“Una Nato più forte in un Mondo più pericoloso”. Il segretario generale dell’Alleanza atlantica Jens Stoltenberg racchiude in questa formula contesto e risultati del Vertice della Nato a Vilnius: l’Alleanza ne esce più forte perché l’adesione della Svezia, dopo quella della Finlandia, è ormai certa, essendo caduto il veto turco; e perché s’è dotata “dei piani di difesa più completi dalla fine della Guerra Fredda” e “dispone di 300.000 uomini ad alto livello di pronto intervento, compresa una notevole potenza aerea e navale“. Obiettivo: contrastare le sue due “principali minacce”, ovvero “la Russia e il terrorismo”.

Missione compiuta, dunque, per i capi di Stato e/o di governo dei 31 – presto 32 – Paesi alleati? C’è il nodo dell’adesione dell’Ucrainahttps://www.media2000.it/?s=ucraina che crea fermenti, al di là dell’unanime rinnovato sostegno al Paese aggredito e invaso dalla Russia. Una data d’ingresso non c’è (né poteva esserci, come chiarito alla vigilia del Vertice dal presidente Usa Joe Biden).

Il problema –precisa Stoltenberg – non è “se” l’Ucraina entrerà nella Nato, ma “quando” e come: Kiev sarà invitata “quando gli alleati saranno d’accordo e le condizioni d’ingresso saranno soddisfatte”, cioè non prima che il conflitto sia concluso. Altrimenti, l’adesione significherebbe l’automatica e immediata entrata in guerra contro la Russia di tutti i Paesi Nato.

Per i leader alleati, l’impegno à un segnale di sostegno a Kiev chiaro. Ma il presidente ucraino Volodymyr Zelensky trova “inaudito e assurdo” che da Vilnius non esca “una data d’invito e d’adesione dell’Ucraina alla Nato” e che anzi “si aggiungano strane formule sulle condizioni d’invito”. A (parziale) consolazione, Kiev riceve ulteriori aiuti militari e promesse d’aiuti: da Usa – bombe a grappolo e forse missili a lunga gittata -, Francia e molti altri Paesi alleati.

Stoltenberg prova ad addolcire la pillola: “Abbiamo una forte visione del futuro ucraino e avviciniamo l’Ucraina alla Nato…”. Il ministro degli Esteri ucraino Dmytro Kuleba ribatte: “L’Ucraina non va tenuta in un limbo: c’erano le condizioni perché ricevessimo un invito…”. Senza contare che le indecisioni della Nato possono ’ringalluzzire’ la Russia.

Visto da Mosca, del resto, l’allargamento della Nato è un ampliamento della minaccia, non certo della sicurezza. L’esito del Vertice avvicina la Terza Guerra Mondiale, sostiene il vicepresidente del Consiglio di Sicurezza russo Dmitry Medvedev, un ex presidente ed ex premier. “L’Occidente, completamente impazzito, si caccia in un vicolo cieco”, scrive. Ma il vicolo cieco è l’invasione dell’Ucraina.

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Giampiero Gramaglia
Giornalista, collabora con vari media (periodici, quotidiani, siti, radio, tv), dopo avere lavorato per trent'anni all'ANSA, di cui è stato direttore dal 2006 al 2009. Dirige i corsi e le testate della scuola di giornalismo di Urbino e tiene corsi di giornalismo alla Sapienza.