Viviane Reding commissaria Ue alla Giustizia: “Per me l’Italia è un esempio da seguire in questo campo, perché ha fatto la legge e quindi è stato messo in moto un meccanismo che permette di avere più donne alla guida delle imprese che significa un guadagno economico”. Nelle pagine del numero di Media Duemila in circolazione Gina Nieri, consiglio di amministrazione Mediaset sostiene: “Il femminismo ha avuto sicuramente di positivo la fine di una discriminazione evidente, ma detto questo dovremmo condividere tutte l’importanza di non accettare favori per il solo fatto di essere donna. Parlo di piccole protezioni o privilegi che io paragono alle quote rosa, non sono d’accordo e mi riportano all’idea di ghetto, più che a quella di incentivo. Non dimentichiamo che nel passato le donne andavano a lavorare nei campi, tornavano a casa per fare le mogli, le madri. Durante la guerra hanno coperto turni anche nelle fabbriche. Insomma mi sembra che noi donne abbiamo dimostrato, in ogni epoca, di non essere inferiori e, tanto meno, il sesso debole”.

“Intanto in Europa solo il 14% dei membri dei Cda di aziende quotate sono donne e nei Cda italiani, prima della legge sulle quote rosa, questa percentuale era del 6%”, afferma la parlamentare Mosca, promotrice della legge sulle quote rosa con la presidente della Fondazione Bellisario Golfo, e ha sottolineato: “Nonostante la legge entrerà in vigore a tutti gli effetti nel mese di agosto 2012, ci sono già dei segnali molto positivi di un aumento significativo della percentuale di donne che sono entrare in importanti Cda”. La presidente della Fondazione Bellasario: “Questa legge, che ho definito epocale, significa che fra non molto avremo quasi 638 donne in più nei Cda, oggi ce ne sono solo 187. Per l’Italia io sono felice, anche perché siamo sempre il fanalino di coda ma almeno in questo possiamo dire di essere stati proprio avanti, un po’ anche ad altri paesi della comunità europea”.

Articolo precedenteGoogle Drive e privacy, una nuvola non proprio privata
Articolo successivoMPEG celebra la sua influenza nell’evoluzione dei media