Mediaset sposta la sua sede legale, ma non quella fiscale, in Olanda. “La scelta olandese è stata fatta perché le regole locali ci consentono di affrontare la metamorfosi del mondo dei media con una stabilità di azionariato e di gestione”, ha dichiarato Piersilvio Berlusconi a latere dell’annuncio ufficiale del trasferimento. “Un modo”, ha aggiunto “per evitare i problemi di altre aziende italiane come quelle del settore delle telecomunicazioni dove tutto continua a cambiare ogni due per tre”, alludendo molto probabilmente all’affaire Vivendi- Telecom Italia. Infatti, secondo la legge olandese, l’azionista di maggioranza relativa detiene anche la maggioranza assoluta in sede di CdA. Ciò significa che anche con una quota, supponiamo, del 30%, l’azionista di maggioranza può contare su un potere di voto superiore al 50%. In questo modo, giocoforza, il controllo di un’azienda è molto più diritto.
L’obiettivo è quello di formare (magari includendo anche la francese TF1, ma visti i rapporti tra i due paesi al momento è difficile fare previsioni) un network di tv generaliste gratuite europeo in grado di poter fronteggiare le OTT YouTube, Netflix, Amazon ecc… Per ora il gruppo di Fininvest ha spostato in Olanda anche la controllata “Mediaset Espana”, facendo confluire entrambe le aziende in Mediaset Investment N.V. (DutchCo), società di diritto olandese interamente e direttamente controllata da Mediaset, che assumerà la denominazione “MFE – MEDIAFOREUROPE N.V.” holding olandese quotata alle borse di Milano e Madrid. La mossa strategica, che assicurano dai vertici dell’azienda, non ha ragioni fiscali ma geografiche e legali, arriva in seguito all’acquisizione del 9,6% della tv tedesca ProsiebenSat, finalizzata lo scorso maggio.
“I network hanno ovviamente confini nazionali” ha dichiarato Berlusconi Jr. in un’intervista a “Repubblica”, “ma oggi dobbiamo avere presenza rilevante su nuove piattaforme. Lo sviluppo richiede investimenti onerosi e unire le forze tra boradcaster su questo fronte ha grande senso”. Non è di certo un caso che la mossa di Mediaset arrivi dopo la dichiarazione della scorsa settimana dell’acquisizione dell’operatore di pay-tv internazionale M7 da parte di Canal+. L’azienda francese, controllata da Vivendi, ha intenzioni simili a quelle dichiarate dal presidente di Mediaset e la vicinanza delle due manovre fa pensare a nuovi mutamenti nello scacchiere europeo nel breve termine.
Per ora l’azienda italiana fa sapere che il trasferimento ad Amsterdam porterà grandi risparmi, si parla di 100-110 milioni di euro entro il 2023 e net present value di circa 800 milioni di euro, oltre alla possibilità di produrre contenuti meno specifici e più facilmente vendibili anche nei mercati laddove il gruppo non è attualmente presente. Inoltre, sempre secondo fondi interne, saranno proposti dividendi per 100 milioni di euro e buy-back fino a 280 milioni di euro al perfezionamento della fusione. In attesa di vedere questo nuovo corso prendere piede e con degli ulteriori sviluppi possibili dietro l’angolo, sia Mediaset Italia che il suo omonimo spagnolo hanno fatto segnare rialzi molto significativi nelle quotazioni dei titoli presso le relative borse.
Insomma, sembra che i broadcaster europei si siano finalmente svegliati e stiano cercando di attuare manovre effettive per arginare lo strapotere delle corporation della Silicon Valley nel Vecchio Continente. Staremo a vedere.