Il seminario Il Metaverso: Il Diritto in una nuova dimensione? E’ stato organizzato presso la Luiss da Filiberto Brozzetti (Coordinatore dell’Area di Macchine Intelligenti e diritto, Luiss). Hanno partecipato Ugo Ruffolo, professore Emerito di Diritto Civile Alma Mater Studiorum Università di Bologna, Derrick de Kerckhove Professore emerito Università di Toronto e Direttore scientifico dell’Osservatorio TuttiMedia, Fabiana Di Porto, professoressa associata di Diritto dell’Economia e dell’Innovazione dell’Università di Salerno, Costanza Andreini (Public Policy Manager Meta, azienda socia dell’Osservatorio TuttiMedia) Gianluigi Ciacci, docente di Macchine Intelligenti e Diritto, Università Luiss e Michele Iaselli Docente di Macchine Intelligenti e Diritto Università Luiss.
Tutti d’accordo sul fatto che le ricadute e l’impatto di questa tecnologia richiedono al giurista conoscenza e attenzione perché il virtuale è parte della realtà da regolare.
Il Metaverso apre ad una nuova dimensione “non possiamo parlare di realtà semplicemente simulata ma neanche di realtà – dice Ugo Ruffolo – dobbiamo parlare di realtà estesa, una realtà quindi che intreccia e unisce le due dimensioni del reale e del virtuale costituendone una terza. Ma possiamo considerare il Metaverso, mondo senza odori, senza consistenza e senza sapori è un mero gioco di ruoli? No, se si pensa a giochi in cui emerge violenza o comportanti non consoni alla vita civile. Ed in più se è possibile che qualcuno venda la mia casa”.
Derrick de Kerckhove da antropologo cognitivo e non di un giurista sottolinea che “siamo di fronte a un salto di qualità nel rapporto antropologico tra uomo e macchina. La macchina sta creando un nuovo spazio vitale (immersivo, quindi occupabile, interattivo, quindi gestibile, e permanente, quindi teoricamente affidabile). Lo chiamo “immaginario oggettivo”, lo stato attuale di una lunga storia di interazione cognitiva e di evoluzione della mente con le tecnologie della comunicazione.
Oggi la domanda è se il Metaverso richieda una giurisdizione a sé stante, se si debba creare una nuova categoria giuridica o semplicemente applicare estensioni e adattamenti delle leggi esistenti”.
Per de Kerckhove le sfide legali da affrontare sono legate al fatto che in futuro bisognerà governare persone che convivono nelle stesse aree online e fisicamente in Paesi diversi; che bisogna contrastare vecchie e nuove forme di criminalità; scoraggiare le eccessive concentrazioni di potere dei fornitori di servizi del Metaverso; salvaguardare la proprietà virtuale; garantire la privacy degli utenti e la custodia dei dati sottostanti; proteggere la reputazione degli utenti e consentire la conduzione degli affari, l’effettuazione dei pagamenti senza dimenticare le questioni e le responsabilità mediche e il diritto di proprietà.
“Molti studenti di giurisprudenza ritengono che il Metaverso sia di per sé solo un gioco, una sensazione che spesso condivido – conclude – ma cosa succede quando diventa Cityverse, un’iniziativa dell’UE che aggiunge funzioni del Metaverso ai concetti e alle tecnologie delle città intelligenti e gemelle”.
E la parola passa a Costanza Andreini che in quanto rappresentante di Meta tranquillizza relatori e pubblico: “Probabilmente il Metaverso sarà una tecnologia matura fra una decina di anni – precisa – quindi abbiamo tutto il tempo per dibattere e disegnarlo al meglio. Personalmente non ho una risposta per le tante domande emerse in questo incontro. Penso, però, alla possibilità di estendere il diritto esistente alla realtà virtuale”.
Per Costanza Andreini la policy a livello nazionale e internazionale non ha ancora trovato un equilibrio, è difficile disciplinare le tante diversità e la tanta complessità che si trovano nei mondi virtuali, ma un primo passo è prediligere l’interoperabilità. Sull’interoperabilità cita Calvino che la definiva la capacità di far parlare mondi differenti: “L’ interoperabilità – conclude – permette la possibilità di interconnessione tra mondi con diverse tecnologie e questo ha un impatto anche sui diritti che si esercitano. Ad esempio quando creo un avatar se lo trasferisco in un altro mondo virtuale, devo affrontare oltre il problema tecnico anche quello di natura giuridica”.
Operatori di diritto, tecnici ed esperti dovrebbero, dunque avere la possibilità di lavorare insieme in questa fase creativa e costitutiva del Metaverso ed è quello che si è proposto di fare Filiberto Bronzetti avviando la serie di seminari a tema che mette insieme persone competenti dei vari settori: “Parlare di metaverso per capire quali saranno le regole che ci si applicheranno e quale è il ruolo del giurista, del regolatore, del legislatore e dei soggetti privati – precisa Brozzetti – è lo scopo della serie di seminari che ho avviato con questo appunatemento.”