Universi sonori: Dalla radio tradizionale ai nuovi spazi di produzione e ascolto
“La radio è un software che risponde ai tuoi gusti ma ti fa ascoltare anche altro: dunque apre gli orizzonti”. Così apre il suo intervento Marco Lanzarone – Vicedirettore Radio e Responsabile Canali Digitali Rai – alla giornata che la Sapienza dedicata alla radio e organizzata con Confindustria Radio TV.
La rivoluzione della radio è cominciata da poco, fino a 7/8 anni fa la radio è rimasta sempre la stessa con la sua regola qui e ora: “poi è successo di tutto, si è smaterializzata, è uscita dall’apparecchio, è entrata ovunque e ha cambiato la sua essenza – sottolinea Marco Lanzarone -. In passato era facile fare radio, i target di riferimento erano precisi. Gli utenti si dividevano in gruppi, oggi l’utente ascolta di tutto, prevale una sorta di schizofrenia degli ascolti. Da un lato abbiamo assistito a un cambiamento tecnologico con la digitalizzazione e la nascita del podcast, dall’altro è cambiato il bisogno di ascolto, e noi di Radio Rai abbiamo diversificato la nostra offerta”.
Cita due casi di successo Radio Kids e No Name. Il primo ha aperto la radio al mondo dei bambini che non sanno ancora leggere e scrivere, ma inviano messaggi vocali all’emittente chiedendo le canzoni che vogliono ascoltare, ed il secondo è il canale dedicato ai giovani tra i 15 e i 24 anni dove lavorano ragazzi giovani con grande voglia di sperimentare.
Così in una veste e in un contesto inedito la Radio si prepara a compiere 100 anni ad ottobre 2024.