Cara Michela,
mi chiedi che cosa è l’opinione pubblica. Risposta secca: è un mare mosso. I venti la agitano. I venti si chiamano mass media, quelli del mainstream, e i venticelli sono quelli dei social network, non meno insidiosi.
Diamo un’occhiata insieme al palcoscenico globale del mondo e ai big dell’informazione on line, quelli che nutrono abbondantemente gli attori locali e la stampa, peraltro sfruttandone la competenza sul terreno. Della mappa che ti propongo, tieni conto che gli editori digitali non fanno solo notizie, ma servizi di ogni genere, sono piattaforme. La classificazione è impropria, le fonti non sono omogenee, le statistiche non tengono conto delle sottosezioni dei dominii e dei redirect. Quindi la mappa che segue è imperfetta e incompleta, i numeri sono buone indicazioni, spero ti aiutino nel panorama mediatico di questi tempi, per capire ‘i pesi’ che formano (o spingono) un’opinione pubblica tra gli umani. Bene o male, decidilo tu.
I grandi aggregatori di notizie e base dei motori di ricerca sono: Google (130 miliardi di visite al mese), Bing (4,7 miliardi), Yahoo (3,4 miliardi), Yandex (3 miliardi), Baidu (2,5 miliardi), Msn (2,2 miliardi). Anche i social network sono attraenti: Facebook (13 miliardi di visite al mese), Instagram (6,5 miliardi), WeChat (6 miliardi), Reddit (5,8 miliardi), What’s App (3,8 miliardi), X-Twitter (3,3 miliardi), TikTok (2,6 miliardi). Settori particolari sono per: YouTube (71 miliardi), Wikipedia (7 miliardi), ChatGpt (3 miliardi). Evito di citare i siti per adulti, che pure fanno qualche significativo miliardo di visite.
Non ti spaventare di questa cascata di miliardi di contatti: sono i numeri delle visite ai siti, non dei visitatori; in molti casi dipende dall’homepage predefinita; la permanenza e il cosiddetto tasso di rimbalzo potrebbero essere molto diversi. Comunque Google fa da gigante, se volesse avviare una campagna di comunicazione global-terrestre lo farebbe efficacemente, multilingue. Magari lo sta già progettando…
Più ‘modeste’ sono le visite ai siti che dovrebbero occuparsi solo di notizie, come quelli delle agenzie Reuters (120 milioni), Associated Press (120 milioni), Bloomberg (65 milioni), ma anche AFP, Xinhua, Tass, Ansa, frequentate prevalentemente da professionisti del giornalismo, che spesso hanno anche loro blog personali molto interessanti. Bell’impatto internazionale hanno gli editori che condividono internet con la televisione o la stampa: Globo (872 milioni di visite al mese), CNN (764 milioni), NewYorkTimes (734 milioni), BBC (616 milioni), Marca (602 milioni), Times of India (464 milioni), The Guardian (458 milioni), Fox News (409 milioni), Le Monde (110 milioni), Der Spiegel (105 milioni), ma anche CCTV, Renmin Ribao, South China Morning Post, Asahi Shimbun, Al Jazeera, Al Haram, El Pais, Russia Today, Huffington Post. A proposito dell’audience dei siti italiani ti scriverò un’altra lettera. Nel mondo la nostra lingua acchiappa poco, ma i nostri media sono abbastanza vivaci.
Non trascurare, sempre a livello mondiale, i blog degli influencers e le note ufficiali dei governi, delle istituzioni politiche e delle grandi multinazionali. Vendono prodotti ma anche costumi di vita e consumi. Così come gli influencers celebri nello sport e nella musica. Cristiano Ronaldo ha 744 milioni di followers, Selena Gomez 585 milioni, Ariana Grande 553 milioni, Taylor Swift 471 milioni …
Aggiungi a tutto ciò la televisione, con programmi distribuiti su migliaia di canali frammentati localmente, con notizie che includono la cronaca locale, il gossip e l’attualità ‘provinciale’. Aggiungi ancora una valanga di comunicati commerciali pubblicitari, ben ripetuti, e considera che anche il marketing di brand e prodotti partecipa a fare opinione pubblica, dando giudizi di qualità e affidabilità a questo o a quello, sostenendo costumi e abitudini di status symbol.
Se dovessimo fare un referendum mondiale, questi sono i mezzi sul palcoscenico. A livello di cultura e conoscenze locali contano anche le frequentazioni amicali, di famiglia, di lavoro o di strada e bar. Fonti preziose ma spesso scadenti di opinione pubblica. Le fake news comunque sono in agguato dappertutto.
Tieni anche conto che ognuno di noi spilla dai mezzi di comunicazione e dai devices che ha a disposizione quel che più gli aggrada anche disordinatamente oppure quello per cui è più affezionato per fidelizzazione coatta.
Un bel mare mosso, come ti dicevo. E attenta alle bufere! A presto
Paolo
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Paolo Lutteri
Paolo Lutteri, di Milano, si occupa di comunicazione e marketing dal 1976. Laureato in Scienze Politiche all’Università di Milano e Diplomato all’Istituto Universitario di Lingue di Pechino. Giornalista pubblicista, iscritto all’Ordine dei Giornalisti e all’Unione Giornalisti Italiani Scientifici. Ha lavorato con il quotidiano Il Giorno, con le società Spe, Sport Comunicazione e Alfa Romeo; con il Gruppo Rai dal 1989 si è occupato di marketing, sport, nuovi media e relazioni internazionali. Ha tenuto corsi presso le Università degli Studi di Milano e Bicocca, le Università di Roma Sapienza e Tor Vergata. Attualmente studia e scrive articoli sull’innovazione culturale e tecnologica, fa parte del Comitato di Direzione della rivista Media Duemila, è socio onorario dell’Osservatorio TuttiMedia, membro d’onore dell’EGTA-Associazione Europea Concessionarie tv e radio, membro del Consiglio direttivo dell’Associazione Eurovisioni, socio e direttore del Centro Documentazione e Formazione della Fondazione Salvetti. e-mail: paolo.lutteri@libero.it