AI ACT: il punto di vista di Marco Braccioli (Centro Studi Europeo Steering Committee)
“AI Act mette al centro dello sviluppo tecnologico, il rispetto e la tutela dei diritti fondamentali delle persone. L’Europa è la prima area del mondo a dotarsi di una legge in materia, regolando i comportamenti sia degli utilizzatori che dei fornitori di sistemi AI con esclusione dei sistemi militari e di sicurezza nazionale. Il gradiente di valutazione della pericolosità di queste applicazioni per il mercato civile e consumer si basano su 4 livelli di rischio:
- Minimo
- Limitato
- Alto
- Inaccettabile
Ovviamente relato soprattutto alla raccolta di dati sensibili.
Il percorso temporale:
- Entro 6 mesi partono i divieti
- Entro 12 mesi analisi delle foundation e dei modelli generativi
- Entro 24 mesi entrata in vigore completa
E’ una vittoria o una vittoria di Pirro? A mio avviso ci si è preoccupati poco di trovare un equilibrio tra la crescita di un mercato di operatori europei e le regole fissate ex ante e non ex post a mercato creato. Gli operatori sono per lo più extra europei e le nostre regole dovrebbero difendere un industria europea che formalmente non esiste se non con delle micro aziende. Poco ci si è occupati di quanto l AI sia un industria energivora, una query ChatGPT consuma energia tre volte una query di un search engine tradizionale. E poi per finire dal punto di visto geopolitico considerando produttori di tech AI anche Cina e Russia le regole sembrano essere quella di una costruzione di un recinto di una società erbivora in un mondo carnivoro fatto di amici e nemici.