In apertura della terza edizione del summit “Inventing for life”, Nicoletta Luppi, Presidente e amministratore delegato MSD Italia, ha voluto ricordare che alla base dell’evento ci sono i valori della vita, come opportunità e scommessa per il nostro Paese. “Partendo dalle più grandi sfide per la salute che l’OMS ha stilato: l’inquinamento, i cambiamenti climatici, i non comminicable diseases, i setting più fragili e vulnerabili per la popolazione, l’assistenza antimicrobica, l’ebola e altri patogeni gravi, la primary care che non riesce a essere adeguata a sostenere l’individuo per tutta la durata della vita, l’esitazione nei confronti delle vaccinazioni (che sono il nostro migliore scudo contro le malattie), la dengue e l’HIV, abbiamo delle proposte molto importanti e delle opportunità molto importanti. Se pensiamo che oggi l’evoluzione della medicina e della farmacologia, oltre alle innovazioni tecniche e tecnologiche, a quelle che a me piace chiamare ancora “invenzioni” nonostante si pensi che questo termine sia appannaggio di un’altra epoca, ci stanno facendo vivere un momento straordinario, ci si rende conte che è tempo di agire. Questo periodo storico assomiglia molto a un nuovo rinascimento, potremmo definirlo un Rinascimento 2.0, in cui grazie alla globalizzazione degli outcomes possiamo rimettere al centro i valori, possiamo applicare fattivamente l’Intelligenza Artificiale alla salute e abbiamo la possibilità di digitalizzare i sistemi di salute per focalizzarci sulle esigenze dei cittadini e dei pazienti al fine di mettere in atto cure personalizzate. Senza dimenticare la possibilità di analizzare gli health analytics grazie ai “big data” ma anche ai “macro data” e agli “small data” degli specifici setting ospedalieri. O, ancora, le applicazioni vocali che possono aiutare a valutare l’aderenza della terapia, in un’ottica verticale della salute, e la “blockchain”, che sta diventando una realtà effettiva in grado di trasformare la “evidence data generation” nella soluzione di alcuni dei problemi del quotidiano”.
Ma come fare leva su tutte queste opportunità tenendo in considerazione i diversi gap presenti?
“Innanzitutto bisogna considerare il divario tra paesi ricchi e paesi poveri per quanto concerne la spesa sanitaria. Non possiamo applicare lo stesso sistema a Medio-Oriente, Africa, America Latina, Sud-est asiatico da un lato ed Europa occidentale e Nord-America, dall’altro. Primo, perché i dati ci lasciano supporre un incremento molto significativo della spesa medica per le cosiddette “economie di transizione”, anche alla luce dei cambiamenti degli ultimi anni. Secondo, perché bisogna entrare nell’ottica in cui l’adeguatezza delle infrastrutture (sia architettoniche sia digitali) diventerà sempre più il discrimine tra le aree dove la qualità della vita durante il processo d’invecchiamento sarà elevata (o, perlomeno, adeguata) e le altre a rischio. Non solo l’Occidente, ma il mondo sta vivendo un importante allungamento dell’aspettativa di vita e bisogna attrezzarsi per tempo”.
Spesso a tutto ciò non si pensa ma potrebbe essere una delle tematiche dirimenti nel futuro prossimo, in quanto l’accesso alle cure e la possibilità di sostenere una popolazione sempre più anziana diventerà senz’altro un nuovo fattore di disuguaglianza tra gli stati. “Anche perché”, continua Luppi, “bisogna iniziare a considerare la salute non solo nell’ottica del benessere fisico e mentale degli individui ma degli stati e del globo. Come dice Bill Gates: ‘dove c’è salute c’è pace’, poiché la salute va a costituire un marcatore fondamentale del benessere dei cittadini dal punto di vista politico. Ne consegue, ovviamente, che l’investimento nella sanità diventa prioritario”.
Del resto “Inventing For Life” è una kermesse che nasce anche con quest’obiettivo: trovare punti d’incontro fra il pubblico e il privato nell’ottica dell’innovazione e della ricerca medica. Come ricorda la Presidente di Mds Italia: “Ciò si può fare solo spostando il focus sulla sostenibilità dei sistemi sanitari dei Paesi. La domanda chiave è come possiamo risolvere il tema della sostenibilità economica per un accesso equo e uniforme ai farmaci da parte dei pazienti di oggi senza compromettere la necessità di sviluppare farmaci e servizi innovativi per i pazienti di domani? Un esempio su tutti: teniamo in giusto conto le malattie neurodegenerative? Pensiamo ai costi di queste malattie in termini di ospedalizzazione, farmaci, terapie, specialisti, per non parlare della perdita di dignità umana che le condizioni più difficili comportano (si consideri l’Alzheimer e la perdita della memoria e dei ricordi, del passato e di un futuro degno) o le ricadute sociali sui familiari? Quanto sono disposti a investire i governi oggi per affrontare morbi in crescita come l’Alzheimer?”.
Il fatto è che qualsiasi discorso a medio o lungo raggio non può (e non deve) prescindere dalla contingenza. In altri termini: non si può pensare di penalizzare i malati di oggi per prevenire l’emergenza futura. “E per scongiurare questo rischio serve proprio la collaborazione virtuosa e attiva tra pubblico e privato. Pensate a Mds: in Italia siamo presenti da oltre sessant’anni con due sedi (Roma e Milano) e uno stabilimento produttivo, abbiamo mille dipendenti, abbiamo ottanta protocolli sparsi in oltre quattrocento centri sul territorio che si indirizzano a quasi duemila cinquecento pazienti. Non solo, Mds finanzia anche la ricerca nello Stivale con oltre quaranta milioni di euro destinati a borse di studio e progetti di ricerca. E questo solo in uno dei Paesi in cui siamo presenti. Complessivamente Mds ha 12.000 ricercatori e investe ogni anno due miliardi di dollari in attività di ricerca e innovazione perché questi progressi siano accessibili anche nei paesi svantaggiati, oltre ad aver impiegato, nei suoi centoventotto anni di storia, sei premi Nobel. Il concetto chiave della nostra azione come azienda è che la responsabilità condivisa tra tutti, attori privati, Pubblico, università e istituti di ricerca, possa arrivare a determinare le scelte politiche istituzionali ponendo al centro la generazione di valore. Per questo il nostro motto è ‘invent – impact – inspire’: con i nostri farmaci e i vaccini innovativi vogliamo trasmettere una visione che faccia realmente la differenza nella vita quotidiana delle persone a livello globale. Come ripete spesso il nostro ceo, Ken Frazier, ‘l’innovazione per noi deve corrispondere a determinate caratteristiche ed è tale solo se genera, aggiunge, salva, migliora la vita’”.
Verso la fine del suo intervento Luppi fa eco al vice-ministro dell’Istruzione Fioramonti: “sono molto contenta delle parole che ho sentito prima dal vice-ministro, se riuscissimo a metterle a frutto in concreto potremmo fare dei passi in avanti molto importanti, per questo credo che ci siano due spunti di riflessione fondamentali sui quali dovremmo soffermarci oggi: il primo è l’invito a lavorare insieme, con l’attitudine positiva di chi cerca il dialogo e la crescita, per trovare insieme soluzioni che ci portino lontano. Noi in questa partita importante vogliamo fare la differenza. Il secondo è mettere al centro il valore. Il Servizio Sanitario Nazionale ha delle problematicità endemiche date dalla sua complessità: a volte la tentazione è affidarsi a vecchie ricerche perché si guarda solo alla spesa farmaceutica senza pensare alle soluzioni innovative. Ma, se oltre al prezzo, aggiungessimo un’analisi sul valore capiremmo dove sono i reali vantaggi degli investimenti nell’innovazione affinché sia riconosciuto il merito per chi fa sviluppo, ma anche per eliminare le differenze tra cittadini. Pensate a un paziente che riceve una diagnosi di cancro: in questi casi non si può aspettare, se c’è un’innovazione disponibile bisogna renderla disponibile. La nostra scommessa è che si guardi finalmente al valore sociale, integrativo, pensionistico, insomma, umano, della ricerca. Quando ci sarà questa presa di coscienza su valore globale avremo fatto un passo importante”.
“La parola chiave è insieme”, conclude Luppi, “solo insieme si va lontano e solo insieme possiamo continuare a inventare e innovare per rendere la vita sempre più bella e in salute, per tutti”.

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Sabato Angieri
Laureato in “letteratura europea” presso l’università “La Sapienza”di Roma è giornalista freelance e traduttore editoriale, ha collaborato a diversi progetti culturali e artistici come autore e scrittore. Attualmente collabora con Lonely Planet come autore e con Elliot edizioni.