ANTONIO MARTUSCIELLO COMMISSARIO AGCOM

 

Bacone: “chi non applica nuovi rimedi dev’essere pronto a nuovi mali; perché il tempo è il più grande degli innovatori”.

Intervista  Antonio Martusciello (Commissario AGCOM)sulla comunicazione politica nell’era in cui la rete è il secondo mezzo usato dagli utenti per informarsi ed anche sul servizio universale ed il mercato digitale. Una visione a tutto tondo sulle sfide che l’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni, competente per  il settore delle comunicazioni elettroniche, quello dei media audiovisivi e quello postale deve affrontare in uno scenario tecnologico fortemente caratterizzato da dinamiche di convergenza.  I settori regolati dall’Autorità a livello economico rappresentano ben il 3,2% del PIL nazionale.

1) AGCOM e comunicazione politica: gli strumenti attuali monitorano e limitano l’accesso a media tradizionali. Innovare nella comunicazione è possibile?

In materia di comunicazione politica, le attività dell’Agcom sono molteplici. L’Autorità, ad esempio, è chiamata all’emanazione di regolamenti volti a disciplinare la comunicazione politica e la parità di accesso ai mezzi di informazione. Un’attenzione che è particolarmente sentita nel periodo elettorale, come recentemente avvenuto per le imminenti politiche del prossimo marzo (delibera 1/18/CONS), per le quali sono stati rafforzati i principi del contraddittorio, della completezza e dell’oggettività dell’informazione. Ma l’Autorità è chiamata anche a verificare l’osservanza delle norme in materia, comprese quelle emanate dalla Commissione per l’indirizzo parlamentare e la vigilanza dei servizi radiotelevisivi, cui può conseguire, in caso di violazioni, l’attività sanzionatoria. Inoltre, ai sensi della normativa vigente, essa verifica il rispetto dei principi in materia di pluralismo informativo anche attraverso i dati di monitoraggio sulle trasmissioni radiotelevisive.
Un’attività complessa quella delineata, resa ancor più sfidante dall’emergere di nuove abitudini informative da parte della popolazione. Nel corso delle ultime campagne elettorali, infatti, le piattaforme digitali e, in particolare, i social network hanno assunto un ruolo di primo piano quali mezzi di accesso alle notizie utilizzati dai cittadini italiani per formarsi un’opinione in vista del voto. Una circostanza confermata anche livello statistico. Una indagine sul consumo di informazione e la comunicazione politica in campagna elettorale, pubblicata dall’Autorità, già nel 2016, aveva indicato la Rete come il secondo mezzo di informazione (62% della popolazione complessiva) dopo la televisione – utilizzata ancora dal 74% della popolazione – ma prima dei quotidiani, posti al terzo posto (56%).
Per rispondere quindi alla Sua domanda ritengo che la comunicazione sia attraversando una fase di profondo mutamento e l’emersione dei mezzi online ne è la prova. Ma ciò ci induce a un’ulteriore considerazione che impatta la differente articolazione della struttura organizzativa dell’informazione e che inevitabilmente coinvolge anche il profilo del pluralismo e gli strumenti volti alla sua garanzia.
Ecco che allora, in questo scenario, come regolatori, ci dobbiamo domandare se, in termini pratici, abbiamo a disposizione strumenti normativi adeguati per garantire una informazione plurale e di qualità, soprattutto durante il periodo elettorale. La legge che in Italia regola la parità di accesso alla comunicazione politica – la c.d. par condicio – è stata promulgata nel 2000 ed è ormai, a mio avviso, inattuale rispetto alle nuove esigenze comunicative.
Nel contempo però le garanzie di tutela non possono abdicare dinanzi all’emersione delle diverse abitudini informative. Per cui, tenuto conto che la garanzia del pluralismo rappresenta una delle principali missioni di cui Agcom è investita sin dalla sua istituzione, pur in assenza di norme cogenti, l’Autorità si è voluta fare parte diligente e ha di recente istituito il Tavolo tecnico per la garanzia del pluralismo e della correttezza sulle piattaforme digitali, mediante il quale intende analizzare metodologie di prevenzione e rilevazione di contenuti online qualificabili come lesivi della correttezza, dell’imparzialità e del pluralismo dell’informazione.Nell’ambito di questo, poi, Agcom ha adottato un documento (recante Linee guida per la parità di accesso alle piattaforme online durante la campagna elettorale per le elezioni politiche 2018) in cui sono stati mutuati alcuni principi generali dalla normativa esistente (legge n. 28/2000) ed esaminati per cercarne un adattamento anche al digital environment. Certo, le linee guida rappresentano solo il primo degli obiettivi operativi di questo Tavolo, che certo non ha esaurito la sua vis propulsiva. Come Agcom, infatti, ci auspichiamo che possano essere raggiunti ancora molti obiettivi anche attraverso questa sede privilegiata di incontro e discussione.

2) Mercato digitale e esigenze dell’utente: il servizio universale in qualche modo implicava una parità di accesso e quindi uno sviluppo equilibrato…

Il Servizio Universale può senz’altro essere visto come un elemento importante per garantire che lo sviluppo legato all’innovazione digitale avvenga in modo equilibrato, non va tuttavia inteso come uno strumento volto a far sì che tutti i cittadini abbiano a disposizione esattamente le stesse potenzialità di accesso alle reti.
Lo scopo è, piuttosto, quello di garantire l’inclusione sociale. Ciò che deve essere disponibile per tutti è un insieme minimo di servizi con una qualità determinata a un prezzo accessibile. Queste caratteristiche devono essere stabilite con l’obiettivo di garantire che chiunque possa beneficiare dei servizi disponibili alla generalità degli utenti. Ad esempio, gli orientamenti comunitari prevedono che l’inclusione nel Servizio Universale della connessione a banda larga a una data velocità possa essere prevista nei casi in cui, a livello nazionale, questa sia utilizzata almeno dalla metà delle famiglie.
A tale riguardo, una recente analisi svolta dall’Autorità ha rilevato come il livello minimo adeguato allo scenario italiano sia costituito da connessioni a 2Mbit/secondo. Va detto che attualmente tale velocità è disponibile per oltre il 99% della popolazione e che gli interventi pubblici previsti nell’ambito del piano nazionale Banda Ultralarga si concentrano nelle aree meno competitive, dunque meno servite, del Paese.
Il perimetro del Servizio Universale è comunque suscettibile di revisione in funzione dello sviluppo delle reti e dei servizi. In ogni caso i relativi obblighi non intendono sostituirsi alle dinamiche di mercato che rappresentano il motore dell’innovazione e che l’Autorità ha il compito di far sviluppare in un contesto concorrenziale. Ciò implica inevitabilmente che le reti continueranno a evolversi prima nelle aree del paese maggiormente competitive e che, nelle altre aree e per determinate categorie di utenti, dovremo continuare ad intervenire con delle misure di salvaguardia.

3) Vittorie e sconfitte nella vita da commissario?

Assumere decisioni nell’ambito di un’Istituzione che gioca un ruolo cruciale in settori vitali dell’economia nazionale richiede un impegno intenso e costante, un grande senso di responsabilità, equità e una visione d’insieme multidisciplinare che consenta di comprendere problematiche complesse e di ricercare il punto di equilibrio più appropriato fra legittimi e molteplici interessi pubblici e privati.
Non dimentichiamo che i settori regolati dall’Autorità sono caratterizzati da un elevato contenuto tecnico, richiedono esperti giuristi, economisti, ingegneri e sociologi e, nel complesso, a livello economico rappresentano ben il 3,2% del PIL nazionale.
Proprio la delicatezza del ruolo, la difficoltà della sfida e la consapevolezza di aver operato col massimo impegno costituiscono per me un motivo di soddisfazione.
In questi anni ci siamo trovati a dover governare cambiamenti epocali. La televisione, col passaggio dal mondo analogico a quello digitale, è diventata uno strumento moderno, in grado di moltiplicare il numero di programmi e migliorarne la qualità, a tutto vantaggio del pluralismo e del mercato dei contenuti.
Le reti di telecomunicazioni stanno diventando ultraveloci, un’evoluzione complessa e costosa che apre definitivamente le porte all’economia digitale e abilita uno sviluppo essenziale per un paese moderno.
Aver contribuito a questo processo è senz’altro una vittoria. I provvedimenti che l’Autorità ha assunto in questi anni hanno dato un impulso fondamentale all’ammodernamento del Paese. Mi riferisco, ad esempio, alla complessa gestione dello spettro televisivo durante e dopo lo switch-off delle vecchie reti analogiche, o all’arduo compito di fissare degli obblighi pro-concorrenziali per le reti ultraveloci, conciliandoli con la necessità di promuovere gli investimenti in un mercato nascente che ha bisogno di svilupparsi velocemente per non lasciare il Paese “al palo” nella corsa alla crescita digitale.
Non abbiamo poi dimenticato le tutele e, in questo senso, vorrei citare il Regolamento sul Diritto d’Autore per la sua portata innovativa.
Volgendo invece lo sguardo a cosa ha funzionato meno, devo esprimere un certo rammarico per non aver potuto seguire a pieno l’evoluzione dei mercati. I fenomeni di convergenza e l’emergere di nuovi soggetti hanno tendenzialmente fatto nascere scenari sbilanciati, in cui non tutti i concorrenti gareggiano con le stesse regole, facendo così venir meno una condizione essenziale per un corretto assetto competitivo, quella del “level playing field” appunto.
Più che una sconfitta personale è una “défaillance” della regolazione, i cui strumenti si aggiornano inevitabilmente con una certa inerzia, una caratteristica che può rappresentare un problema in periodi di sviluppo tecnologico particolarmente vivace come quello che stiamo vivendo attualmente.

4) La visione sull’Autorità nell’era dell’informazione globale.

Le competenze di Agcom riguardano il settore delle comunicazioni elettroniche, quello dei media audiovisivi e quello postale. In uno scenario tecnologico fortemente caratterizzato da dinamiche di convergenza un’Autorità per sua natura “convergente” è nella posizione migliore per affrontare le sfide dell’innovazione.
Il fenomeno principale che ha caratterizzato gli ultimi anni è costituito dalla centralità della Rete e dall’affermazione di colossi in grado di sfruttarne a pieno i meccanismi. Questo scenario è in piena evoluzione e continua a determinare l’evoluzione dei modelli di business esistenti e la creazione di opportunità del tutto nuove.
L’Autorità monitora costantemente, anche in ottica prospettica, gli effetti di questo processo. Riteniamo che le indagini, gli studi e gli osservatori riguardanti una molteplicità di tematiche quali l’informazione nell’era di Internet o l’evoluzione della televisione possano costituire un utile contributo alle discussioni in corso ma anche, e soprattutto, uno strumento di conoscenza e aggiornamento per un’attività regolatoria che deve seguire la rapida evoluzione dei mercati. Sappiamo perfettamente che non è possibile applicare vecchi strumenti a nuovi problemi, ma anche che l’innovazione non può comportare automaticamente il superamento dei principi e dei valori che hanno portato alla costruzione di un articolato impianto regolamentare. Si tratta di reinterpretare tali principi e valori nel nuovo scenario. Del resto non possiamo rimanere immobili dinanzi al progresso tecnologico. Non dimentichiamo che, come rilevava Bacone: “chi non applica nuovi rimedi dev’essere pronto a nuovi mali; perché il tempo è il più grande degli innovatori”.

Agcom

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Maria Pia Rossignaud
Giornalista curiosa, la divulgazione scientifica è nel suo DNA. Le tecnologie applicate al mondo dei media, e non solo, sono la sua passione. L'innovazione sociale, di pensiero, di metodo e di business il suo campo di ricerca. II presidente Sergio Mattarella la ha insignita dell'onorificenza di Cavaliere al Merito della Repubblica Italiana. Vice Presidente dell’Osservatorio TuttiMedia, associazione culturale creata nel 1996, unica in Europa perché aziende anche in concorrenza siedono allo stesso tavolo per costruire il futuro con equilibrio e senza prevaricazioni. Direttrice della prima rivista di cultura digitale Media Duemila (fondata nel 1983 da Giovanni Giovannini storico presidente FIEG) anticipa i cambiamenti per aiutare ad evitare i fallimenti, sempre in agguato laddove regna l'ignoranza. Insignita dal presidente Mattarella dell'onorificenza di "Cavaliere al Merito della repubblica Italiana. Fa parte del gruppo di esperti CNU Agcom. E' fra i 25 esperti di digitale scelti dalla Rappresentanza Italiana della Commissione Europea. La sua ultima pubblicazione: Oltre Orwell il gemello digitale anima la discussione culturale sul doppio digitale che dalla macchina passa all'uomo. Già responsabile corsi di formazione del Digital Lab @fieg, partecipa al GTWN (Global Telecom Women's Network) con articoli sulla rivista Mobile Century e sui libri dell'associazione. Per Ars Electronica (uno dei premi più prestigiosi nel campo dell'arte digitale) ha scritto nel catalogo "POSTCITY". Già docente universitaria alla Sapienza e alla LUISS.