Angelo Raffaele Meo
Angelo Raffaele Meo

di MARIA PIA ROSSIGNAUD –

L’Italia che perde pezzi, Telecom alla Spagna il parere ad Angelo Raffaele Meo esperto di questo delicato settore economico.

“Sono da sempre contrario alla liberazione nel settore delle reti di comunicazioni, come nelle reti di ogni altro settore determinante per l’economia di un Paese. La ragione sta nel fatto che nei settori industriali più importanti vigono le economie di scala, di cui se ne parla spesso, ma se ne capisce poco. Spiego perché: se A possiede da solo un telefono non succede nulla. Se i possessori sono 2 (A e B) è prevedibile almeno una telefonata al giorno. Se diventano 3 (A, B, C) le telefonate al giorno saranno tre. Facendo i conti si scopre che il numero delle telefonate fatte, cioè il fatturato di una azienda di telecomunicazioni cresce come il quadrato del numero degli utenti. Se una società ha i clienti pari al 40% del mercato, ed un’altra arriva solo al 20% dello stesso mercato, il fatturato della prima è pari a 4 volte quello della seconda. Questo significa che la prima può fare investimenti cha all’altra sono preclusi. Nel mercato di telecomunicazioni così come in altri comparti industriali c’è spazio per un solo operatore e uno soltanto”.

Solo un operatore, nessuna concorrenza?

“Se l’operatore è unico chiaramente penso allo Stato, perché per definizione è più attento agli interessi collettivi”.

Possiamo immaginare di cancellare una privatizzazione e tornare indietro?

“No certo, ma una cosa può ancora essere fatta. Lo scorporo delle infrastrutture trasmissive da affidare a mani pubbliche e solo pubbliche. Lasciando ai privati il comparto della fornitura del servizio, realizzabili su queste infrastrutture”

I dati come criticità…

“Sicuramente si, non si può affidare a entità diverse dallo Stato la gestione di dati sensibili dal punto di vista della sicurezza. Tuttavia non è questa la questione centrale, perché se si studiasse un po’ di più, la sicurezza si può attuare anche su una rete posseduta da altri. La questione centrale è economica. Si perde indipendenza strategica dal punto di vista economico”.

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Maria Pia Rossignaud
Giornalista curiosa, la divulgazione scientifica è nel suo DNA. Le tecnologie applicate al mondo dei media, e non solo, sono la sua passione. L'innovazione sociale, di pensiero, di metodo e di business il suo campo di ricerca. II presidente Sergio Mattarella la ha insignita dell'onorificenza di Cavaliere al Merito della Repubblica Italiana. Vice Presidente dell’Osservatorio TuttiMedia, associazione culturale creata nel 1996, unica in Europa perché aziende anche in concorrenza siedono allo stesso tavolo per costruire il futuro con equilibrio e senza prevaricazioni. Direttrice della prima rivista di cultura digitale Media Duemila (fondata nel 1983 da Giovanni Giovannini storico presidente FIEG) anticipa i cambiamenti per aiutare ad evitare i fallimenti, sempre in agguato laddove regna l'ignoranza. Insignita dal presidente Mattarella dell'onorificenza di "Cavaliere al Merito della repubblica Italiana. Fa parte del gruppo di esperti CNU Agcom. E' fra i 25 esperti di digitale scelti dalla Rappresentanza Italiana della Commissione Europea. La sua ultima pubblicazione: Oltre Orwell il gemello digitale anima la discussione culturale sul doppio digitale che dalla macchina passa all'uomo. Già responsabile corsi di formazione del Digital Lab @fieg, partecipa al GTWN (Global Telecom Women's Network) con articoli sulla rivista Mobile Century e sui libri dell'associazione. Per Ars Electronica (uno dei premi più prestigiosi nel campo dell'arte digitale) ha scritto nel catalogo "POSTCITY". Già docente universitaria alla Sapienza e alla LUISS.