Sono molte le presentazioni organizzate per l’ultimo numero di Limes, la rivista italiana di geopolitica, dal titolo “Media come armi”. Il magazine del Gruppo Editoriale l’Espresso dedica il primo numero del 2012 ai mezzi di comunicazione di massa, analizzando attraverso interviste e articoli, il loro ruolo nello scacchiere geopolitico globale. Le questioni economiche, politiche e culturali che si sono aperte dalla nascita di internet e dei nuovi modi di comunicare sono terreno fertile di dibattito e di studio non solo per importanti personalità del mondo del giornalismo, della scienza e della cultura, ma anche per tutti quei lettori e navigatori del web che vogliono diventare cittadini consapevoli della verità del nostro presente.
Gli amici di sempre di Media Duemila come il direttore scientifico della nostra rivista Derrick De Kerckhhove, docente di Sociologia della cultura digitale all’Università Federico II di Napoli e Michele Mezza, direttore di mediasenzamediatori.org, comunità di analisi e confronti sulla geopolitica dei media, sono tra i molti autori che rivelano tutte le possibili sfaccettature di un mondo che cambia a velocità fulminea. “Mai come oggi – afferma De Kerckhove nell’intervista pubblicata da Limes – tante persone nella storia dell’umanità possono reperire e condividere contenuti e informazioni. (…) ma “il divide più rilevante tra gli utenti “ è che “solo alcuni sanno usare sistemi di protezione dell’identità (…) e sono pochissimi, invece, gli utenti che si preoccupano di tutelare la propria privacy. D’altra parte, grazie a Internet, diminuisce il divario tra poveri e ricchi (…) L’attitudine strategica e geopolitica del mezzo – continua De Kerckhove – è quella di alterare i rapporti tra le forze; spesso svela interessi nascosti, come nei casi di WikiLeaks (…)”.
Ma, tra i vari articoli di Limes, non manca una dettagliata analisi del rapporto tra libertà d’impresa e tutela della proprietà intellettuale, indagine che si allarga disegnando contorni diversi da quelli che conosciamo, svelando orizzonti insoliti ritratti attraverso i nuovi protagonisti globali come la Cina che, secondo Mezza, “da officina del mondo si sta candidando a diventare il database globale”. Tuttavia, gli autori che offrono il loro contributo sono moltissimi. Duecentotrenta pagine che spaziano dall’evoluzione del mercato dei media al ruolo di internet e dei social network, passando per le rappresentazioni mediatiche delle grandi questioni del nostro tempo: conflitti, sommovimenti nel mondo arabo e musulmano, crisi economico-finanziaria, futuro dell’Europa e della moneta unica, per capire dove siamo, cosa stiamo facendo e dove stiamo andando.
La pubblicazione si trova nelle edicole e nelle librerie.

Articolo precedenteMinori online: l’Ue pensa a una direttiva
Articolo successivoAgcom: i dati che fotografono un tele-paese innamorato del telefonino