di LIVIA SERLUPI CRESCENZI –
“L’Università e il Cnr hanno le competenze necessarie per rilanciare la crescita del paese e con le imprese dobbiamo lavorare per progettare la ricerca insieme fin dal suo concepimento”. Il presidente del Consiglio Nazionale delle Ricerche Cnr, Luigi Nicolais lo ha sottolineato in apertura dei lavori dell’ottava edizione di Nanoforum, evento che si è tenuto presso la Facoltà di Ingegneria di Roma lo scorso settembre. La ricerca, dunque, è stata protagonista durante questa manifestazione, che non ha voluto essere propriamente un convegno scientifico ma una vetrina, oltre che un’occasione di incontro per aziende e centri di ricerca italiani e stranieri nel campo delle nanotecnologie. Una mostra convegno nata per favorire i processi di trasferimento tecnologico dal mondo della ricerca scientifica a quello dell’impresa nel settore delle micro e nanotecnologie.
Risale al discorso tenuto dal fisico statunitense, premio Nobel per la fisica Richard Feyman, nel 1959, dal titolo “There’s plenty of room at the bottom”, il primo riferimento alle nanotecnologie. Fu lui che sviluppò per primo la possibilità di manipolare direttamente atomi e molecole. Nel mondo “nano” la scala di misura è la nanometria ed un nanometro corrisponde ad un milionesimo di millimetro. L’impatto che tale forma di ricerca può avere sulla società è importante perché apre nuove prospettive per la soluzione di problemi mondiali come quelli ambientali o nel campo della medicina ad esempio. Le nanotecnologie consentono, di fatto, di realizzare prodotti e processi per usi più specifici, risparmiare risorse grazie a materiali, componenti e sistemi più piccoli, più leggeri, più rapidi e più efficaci.
“L’obiettivo di questo forum – sottolinea Paolo Occhialini, coordinatore del distretto tecnologico Bioscienze Lazio e Filas Spa – è diffondere la cultura della scienza e della tecnologia. In Italia abbiamo ancora poche attività produttive basate sulle nanotecnologie. C’è quindi un basso recepimento produttivo da parte dell’industria di questa attività scientifica a fronte di un importante uso in ambito universitario e scientifico. I distretti tecnologici sono quindi un elemento essenziale per ottimizzare il lavoro della ricerca, ma servono politiche ad hoc volte a rafforzare il rapporto tra ricerca e industria. Molto quindi c’è da fare sulla metodologia e la cultura della partnership. In questo senso sarebbe molto importante che la collaborazione tra pubblico e privato, industria e ricerca, si instauri sin dall’inizio dell’attività scientifica”.
La nanotecnologia opera per sua natura in ambito multidisciplinare. Gli ambiti di ricerca sono tra gli altri la biologia molecolare, la chimica, la scienza dei materiali, la fisica, l’ingegneria meccanica, l’ingegneria chimica e elettronica.
Applicata al campo biomedicale la nanoteconologia prende in esame, tra gli altri, tre settori di largo interesse: la diagnostica, il drug delivery mirato e la medicina riabilitativa. La sua importanza è stata confermata anche, nel 2005, dall’Unione Europea indicandola come un tassello essenziale per lo sviluppo del nostro continente. L’obiettivo quindi, secondo il ricercatore Fabrizio Pirri dell’Istituto Italiano di Tecnologia del Politecnico di Torino, è quello di creare farmaci e strumenti che operino in modo selettivo e mirato sulle cellule, ma anche quello di raggiungere con questi strumenti tecnologici il mercato consumer nel settore della diagnostica. Nanomedicina e Ict devono riuscire a creare un’unica piattaforma low cost e integrata. Creare strumenti da banco, che siano in grado di fare analisi a basso costo, distribuiti sul territorio in modo capillare, arrivando fino all’utilizzo di cellulari e tablet per renderli portatili e abbattere i costi che la nanotecnologia ha oggi.
La nuova rivoluzione è cominciata quindi, ma nel piccolo, anche se questa edizione del Nanoforum 2012 ha avuto un programma culturale estremamente ampio e articolato con 16 sessioni di conferenza, 70 relatori e oltre 50 aziende, enti e centri di ricerca coinvolti. Si è arricchita, poi, di una sezione per la “Call for Startup”, un’iniziativa ideata per dare visibilità e valorizzare nuove imprese in grado di offrire al mercato soluzioni e prodotti innovativi grazie all’utilizzo delle micro e nanotecnologie.
L’infinitamente piccolo sarà sempre più importante, in questa nuova rivoluzione scientifica e tecnologica, per tornare a pensare in grande e rilanciare tutti i settori indispensabili per la crescita del paese.
Livia Serlupi Crescenzi
media2000@tin.it