di FORTUNATO PINTO –
La visita nella Corea del Nord di Eric Schmidt, secondo notizie ufficiali, non è stata motivo di accordi tra Google e lo stato più blindato al mondo per quanto riguarda le comunicazioni ma, in realtà, si è trattato di un viaggio a scopi umanitari con il governatore del New Mexico. Pochi giorni dopo però a partire dal Daily Telegraph è rimbalzata la notizia che gli utenti della Rete, in particolare quelli che utilizzano il servizio Google Maps Maker, hanno reso possibile la mappatura dello stato di Pyongyang per la prima volta su mezzo diverso dalla carta, grazie anche alle immagini satellitari che sono di pubblico dominio.
Con il servizio di crowdsourcing di Google, infatti, gli utenti interessati alla geografia internazionale sono riusciti a creare strade, edifici e addirittura le indicazioni dove si trovano i gulag, in cui sono recluse almeno duecentomila persone in condizioni precarie, costrette ai lavori forzati. Questo servizio è stato usato per creare ciò che il regime nordcoreano non permette di verificare a causa delle norme fortemente restrittive: la pubblicazione di maggiori dettagli di questo territorio è stata, probabilmente, – come riportato da Choe Sang-hun e Claire Cain Miller del New York Times – una buona occasione per porre maggiore interesse sullo stato politico e umanitario del paese sud asiatico.
Probabilmente lo scopo di Pyongyang dell’incontro con Schmidt è quello di creare servizi digitali rigorosamente interni alla Nord Corea, usando le tecnologie di Google, come le email o il cloud compouting. Le mappe aggiornate dagli utenti di Google Maps Maker diventeranno, invece, un’opportunità per tutti i cittadini al di fuori di quello stato, alcuni di essi saranno turisti interessati, come Richard Hintz: maker intervistato dal Washington Post, il quale ha collaborato alla comunità di Big G inserendo anche alcune aree di interesse molto delicato come la base in cui vengono lanciati i satelliti nella stessa Corea del Nord oppure in Siria, nei territori dedicati al lancio dei missili da guerra. Altri utenti invece saranno quelli che vivono prevalentemente in Sud Corea e nella quale sono emigrati sfuggendo al regime ma che vogliono ricordare in qualche modo i territori una volta abitati.
Mentre in Nord Corea solo pochissimi utenti hanno la possibilità di collegarsi ad Internet e sono costretti ad utilizzare una intranet ultra-controllata, nel resto del mondo milioni di utenti sono liberi di connettersi e condividere ciò che vogliono. A seguito della pubblicazione delle nuove mappe Google, infatti, alcuni individui hanno inserito recensioni e commenti sui luoghi creati nelle zone nordcoreane dai toni molto poco rispettosi, come riportato dal blog Tech News Daily: i cosiddetti “troller” hanno commentato gli ospedali, i ristoranti e addirittura i gulag ironizzando sullo stato in cui vivono i prigionieri. Ennesima dimostrazione di come Internet possa essere al contempo luogo di apertura e condivisione ma anche arretratezza e meschinità.
Fortunato Pinto
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