Luciano Floridi, professore di Filosofia e Etica dell’Informazione all’università di Oxford, direttore Alan Turing Institute. Uno dei massimi esperti mondiali di etica dell’informatica, siamo al Festival Galileo di Padova.
Persona gentile affabile quanto determinata sulle criticità del mondo attuale. Diritti e memoria sono le trappole della rete secondo Floridi.
“I diritti non sono tutti uguali – dice alla platea di studenti che ascoltano – abbiamo bisogno di un’architettura. Sicurezza e privacy, diritto all’informazione e privacy, ognuno di noi non vuole rinunciare a nessuno di questi diritti, eppure nel caso di guerra (penso al secondo conflitto mondiale) per ragioni di sicurezza nazionali si aprono scenari diversi. La sfida sui diritti umani è aperta”.
Il suo invito è considerare le priorità prima che sia troppo tardi perché le circostanze impongono, inevitabilmente, di fare delle differenze. La lezione di Floridi fra il tutto esaurito. La sua fama è mondiale ascoltarlo è sempre un privilegio. Dai diritti passa alla memoria che oggi sfugge dal controllo perché nel mondo digitale sovrascriviamo su tutto.
Il digitale ci porta a vivere nel presente e noi tutti dimentichiamo che il passato va conservato. La nostra posta elettronica è l’esempio di un comportamento condiviso da tutti: quando non abbiamo spazio sufficiente, cancelliamo le vecchie e-mail. Rimaniamo legati al presente rappresentato dai messaggi più recenti.
“Il digitale riscrive su tutto impone di vivere nel presente – precisa Floridi – azzera rapidamente milioni di informazioni. Basta un virus. Distruggere una biblioteca è certamente più difficile. E allora potrebbe succedere che documenti importanti per la storia di un paese svaniscano per mancanza di spazio, per un attacco hacker. La memoria in passato era fatica, oggi non lo è più”.
La democratizzazione della memoria paradossalmente può significare la sua perdita, l’etica nella tecnologia è fondamentale. “Immaginate se un giorno – conclude Floridi – i grandi del mondo della rete si sposano”.
La lezione di Luciano Floridi e Derrick de Kerchove è stata anche l’occasione per parlare del libro “La sindrome di Eustacchio – la storia italiana delle scoperte dimenticate” di Massimo Sideri, direttore del Festival Galileo innovation editor Corriere della Sera.