Dal settembre 2017 il Governo – con capofila il Ministero dello Sviluppo Economico (MISE), guidato da Carlo Calenda – è impegnato in uno sforzo politico ed economico di portata straordinaria per rendere l’innovazione tecnologica strutturale nel tessuto industriale nazionale. Un impegno noto tra gli addetti ai lavori come Piano ‘Industria 4.0’ a cui Media Duemila ha voluto dedicare uno speciale in distribuzione in questi giorni.

Gian Paolo Balboni (Digital Transformation Evangelist) offre una panoramica sull’ industria manifatturiera trasformata dal digitale, percorso e obiettivi. Non poteva mancare il parere del direttore Stefano Firpo (Direttore Generale per la Politica Industriale, la Competitività e le PMI del MISE) che definisce il Piano una tappa necessaria per far ritrovare al sistema industriale italiano la competitività smarrita negli ultimi quindi anni.

“Abbiamo voluto dare al Paese una grande opportunità di rilancio degli investimenti. Era urgente, trovandoci di fronte, secondo dati UCIMU, a un parco macchinari con un’età media di 13 anni, e che pertanto presentava un rischio elevato di obsolescenza. I risultati diventeranno più evidenti solo dall’anno prossimo, quando potremmo avere contezza, attraverso i bilanci 2017, della effettiva capacità di traino delle misure adottate. Qualche primo dato sembra comunque dare indicazioni confortanti. Sono ad esempio significativi i dati sugli ordinativi già registrati a marzo 2017, tutti con tassi di crescita a doppia cifra: ad esempio sulle macchine utensili abbiamo un +22%, sul software un +15%. Il contributo degli investimenti alla crescita del PIL si vedranno nei prossimi mesi ma già mi aspetto qualche segnale positivo sul secondo e terzo quadrimestre di quest’anno. La strada per spingere crescita e investimenti è stata finalmente intrapresa, ma non dobbiamo accontentarci di un piccolo recupero sul PIL di qualche frazione percentuale. La nostra ambizione deve essere quella di creare molta più ricchezza – commenta Firpo”.

Pierdomenico Perata (Rettore Università Sant’Anna di Pisa) commenta in maniera positiva il piano del Ministro Calenda, perché a suo dire Università, impresa e Stato uniti possono far crescere il Paese.

“Le competenze universitarie devono certamente avere ricadute sul sistema industriale ed anche qui, se si è mediocri, l’impatto è zero. Il mio proporre l’eccellenza quale sistema significa cambiare la regola che fa decidere allo Stato il settore da finanziare. Il piano del Ministro Calenda rivoluziona questa pratica e dunque lo apprezzo –afferma Perata –“.

Dell’aria che tira fra le aziende in merito al Piano Industria 4.0 del Governo ce ne parla Luigi Perissich, Consigliere per Europa, Ricerca e Digitalizzazione Industriale di Confindustria Servizi Innovativi e Tecnologici (Confindustria SIT).

“Stiamo svolgendo un pressing per ottenere una significativa estensione temporale dei benefici dell’iper ammortamento per i beni di Industria 4.0 in quanto è una politica industriale che, per riuscire, deve avere una prospettiva temporale di diversi anni e puntare su una trasformazione delle imprese che nasce da una loro completa reingegnerizzazione digitale – commenta Perissich –“.

Franco Deregibus responsabile del centro Digital Innovation Hub Piemonte (DIHP), nato su iniziativa dell’Unione Industriale di Torino e che vede il coinvolgimento di tutte le Associazioni Territoriali Piemontesi, descrive la struttura che persegue un modello snello e concreto per dare un supporto operativo alle imprese. Il coinvolgimento bottom-up del territorio, con università e centri di eccellenza, è la scelta strategica fatta a supporto della crescita e dello sviluppo economico dell’intera Regione.

Non poteva non mancare la visione delle aziende con Mediaset, Rold e IBM.

Il Piano ‘Industria 4.0’ è destinato a incrociare la strada soprattutto dei settori produttivi che quotidianamente hanno a che fare con le nuove tecnologie. Tra questi, il sistema dei media è sicuramente in prima linea. Da anni ormai è in corso un processo di continua trasformazione dei formati e del modo di fruizione dei contenuti da parte degli utenti. In questo senso, un ruolo fondamentale è rivestito dalle infrastrutture, dai sistemi di trasmissione e organizzazione dei ‘messaggi’. Di questi aspetti prevalentemente tecnici ne abbiamo parlato con Alessandro Capuzzello, ingegnere elettronico e responsabile Governance, Innovation e Security in RTI-Mediaset.

Laura Rocchitelli, Presidente e membro del CdA di Rold Spa ci racconta l’evoluzione del gruppo ed i nuovi scenari con la nascita del Piano Industria 4.0. Rocchitelli ribadisce l’importanza della formazione anche in questo contesto: “L’industria 4.0 vuol dire cambiamento delle competenze e delle figure professionali e abbiamo bisogno che ci vengano dietro mondi diversi come l’educazione”.

Andrea Boccotti, Global Business Service Consultant di IBM Italia parla dell’importanza delle risorse informatiche, tasselli centrali nello sviluppo industriale. “La raccolta, l’archiviazione e la gestione dei dati e dei processi produttivi sono le basi da cui oggi deve partire qualsiasi slancio innovativo. Non fa eccezione il ‘Piano Industria 4.0’ – commenta –“.

La grande Mutazione come la definiva Giovanni Giovannini ritorna in questo numero con Paolo Dario che già nel lontano 2004 nelle pagine di Media Duemila aveva anticipato quanto voleva creare e conferma che l’ingegnere rinascimentale oggi è realtà.

“C’è una cosa in cui credo moltissimo e che, è forse, il vero e più importante obiettivo mio e del nostro gruppo di bioingegneri robotici della Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa per i prossimi anni – si legge nell’intervista di marzo 2004 – contribuire significativamente a progettare ed educare una nuova figura di ingegnere, magari di nicchia (anche se ci auguriamo di no) ma davvero prezioso per il nostro Paese. Un ingegnere che, secondo noi, non è altro che, una versione moderna e aggiornata di quello che furono gli ingegneri italiani del rinascimento”.

Non poteva mancare la visione politica con Gaetano Quagliariello, ministro per riforme costituzionali nel governo Letta e fondatore di un nuovo soggetto politico, IDeA – Identità e Azione. Sul Piano Calenda dice che è un buon inizio ma dobbiamo fare di più nel campo delle Start Up per permetter ai giovani di restare.

Maurizio Gattiglio (EFFRA) ci fornisce una panoramica europea su industria 4.0, obiettivi e opportunità che si stanno delineando.

Per finire Stefano Palumbo (sociologo) puntualizza su pro e contro del Piano.

Piano Industria 4.0

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Sara Aquilani
Ha conseguito la laurea in Scienze della Comunicazione presso l'Università degli Studi della Tuscia e si è specializzata in Editoria e Giornalismo presso l'Università LUMSA di Roma. Attualmente lavora per TuttiMedia/Media Duemila.