Lino Morgante
Lino Morgante, presidente della SES Spa, Società Editrice Sud, con sede a Messina, parla di giornali, innovazione e Sud che, nel bel mezzo del cammino verso la modernizzazione, affrontano una crisi dalle dimensioni epocali che nessuno si aspettava. Guardare al futuro, nel momento della sopravvivenza, non è certo facile ma Lino Morgante, da agosto presidente della SES, è un ottimista con idee molto chiare.
Lino Morgante dirige un impero editoriale che ha scalato dal basso, ha iniziato come correttore di bozze nonostante una laurea in Giurisprudenza. Il suo si può definire il primo network del sud Italia, con il quotidiano Gazzetta del Sud, la televisione RTP – Radio Televisione Peloritana, la radio Antenna dello Stretto, il sito web gazzettadelsud.it e la quota di maggioranza del Giornale di Sicilia, con la televisione TGS, la radio RGS e il sito del giornale, www.gds.it, tra i più cliccati d’Italia.
“La crisi per quanto riguarda l’editoria spingerà al consolidamento”. La sua affermazione anticipa la mia domanda e continua: “Le testate attuali (circa 63) sono troppe rispetto a un mercato debole, legato alle copie distribuite e ai ricavi pubblicitari che scendono da 10 anni. Fatturati che si erodono continuamente, come è ben noto, ancora oggi. Questa crisi spingerà alle aggregazioni, fra quattro o cinque anni avremo pochi gruppi editoriali. La frammentazione attuale sarà un ricordo. Le aziende, che riusciranno a passare il guado, saranno quelle che avranno accelerato la transizione verso il digitale e che sapranno aggregare”.
Intervista
In un momento di crisi accelerare gli investimenti in nuove piattaforme è difficile, come coniugare difficoltà economiche e necessità di innovazione?
“Questa crisi si aggiunge agli altri motivi, già evidenti e in essere, che spingono al digitale. Dobbiamo fare in fretta, non è più possibile aspettare. Del resto, in Italia abbiamo ottimi esempi a cui guardare, mi riferisco, in particolare, al Corriere della Sera. Voglio con altrettanta fermezza, sottolineare che la carta non scomparirà nel nuovo modello editoriale che va verso un supermarket dell’informazione, ovvero un macrosistema dove l’informazione potrà essere declinata come più piace al cliente/utente”.
Quanto tempo ancora?
“Non potrà essere una svolta di pochi mesi, ma neanche troppo lontana e nemmeno indolore, come è già chiaro. Il supermarket dell’informazione è la carta vincente nel nuovo mercato che sicuramente vedrà, dopo la concentrazione e il consolidamento, poche testate/gruppi che offriranno informazione in diversi modi, con servizi collaterali come le rassegne stampa ad esempio”.
Giovanni Giovannini
Già nel 1996, quando con Giovanni Giovannini fui inviata da Nicholas Negroponte al Media Lab di Boston, si parlava di testate multipiattaforma. I miei ricordi vanno a un tablet che permetteva di scegliere il modo di fruizione della notizia…
“Si, il prodotto editoriale deve dare la possibilità all’utente di informarsi in un dato momento leggendo il giornale, in un altro con la televisione o la radio. Siamo nell’era delle piattaforme integrate. Il brand attrae l’utente, che non può essere legato a un unico mezzo per fruire dell’informazione. Vinceremo la nostra battaglia solo se punteremo n all’informazione multipiattaforma”.
L’Ut unum sint, di Paolo VI che Giovannini aveva preso in prestito quale metafora del mondo editoriale a venire, è l’approdo dopo la Grande Mutazione?
“Dalla carta al web non è solo un cambiamento, è la mutazione. Penso al quotidiano tradizionale che non potrà più essere così come lo intendiamo oggi. Per forza di cose deve diventare più asciutto, anche in termine di foliazione. L’approfondimento di qualità si pagherà di più e sarà per una fascia di lettori medio alta. La selezione delle notizie diviene fondamentale perché seguire le esigenze degli utenti/lettore sarà la priorità.”.
Osservatorio TuttiMedia
I dati in questo contesto diventano sempre più essenziali.
“Si, perché dobbiamo avere conoscenza profonda dei gusti dei nostri lettori, così come avviene per altri prodotti in vendita, per esempio le auto o quant’altro. I lettori hanno poco tempo a disposizione e, quindi, sono selettivi. Il nostro compito è andare incontro ai nuovi stili di vita. Non sarà facile cambiare certo, abbiamo bisogno di risorse economiche e professionali, ma ce la faremo. La formazione per i giornalisti è un altro passaggio fondamentale”.
L’Osservatorio TuttiMedia, associazione creata da Giovannini nel 1996, unisce vecchi e nuovi media, nel 2005 ha dedicato un seminario al tempo, quale risorsa che scarseggia nella società moderna.
“Il tempo effettivamente scarseggia, è una risorsa preziosa. Io stesso, metto la sveglia alle 6.45 per avere due ore piene da dedicare alla lettura prima di andare al lavoro, riesco a “sfogliare” tre giornali ma non posso leggere tutto quello che vorrei. Durante la sera, infatti, riprendo la lettura degli articoli che ho tralasciato. Credo che un buon lettore medio non passi più di un’ora a leggere a sfogliare i giornali. Un’altra criticità del prodotto giornale attuale è l’omologazione. Dobbiamo saper creare prodotti differenti e più legati al territorio di appartenenza.”
Ci riusciremo?
“Credo proprio di sì”.