza fra il Paese che siamo senza crescita e il Paese che vogliamo, competitivo e propositivo a tutti i livelli.
L’obiettivo è creare valore, economico e umano, e promuovere lo sviluppo consapevole dove la persona non è elemento passivo ma attore principale del cambiamento. Le Reti del futuro o il futuro delle Reti sono concetti determinanti e trasversalmente importanti, per cui desideriamo unire forze e competenze su di un progetto che ne aggreghi ogni dimensione. In più con il Premio, che anno dopo anno porrà in evidenza persone e aziende che si siano distinte nel loro campo, costruiremo un annuario dell’eccellenza italiana nell’innovazione.
Ridare valore alla cultura è il nostro slogan perché unendo le forze e quindi le reti di conoscenze può aumentare la competitività del sistema Paese.
L’idea della Rete come elemento fondamentale di crescita ed espressione di un legame con il passato mi è venuta dal libro di Corrado Calabrò. Il presidente Agcom con Barbara Corrao in “Reteitalia. La Tv e i nuovi scenari della comunicazione“, edito da Rubbettino, racconta una storia, culturale, tecnologica, politica. La citazione di McLuhan (pag.79) “La nostra civiltà specialistica e frammentaria, con struttura centro marginale, vede improvvisamente e spontaneamente tutti i suoi frammenti meccanizzati riorganizzarsi in un tutto organico. È questo il nuovo mondo del villaggio globale“, fa rifletter su quanto sia importante riorganizzarsi in un tutto organico.
Maria Pia Rossignaud