Marianna Ghirlanda che lavora nel mondo della comunicazione commerciale da più di 20 anni è un esempio per le giovani donne che vogliono affermarsi nel lavoro senza rinunciare a sposarsi e avere figli.
Chi è Marianna Ghirlanda…
Sono Marianna Ghirlanda e guido il gruppo BBDO in Italia. Prima dell’attuale incarico ho lavorato per quasi 10 anni in Google Italia ricoprendo ruoli diversi e alimentando le mie competenze in materia di comunicazione integrata.
Ho iniziato la mia esperienza lavorativa come designer e nel 2001, dopo la laurea in architettura con specializzazione in ergonomia e un master in marketing, mi sono avvicinata al mondo della comunicazione lavorando per 10 anni in agenzie creative in Italia, Paesi Bassi e Regno Unito.
Dal 2019 ricopro il ruolo di presidente del centro studi dell’associazione UNA e nel 2022 ho assunto l’incarico di presidente del capitolo italiano di IAA.
Dal 2013 faccio parte del board di IF! Italian Festival, il più rilevante evento italiano nel settore della comunicazione commerciale.
Donna e trasformazione digitale, questa rivoluzione velocizzerà il raggiungimento della parità?
Di certo la trasformazione digitale può essere un potente strumento di conciliazione: ridurre i tempi degli spostamenti, poter svolgere attività lavorativa in modalità agile, avere a disposizione strumenti di lavoro e comunicazione dovunque. Quindi è certamente un acceleratore verso la parità di genere, dove i ruoli di cura all’interno delle famiglie sono ancora spesso appannaggio delle donne.
Lo stesso vale per gli uomini, che possono più facilmente assolvere a compiti di cura e essere più presenti nelle attività di gestione familiare e cura.
Tuttavia, è importante notare che la tecnologia da sola non risolverà la disparità di genere. È necessario anche un cambiamento culturale e l’adozione di politiche e pratiche inclusive per garantire che le donne abbiano le stesse opportunità degli uomini nell’economia digitale.
Per arrivare alla parità è più importante la politica di genere, l’educazione o l’informazione?
Per raggiungere la parità di genere, servono tutti e tre, infatti è importante una combinazione di politiche, educazione e informazione.
Servono politiche pubbliche che mirino a promuovere l’uguaglianza di genere e sono essenziali per creare le condizioni per l’uguaglianza. Ad esempio, le politiche per la parità salariale, l’equilibrio tra vita lavorativa e privata, la rappresentanza femminile nei posti di potere e l’accesso ai servizi di cura sono fondamentali per garantire che le donne abbiano le stesse opportunità degli uomini. L’educazione è fondamentale per la formazione di una società equa. L’educazione formale e informale, sia per le donne che per gli uomini, è essenziale per promuovere l’uguaglianza di genere e contrastare gli stereotipi di genere. E la diffusione di informazioni accurate e complete sulle questioni di genere è essenziale per creare consapevolezza e comprensione degli ostacoli all’uguaglianza di genere. La sensibilizzazione e la comunicazione possono aiutare a creare una società più equa e a ridurre la discriminazione di genere.
In generale, quindi la combinazione di questi tre elementi è necessaria per raggiungere la parità di genere e promuovere una società più equa per tutti.
La storia ci insegna che le donne che hanno lottato per la parità di genere hanno avuto risultati concreti, garantendo alle nuove generazioni più libertà di espressione e possibilità di realizzare i propri sogni. Hai in mente esempi di donne che ti hanno ispirata?
Guardando al passato la donna che per me è stata di maggiore ispirazione è stata la mia nonna materna, che ha avuto una storia difficile e che è stata in grado di conciliare il ruolo di madre, figlia, nonna e principale sostenitrice dell’economia familiare.
Oggi le donne che mi ispirano di più, sono quelle con le quali ho la fortuna di condividere il mio tempo al lavoro. Sono circondata da donne incredibili che lottano ogni giorno, che cercano di conciliare tutti i ruoli che ricoprono. Non mi riferisco solo alle madri, ci sono anche quelle che si prendono cura di persone anziane, che si dedicano a attività di volontariato o anche che riescono a dedicarsi ai propri interessi.