I risultati delle elezioni Europee, che in Italia hanno visto una netta vittoria del Partito Democratico con oltre il 40% delle preferenze, sono stati commentati da Mario Morcellini, direttore del dipartimento di comunicazione e ricerca sociale presso l’università La Sapienza di Roma.
Renzi ha doppiato Grillo e ha distanziato Berlusconi, lei come legge questi dati?
“Con tre osservazioni: come l’incapacità dei sondaggi di prevedere le dinamiche elettorali, la difficoltà dell’informazione a reggere una campagna di questo genere e la richiesta della maggioranza dell’elettorato di esprimere un voto anti-Grillo”.
Solo per quest’ultimo motivo ha vinto il Pd?
“Dobbiamo tenere conto che c’è una rendita di posizione del Partito Democratico già forte e significativa: è uno dei pochi partiti che non vede da tempo compromessa la base elettorale del 25%. Quindi è chiaro che se si parte da questa tradizione di bacino l’arrivo di un nuovo leader, mediaticamente efficace, che si accompagna alla forte capacità di smobilitare le vecchie tendenze geopolitiche, ha permesso di pescare una vasta area di elettorato nel disagio del centro e nel centrodestra”.
Grillo ha commentato la sconfitta con un video e ha affermato che la mancata vittoria è stata colpa dei pensionati che non vogliono il cambiamento.
“Merita di essere pensionato lui”.
Per Berlusconi è la mazzata decisiva oppure cercherà di corteggiare Alfano e la Lega Nord per rifondare il Pdl?
“Credo che il leader di Forza Italia non abbia avuto un sconfitta paragonabile a quella del MoVimento 5 Stelle, perché non ha detto “vinciamo noi” e si accontentava di ridimensionare le perdite. Se osserviamo i risultati elettorali del centrodestra, sorprendentemente, il suo elettorato, pur con qualche fatica, ancora c’è: è in crisi, ma non si può dire che è finito”.
A proposito della Lega Nord, Salvini ha ottenuto più preferenze di tutti. In Francia ha trionfato il partito di estrema destra. Secondo lei che Unione europea si andrà a delineare?
“Sarà un’Unione Europea in cui l’Italia sarà rappresentata con un’autonomia diversa rispetto al passato perché Renzi è molto più forte sullo scenario internazionale che su quello nazionale. Il segretario del Pd ha avuto la performance più alta dal punto di vista delle percentuali. L’altra vincitrice, Merkel, ha perso voti. Il premier italiano ha guadagnato consensi in modo straordinario”.
Luigi Garofalo