Elio Matassi, un amico, un filosofo che con la sua infaticabile voglia di comunicare, di dialogare ha animato il dibattito sulla persona digitale promosso da Media Duemila. Dal suo ultimo scritto per Media Duemila: “L’identità digitale, a mio avviso, riesce a ridimensionare la collisione tra identità declinata nella versione privata e in quella pubblica, da un lato, dall’altro, riesce anche a ridurre le distanze tra l’identità, il primato logico dell’identità e la necessaria apertura all’alterità. Se è vero che l’identità digitale presenta aspetti inevitabilmente ‘falsi’ – per usare un aggettivo tipicamente adorniano – è impossibile non riconoscerne il ruolo fondamentale nel mettere radicalmente in discussione le categorie identitarie tradizionali”.
Due anni fa ci siamo conosciuti e da allora per noi è diventato un punto di riferimento. Come scrive Quirino Principe su Il Sole 24 Ore: “Matassi è una figura ideale… pronto ad inabissarsi con irruenza nelle profondità dell’analisi e dell’esplorazione di rare esperienze di pensiero, ma anche per indole, generosamente comunicativo, incapace di arrestarsi a mezza strada, prima di aver dimostrato, illuminato, persuaso”. Affrontare la sua assenza è difficile, ora il mondo è senz’altro più povero.