The show must go on. La malattia pandemica ha fatto annullare mille iniziative programmate e ormai entrate come inamovibili nell’immaginario collettivo. A cominciare dall’8 marzo al Quirinale, data in cui il Presidente Mattarella, come negli anni precedenti avrebbe raccolto le donne di talento del Paese in una cerimonia, ogni anno toccante e significativa, annullata due giorni prima per l’incalzare dei contagi e della tragica prima ondata.
Si è scoperto, però, che, sia pure senza il calore e il coinvolgimento emotivo propri degli eventi in presenza, era possibile – ma lo è stato possibile da anni, solo che gli eventi non ci costringevano a farlo – realizzare iniziative on line, chiamando a raccolta i relatori, gli ospiti su una piattaforma realizzando un webinar. Media Duemila dal 1983 si fa profetica promotrice del futuro, dunque, non faceva altro che applicare nel quotidiano quel modus operandi di cui si era fatta, prima fra tanti portavoce. Cosicché, facendo di necessità virtù, nel pomeriggio dello scorso 10 dicembre si è organizzata la XII edizione del Premio “Giovanni Giovannini – Nostalgia di Futuro”, nella consueta alleanza virtuosa fra la rivista che ebbe Giovannini come padre e l’Osservatorio TuttiMedia (OTM), che associa i principali media nazionali, anch’esso intuizione di Giovannini, ai tempi in cui fu presidente della FIEG.
L’evento non era procrastinabile: nel 2020, infatti, il grande giornalista, manager, scrittore, europeista, profeta del digitale avrebbe compiuto 100 anni e la ricorrenza doveva trovare un’adeguata celebrazione, per rivendicare una volta di più il suo ruolo di innovatore e di apostolo di una comunicazione avulsa dalle paludi delle fake news.
Secondo una formula che già negli anni precedenti si era rivelata di successo, accanto alla premiazione, si è svolta una riflessione sull’attualità (ma anche – e soprattutto – sul futuro, secondo un imprinting ‘giovanniniano’) che è partita da un bouquet di temi proposti dal sociologo Derrick de Kerckhove, direttore scientifico dell’OTM: “Reset con Covid: Informazione, Ambiente, Pandemia, Pregiudizi”, Vi hanno partecipato esponenti delle Aziende e degli Organismi soci dell’Osservatorio TuttiMedia, nonché appartenenti all’IAA, Italy Chapter – la declinazione italiana dell’International Advertising Association – e allievi del Politecnico di Milano e della Scuola di Giornalismo dell’Università di Urbino. Un modus operandi stimolante, il cui composito e stimolante melting pot certamente avrebbe trovato il sostegno di Giovannini.
L’INCIPIT DELL’INCONTRO CON L’INTERVENTO DEL SOTTOSEGRETARIO ALL’EDITORIA MARTELLA
Nell’introdurre l’incontro, Franco Siddi, presidente di Osservatorio TuttiMedia ha sottolineato come nella lotta contro le conseguenze socioeconomiche e sull’informazione della pandemia, donne e giovani hanno un ruolo di primo piano. Inoltre, ha valorizzato l’interazione nell’OTM dei mondi della tecnologia, della finanza, della tecnologia, delle aziende, della pubblicità, della carta stampata, della TV per dialogare sempre di più e crescere in sinergia sulla via dello sviluppo.
Successivamente, si è collegato il sottosegretario all’Editoria, Andrea Martella:
“Momenti di riflessione come questi ha detto – sono utili per farci uscire dalla cronaca e guardare al futuro con la mente libera dalla angoscia del presente, sapendo che il modello attuato fino ad ora non funziona. Abbiamo bisogno di un’informazione libera da pregiudizi che ci traghetti fuori da questo contesto. Recovery Fund e Next Generation Plan sono tutti strumenti che useremo anche che far uscire l’Editoria dal tunnel della crisi. Ecco perché dibattiti che sottolineano l’importanza dell’informazione pubblica, utile a combattere l’ignoranza, sono occasioni preziose.”
La direttrice di Media Duemila e vicepresidente di OTM, Maria Pia Rossignaud ha illustrato, per grandi linee, il ‘copione’ dell’evento e il collegamento con la figura di Giovanni Giovannini: “L’Osservatorio TuttiMedia – ha affermato – è simbolo dell’innovazione associativa: infatti, Giovanni Giovannini per primo volle mettere insieme Aziende con diversa finalità e anche concorrenti fra loro per un confronto costruttivo sulla modernità, da gestire non più verticalmente: “senza steccati – diceva – i tempi necessitano di capire e di capire meglio”.
Il nostro Dna ha contaminato, funzionando da aggregatore e ciò ci rende orgogliosi. Da 25 anni anticipiamo i grandi temi della digital trasformation e, come il Times, mettiamo i giovani in primo piano: 100 giovani per ridisegnare il mondo.
Con noi ci sono gli studenti Polimi (Scuola di Design), i comunicatori di IAA Italy Chapter e i praticanti della Scuola di giornalismo di URBINO che hanno già risposto al nostro appello. Un modus agendi che auspichiamo esemplare, contando che altre realtà come queste si aggreghino e diano il loro contributo nelle prossime edizioni.”
LE ‘PROVOCAZIONI’ DI DERRICK de KERCKHOVE SU “RESET CON COVID: INFORMAZIONE, AMBIENTE, PANDEMIA, PREGIUDIZI”
Il sociologo Derrick de Kerckhove ha svolto una riflessione sul filo rosso che la pandemia ha innescato nel quotidiano di ciascuno di noi collegando conseguenze peculiari in tema di Informazione, Ambiente e Pregiudizi innescati dal Covid.
Ecco, sintetizzato, l’itinerario del suo ragionamento:
“1. Perché RESET? Perché la parola inglese significa ricominciare da capo ed è usata in particolare per strumenti o in caso di situazioni che smettono di funzionare.
- E, sì, le cose sono andate male negli ultimi 4 anni. La situazione precedente non era ideale, ma era funzionale. L’accordo globale raggiunto nel 2015 da 192 paesi imponeva di lavorare insieme e la Cina con gli Stati Uniti si trattavano in modo pacifico.
- Ma nel gennaio 2016 è iniziato un furioso assalto alla verità, alla scienza, al buon senso e non è ancora finito. Una volta c’era una cosa chiamata obiettività. Se c’è ancora, nessuno sa più dov’è.
- Quindi, ciò che è cresciuto fino al Covid-19 è una sorta di crisi epistemologica in cui la condivisione del significato, o la comprensione comune delle cose, ha cessato di essere indispensabile.
- È molto probabile che questa crisi epistemologica sia in gran parte il risultato del confronto tra la trasformazione digitale e la nostra precedente cultura alfabetica, perché molte persone non informate hanno preso il controllo delle notizie, gridando più forte dei media tradizionali, e il Covid-19 non ha aiutato.
- La pandemia è stata quasi immediatamente accompagnata da un diluvio di notizie false o infodemia, come viene chiamata. Sembra si nutrissero l’un l’altro: la pandemia che cresce anche con il negazionismo e il cospirazionismo, da un lato e, dall’altro, l’infodemia, dalla natura totalmente imprevedibile e massicciamente ansiogena del virus.
- La confusione regna sovrana. E quando ciò accade, quando non c’è qualche leva per gestire la situazione, è il momento di dire basta! Ricominciamo da capo, tanto per vedere le cose un po’ più chiaramente. Ed è proprio questo il significato di RESET.
- La parola RESET non è una novità. È il titolo di un libro pubblicato nel 2010 dal mio collega dell’Università di Toronto, Richard Florida, in risposta alla crisi economica dei subprime del 2007-8.
- Il suo libro, The Great Reset, spiegava come le crisi possano stimolare nuove soluzioni partendo da una situazione disastrosa e trasformarla in un successo più grande di quello che ha preceduto la crisi. McLuhan ha definito questo fenomeno “breakdown as breakthrough” (il crollo come svolta).
- La pandemia e, nello specifico, il blocco hanno fatto capire a molti che, al di là del dolore e della confusione che il Covid ha portato, il pericolo più grande che si profila è chiaramente il cambiamento climatico e l’inquinamento sostenuti da un’economia senza barriere e senza freni.
- Per rispondere a questo pericolo, la parola RESET è stata adottata dal World Economic Forum (WEF) che ne ha fatto il proprio tema di quest’anno a febbraio a Davos.
Il peso globale di questa organizzazione ampiamente conosciuta ha permesso a questo concetto di galleggiare in qualche modo sopra il caos dell’infodemia.
- Ma non consiglio le strategie del WEF. Molti sospettano che, dietro le prevedibili raccomandazioni, ci sia un’agenda di acquisizione globale. L’effetto negativo è quello di fornire un terreno per aumentare le proteste dei cospiratori contro il Deep State e alimentare l’odio irrazionale contro Soros, Gates, le favole del Qanon, ecc.
- Il nostro approccio è completamente diverso. Con i miei studenti di Design al Politecnico di Milano abbiamo un’altra idea di RESET. Non si tratta di prendere il controllo globale dall’alto verso il basso alla maniera di Klaus Schwab, ma di cambiare il terreno, mutando la base e partendo dal basso verso l’alto.
- Cosa significa? Se si vuole cambiare l’atteggiamento delle persone, non c’è bisogno di persuasione o di coercizione, occorre cambiare la base delle loro aspettative e delle loro abitudini. Il cambiare il terreno inizia con il cambiamento delle percezioni.
- Per esempio, abbiamo immaginato di riunire i Ministeri dell’Ambiente e della Salute, due dipartimenti in grave carenza di fondi, e di portarli ai vertici del Governo come obiettivi basilari per dare il segnale a tutti gli italiani che le priorità stanno cambiando e che l’urgenza è di includere la salute nell’ambiente e l’ambiente nella salute.
- Ormai è chiaro che l’aria che respiriamo, come l’acqua che beviamo, è diventata così dannosa che non ci fidiamo più dell’acqua del rubinetto, ma la prendiamo da bottiglie di plastica che vanno ad inquinare il mare e la terra. Occorre, pertanto, una nuova interpretazione dell’economia circolare.
- Un’altra dimensione da cambiare è la disuguaglianza endemica tra donne e uomini in posizioni decisionali. E su questo la seconda grande rivelazione del Covid (al di là dell’evidenza rivelata dal lockdown sul rallentamento dell’inquinamento) è stata proprio il ruolo delle donne. Si è evidenziato che i Paesi in cui la resistenza alla pandemia è stata più efficace nei ruoli di potere e delle decisioni ci sono le donne, come la Danimarca, la Nuova Zelanda, la Finlandia, la Germania, l’Islanda, Taiwan.
- Proprio ieri ho ricevuto dal Canada queste statistiche che sono imbarazzanti per un Paese come il mio. Secondo Catalyst Canada, “le donne rappresentavano in media il 17,9 per cento dei dirigenti d’azienda nell’Indice di Borsa Standard & Poor’s/Toronto Stock Exchange a dicembre 2019. Ma se si riducono le circa 250 aziende dell’indice alle 100 maggiori società canadesi quotate quest’anno, la cifra scende all’8% (43 dei 538 dirigenti nominati). Come è avvenuto in Germania, il numero delle donne manager è diminuito in Canada rispetto all’anno scorso, quando era di 53.
- Il tipo di giornalismo di cui abbiamo bisogno per ridurre la cacofonia della crisi epistemologica deve essere responsabile, informato, socialmente consapevole e affidabile eticamente. Solo con la fiducia le entrate ritorneranno. Il giornalismo e la pubblicità affidabili e condivisibilmente riconosciuti come tali ci faranno uscire dal tunnel.
- Possiamo riprenderci? Ci riprenderemo? Probabilmente sì. Il mondo sta mostrando segni di calma dopo le elezioni americane, ma la ripresa è ancora molto avanti e non dipende da vecchie soluzioni, ma da un nuovo modo di pensare.”
Fra le proposte emerse, dunque, l’unificazione in Italia dei due Ministeri di Ambiente e Salute, per l’evidente interrelazione fra le competenze dei due dicasteri: “Senza un ambiente integro – ha affermato de Kerckhove, apostolo di Marshall McLuhan – impossibile tutelare la salute dei cittadini.”
PRESENTAZIONE DEI PROGETTI DEGLI STUDENTI DEL POLIMI COORDINATI DAL PROF. DERRICK de KERCKHOVE – approfondisci qui i progetti presentati
Successivamente, si è svolto un ping pong d’interventi e di domande sui temi sollevati dal sociologo belga-canadese che ha coinvolto i giovani di IAA, Polimi e Scuola di Giornalismo di Urbino e alcuni esponenti dell’Osservatorio TuttiMedia, quali:
Enrico Bellini –Public Policy Manager Google; Daniela D’Aloisi – FUB Responsabile Area Servizi Digitali; Alberto Dal Sasso –Presidente IAA Italy Chapter; Roberto Ferrari –Head of Digital Communication Strategy Eni; Karina Laterza – Presidente della Commissione Pari Opportunità della RAI; Maria Eleanora Lucchin – Direttore Documentazione e Analisi Istituzionale di Mediaset; Giovanna Maggioni –Presidente AudiOutdoor; Angelo Mazzetti – Head of Public Policy – Italy, Greece, Malta and Cyprus Facebook; Vittorio Meloni – Direttore Generale UPA – Utenti Pubblicità Associati; Andrea Riffeser Monti– Presidente FIEG.
Gli interventi dei relatori hanno raccolto anche le suggestioni contenute nei progetti presentati dagli studenti del POLIMI, volti a incrementare la sostenibilità nel nostro quotidiano e hanno risposto altresì alle domande su infodemia e interventi ambientali rivolti da due praticanti del Master della Scuola di giornalismo di Urbino, Clarissa Cancelli e Giacomo Puletti.
ENRICO BELLINI – Public Policy Manager Google
“Sin da tempi non recenti, Google ha operato nel segno della sostenibilità e creduto moltissimo nel valore della collaborazione per realizzarla. Già nel 2007 abbiamo raggiunto il traguardo di diventare la prima azienda ‘cable neutral’ e nel 2017 abbiamo basato sulle energie rinnovabili tutte le nostre operation, giungendo a comprare certificati verdi in tutto il mondo. Nel settembre 2019 è iniziata un’azione strutturata per cancellare tutta la nostra carbon legacy precedentemente accumulata. Una testimonianza della nostra tensione alla sostenibilità che vale quale approccio in tutte le collaborazioni che abbiamo, riguardando anche i nostri suppliers e chi produce i nostri device. Emblematico è stato il bando del settembre 2020 per sostenere idee innovative in materia, il Google Impact Challenge, con una dotazione di dieci milioni di dollari, i cui risultati saranno resi noti di qui a qualche mese. Non escludo che sarà replicato nel futuro, per coinvolgere un numero sempre maggiore di giovani nell’elaborazione di progetti che incrementino la sostenibilità.”
DANIELA D’ALOISI – FUB – Fondazione Ugo Bordoni – Responsabile Area Servizi Digitali
“Ogni trasformazione, compresa quella digitale, dev’essere sostenibile, non solo per l’impatto degli impianti, ma anche per le persone, per il lavoro, per il sociale, per i modelli di business.
La crisi pandemica ha rimesso in discussione il modello di sviluppo a cui eravamo assuefatti, facendo risaltare la necessità di una buona organizzazione urbana, affinché divenga base di una politica nazionale che cambierà il volto della nostra realtà, diventando davvero centrale il ruolo del digitale. Sul lato delle aziende, il Ministero dello Sviluppo Economico ha attivato un paio di mesi fa un bando volto a sostenere la Digital Transformation nelle piccole e medie imprese, il che ne accentuerebbe la sostenibilità.”
ALBERTO DAL SASSO – Presidente IAA Italy Chapter
“Ringrazio OTM e Media Duemila di aver coinvolto la sezione italiana della IAA presieduta nell’iniziativa, che è in perfetta sintonia sui contenuti dello stesso statuto della nostra Associazione, che valorizza l’interscambio generazionale e l’osmosi fra l’esperienza degli associati e l’entusiasmo, a volte un po’ ingenuo, ma assai prezioso dei giovani. Saremo lieti di poter collaborare anche nella successiva evoluzione prospettata da Maria Pia Rossignaud, ovvero “100 giovani per ripensare il mondo”, altra suggestione davvero in linea con la filosofia IAA., riflessa anche in una frase di Giovanni Giovannini: ‘Le tecnologie cambiano non solo il modo di comunicare, ma la vita stessa dell’uomo’. E a tali cambiamenti che occorre ispirarsi per evolversi professionalmente.”
GAETANO DI GIUSEPPE – Business Development Manager & Account Manager Digital Dictionary
“La collaborazione tra i ragazzi di IAA e l’Osservatorio TuttiMedia ha portato a un bellissimo risultato: giovani studenti e professionisti hanno avuto modo di mettere in pratica le loro competenze di comunicazione a servizio di un progetto tanto importante dal punto di vista umano e sociale.”
ROBERTO FERRARI– Head of Digital Communication Strategy Eni
“Questa emergenza sanitaria ha generato una crisi grave e profonda, alla quale come azienda abbiamo saputo rispondere in modo tempestivo ed efficace. Da un lato abbiamo trasformato la difficoltà in opportunità, accelerando ancora di più il nostro piano strategico di decarbonizzazione, dall’altro abbiamo messo in piedi una serie di importanti iniziative in campo sanitario e della ricerca scientifica che ci auguriamo possano contribuire in modo importante alla capacità di risposta del nostro Paese.”
KARINA LATERZA – Presidente della Commissione Pari Opportunità della RAI
Se guardiamo alle nuove forze entrate in RAI dal 2000 in poi, oltre metà 52%dei giornalisti 51% di impiegati sono donne. Ciò è perfettamente in linea coi trend che si sono evidenziati, secondo i quali il futuro, l’innovazione deve contare imprescindibilmente sulle donne.
MARIA ELEANORA LUCCHIN – Direttore Documentazione e Analisi Istituzionale di Mediaset
“Fra le tv commerciali, la nostra può fornire l’esempio concreto di come sia possibile affrontare l’emergenza offrendo un servizio agli ascoltatori in un momento critico e di come si stia cercando di modificare la tipologia di prodotti e offerte che presentiamo al nostro pubblico, venendo incontro alle loro esigenze d’informazione e d’intrattenimento.”
GIOVANNA MAGGIONI – Presidente AudiOutdoor
“La comunicazione tramite affissioni, che è il fulcro dell’interesse di AudiOutdoor, ha risvolti ambientali molto importanti, per una sostenibilità che punta all’abbattimento del rilascio del CO2nell’atmosfera.
Le affissioni per strada hanno avuto un ruolo fondamentale in tempi di pandemia, giacché la popolazione ha avuto la possibilità di informarsi dei comportamenti virtuosi per combattere il contagio. Inoltre, e anche prima della pandemia, le società di affissioni hanno finanziato le iniziative di bike sharing, una pratica volta a liberare le strade dai mezzi a motore. Sul versante tecnologico, molti impianti di affissione si sono trasformati in digitale, il che ha abbattuto l’utilizzo della carta e, dunque, la deforestazione. Durante i mesi di lockdown, si è altresì accelerato un processo di controllo a distanza dell’effettiva corrispondenza della campagna di affissioni al suo obiettivo, attività che, finora, costringeva i nostri addetti a percorrere ogni mese 13mila km in giro per l’Italia. Un altro risultato nella ricerca della sostenibilità.”
ANGELO MAZZETTI – Head of Public Policy – Italy, Greece, Malta and Cyprus Facebook
“Premesso che da anni Facebook lotta contro la diffusione di contenuti dannosi e fake news, investendo, altresì, moltissimo in sicurezza, riteniamo di estrema importanza che le persone possano accedere a informazioni di cronaca nazionale e internazionale autorevoli e verificate. Così è stato anche per il COVID, rispetto al quale abbiamo applicato sin dal primo momento tutta la nostra capacità di reazione, salvaguardando, contemporaneamente, il pluralismo dell’informazione sotto l’egida di un controllo della sua veridicità.
Sin dal primo lockdown siamo intervenuti raccogliendo notizie ed elaborando prodotti utili ai nostri utenti quali: un punto di riferimento unico sul virus, con partnership in ogni Paese col Governo (in Italia, Presidenza del Consiglio dei Ministri, Dipartimento dell’Editoria, Ministero della Salute), in uno sforzo educativo che nel mondo ha dato risposta a oltre 2 miliardi di persone; una serie di data set aggregati riguardo alla mobilità del virus (nel rispetto delle norme sulla privacy) che testimoniavano la sua diffusione; interventi diretti, in accordo ad esempio con l’OMS, contro le teorie complottistiche e le fake news.”
VITTORIO MELONI – Direttore Generale UPA – Utenti Pubblicità Associati
ha approfondito il tema del mutamento delle audience sui vari media in tempo di Covid.
“La pandemia ha profondamente modificato l’audience dei media più importanti – ha detto – a partire dalla TV e dalle grandi piattaforme dei media digitali. Questa trasformazione è in parte rientrata alla fine del primo lockdown, ma si sta nuovamente riproducendo in questa fase di parziali chiusure e confinamenti. Cresce più di tutti l’accesso ai media digitali, con una forte espansione del traffico diretto ai grandi portali d’informazione. Si sono superati i 45 milioni di utenti unici ed è aumentato dell’80% il tempo speso al PC, rispetto al pre pandemia, passando da 1 ora e 12 minuti a quasi 2 ore.
ANDREA RIFFESER MONTI – Presidente FIEG
“Dobbiamo imparare a realizzare un giornalismo costruttivo, a informare per favorire il benessere delle persone – ha proseguito il presidente della Fieg -. Serve un’informazione certificata, seria e costruttiva. Sono stato per quasi dieci anni a fianco del presidente Giovannini e la parola ‘rivoluzione’ non era nelle sue corde, ma lo era molto la parola ‘mutamento’. Oggi siamo di fronte a un mutamento epocale.”