Secondo il primo rapporto del progetto europeo “OceanSET 2020” nel quale stati presi in esame 11 Paesi europei in relazione agli investimenti per lo sviluppo tecnologico, l’Italia è risultata al primo posto tra quelli di area mediterranea, nonché al secondo in Europa, dopo il Regno Unito, per i finanziamenti pubblici (con circa 5 milioni di euro l’anno) rivolti all’ Energia prodotta dal Mare, ossia per gli impianti di generazione energetica dalle maree o dalle correnti di marea. I dati relativi al nostro Paese sono stati elaborati da ENEA (per le nuove tecnologie, l’energia e l’ambiente). Enea, assieme ad altri Istituti di Ricerca, CNR e RSE (ricerca sistema energetico), è impegnata attivamente nel campo dell’energia proveniente dal moto ondoso con l’incremento di sistemi per lo sfruttamento energetico delle onde (impianto PEWEC) e con modelli climatologici, di previsioni ad alta risoluzione delle maree (Waves e MITO). L’Italia quindi rappresenta il Paese del bacino del Mediterraneo più avanzato rispetto alla ricerca e allo sviluppo di tali sistemi, conquistandosi così un posto di rilievo internazionale, i cui impianti di prova sono collocati a Pantelleria, Reggio Calabria, Napoli nell’Adriatico. Secondo la relazione “l’Ocean SET 2020″, gli stanziamenti pubblici dei Paesi esaminati corrispondevano complessivamente a 26,3 milioni di euro, ma solo 6 di questi (l’Italia, Francia, Irlanda, Portogallo, Regno Unito , Spagna) hanno adottato specifiche politiche, mirate allo sfruttamento delle risorse energetiche dei mari. Tra gli obiettivi prioritari della UE figura infatti la riduzione del costo del kWh dell’energia dalle maree, da 0,15 €/kWh nel 2025 a 0,10 €/kWh nel 2030, e dall’energia delle onde, da 0,20 €/kWh nel 2025 a 0,10 €/kWh nel 2035. A livello tecnologico, invece, sono stati finanziati 79 progetti di ricerca, di cui 57 per l’energia dalle onde e 22 dalle maree.
Nel Belpaese i prototipi più affidabili sono in tutto 5, di cui 4 per le onde ed 1 per le maree che sul piano dello sviluppo tecnologico, hanno raggiunto livelli decisamente avanzati, creando inoltre centinaia di posti di lavoro.
Per quanto riguarda i sistemi di estrazione delle energia dalle maree, la principale tecnologia è costituita da una turbina ad asse orizzontale mentre per le onde, ad oggi non esiste un sistema prevalente aprendo cosi la strada alle sperimentazioni riguardanti gli impianti a punti galleggianti o quelli a colonna d’acqua oscillante. Tra le aree con il più alto potenziale di sfruttamento di energia proveniente dalle onde sono risultate le coste occidentali della Corsica, Sardegna, Canale di Sicilia, e le aree costiere dell’ Algeria e della Tunisia. In Europa la disponibilità maggiore di risorse energetiche marine, come evidenzia ENEA, risulta tuttavia nelle coste scozzeri e dell’Irlanda, seppure anche nel Mediterraneo le potenzialità appaiono comunque importanti in termini sia di produzione energetica sia di sviluppo tecnologico. Nello stretto di Messina in particolare la produzione di energia potrebbe arrivare a 125 GW/h l’anno, grazie allo sfruttamento delle correnti che raggiungono una velocità anche superiore a 2 metri al secondo.
Le favorevoli condizioni climatiche del nostro Paese, unite alle capacità scientifiche e tecnologiche hanno permesso di test sicuri ed economici sui dispositivi hi-tech e consentito inoltre di progettare sistemi all’avanguardia e sempre più efficienti per l’estrazione di energia marina dalla correnti.