Mercoledì 17 ottobre a Roma presso l’Iis Leonardo Da Vinci la Fondazione Mondo Digitale ha presentato i primi risultati raggiunti con Computer Science First, la piattaforma gratuita di Google che aiuta i docenti ad acquisire velocemente le competenze digitali per integrare la didattica con metodologie più efficaci. Nel corso della giornata di confronto Mirta Michilli, direttore generale della Fondazione Mondo Digitale ha parlato di digital transformation della società e della scuola.

Mirta Michilli, a che punto è la scuola digitale?

Le statistiche non ci posizionano benissimo, su una classifica di 28 Paesi l’Italia è posizionata al 25esimo posto. In classe gli insegnanti hanno difficoltà con le digital skills e le competenze nel digitale. Noi abbiamo già formato 387 insegnanti tra Milano, Roma e Napoli ma ovviamente ciò non basta.

Perché siamo così indietro nel digitale?

Succede poiché noi utilizziamo sì la tecnologia, gli italiani di molte fasce d’età ne sono grandi consumatori, ma la usiamo passivamente. I problemi nascono quando bisogna utilizzare la tecnologia per farci effettivamente qualcosa. C’è bisogno di una formazione attiva all’uso degli strumenti digitali accompagnando la popolazione all’alfabetizzazione in questo senso. Un Paese per essere produttivo ha bisogno di lavoratori qualificati e il mondo della scuola e della tecnologia non sono certo un’eccezione.

Quali sono stati i primi risultati per Computer Science First?

Cominciamo col dire che Google ha scelto l’italiano per tradurre la prima volta la piattaforma in un’altra lingua diversa dall’inglese. Lavorando in questo campo ci siamo resi conto che al Paese servono più laureati e da qualche anno come Fondazione Mondo Digitale ci stiamo occupando molto di orientamento universitario. Google, comunque, ha posto l’attenzione specialmente su scuola primaria e media. C’è molto entusiasmo attorno al progetto ma le opportunità sono ancora poche. Manca una visione politica organica ed investimenti da parte del Governo.

È davvero possibile integrare la didattica con le nuove tecnologie?

Non solo penso sia possibile ma che sia addirittura essenziale. La Storia un tempo la leggevamo dai libri, adesso possiamo immergerci nella Storia grazie alla realtà virtuale ad esempio. Non parliamo soltanto di conoscenza, ma di codici. Abbiamo a disposizione, tramite gli strumenti giusti, un’enorme quantità di dati che vanno però gestiti, interpretati. Prendiamo il caso di un’insegnante romana, una docente di sostegno da poco nominata “animatrice digitale”. Si è appassionata subito alla piattaforma Cs First che trova molto versatile per l’uso didattico, anche per i bambini con bisogni speciali. Ora sta costruendo un percorso sul ciclo dell’acqua, “che risulta molto più efficace di un cartellone statico”. Coinvolgendo tutti i bambini sta realizzando anche lezioni speciali per le materie curriculari, come storia e geografia, per coinvolgere in modo naturale le colleghe con più resistente. Sta incontrando molte difficoltà perché la scuola non ha risorse digitali adeguate, a partire dal collegamento internet “a intermittenza”, ma si arrangiano con strumenti e dispositivi personali.

Mirta Michilli

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Francesco Ferrigno
Giornalista, esperto di comunicazione, copywriter. Laureato in Scienze della Comunicazione e successivamente specializzato in digital journalism e content marketing. Collabora con diversi quotidiani, portali web e agenzie di comunicazione, tra cui Media 2000, Antimafia 2000, iGv Network, Il Mattino.