di MARIA PIA ROSSIGNAUD
Libertà e rigore professionale, velocità dei cambiamenti in un mondo che non regala certezze, sono i temi trattati da Giulio Anselmi, Federico Costa, Derrick de Kerckhove, Paolo Liguori, Paolo Lutteri, Carlo Malinconico, Michele Mezza, Mario Morcellini, Roberto Natale, Francesco Passerini, Roberto Seghetti e Franco Siddi, in occasione della tavola rotonda su “Nuove professionalità per nuovi giornalisti” organizzata dall’Osservatorio TuttiMedia presso la FNSI.
Anselmi, presidente dell’Ansa e giornalista da lungo tempo, ha spinto i presenti alla riflessione: “oggi si parla di nuove forme di giornalismo senza considerare che se i vuoti lasciati dai giornalisti vengono colmati dai non giornalisti, di chi è la colpa? Il giornale on line non può essere il fratello povero della versione cartacea. I principi della penna non dovranno essere accompagnati dai paria della multimedialità ”.
L’OTM, associazione presieduta da Francesco Passerini, ha presentato il primo sondaggio fatto da giovani su giovani. Cinque ragazzi universitari della Federico II di Napoli e della Sapienza hanno intervistato 250 coetanei per comprendere le ragioni della non lettura di una generazione che per molti aspetti in pochi comprendono.
“Recuperare peso, proporsi come garanti di una libertà sempre più difficile da difendere e soprattutto ascoltare le nuove generazioni – ha detto il presidente OTM – sono le basi per reinventare l’industria editoriale. I giovani devo essere protagonisti, bisogna spingerli a parlare di se stessi con sondaggi essenziali e diretti senza mediazioni.”
De Kerckhove, nella sua veste di guru al di sopra delle parti, non esita a sostenere che in questa società c’è un enorme bisogno di filtri e dunque il giornalismo professionale non potrà mai morire. Liguori e Mezza hanno portato l’esperienza televisiva con particolare attenzione alle nuove professionalità indispensabili al giorno d’oggi. Federico Costa ha raccontato di un giornale di provincia, la Gazzetta di Parma, che sembra respingere la drammatica crisi del mondo editoriale.
Carlo Malinconico, presidente della FIEG, ringranziando l’Osservatorio TuttiMedia per aver creato l’opportunità di un incontro trasversale che unisce editori, giornalisti di carta stampata e di televisione, sindacato e scuole di giornalismo, promuove una riflettere sulla velocità dei cambiamenti e sull’esigenza di immaginare nuovi modelli di business che sostituendo i precedenti garantiscano lettori, giornalisti ed imprese. Il preside di Scienze della Comunicazione Mario Morcellini, da studioso, invita ad una valutazione attenta dei dati di ricerche numerose ed eccellenti sulle nuove attitudini dei giovani. “Oggi i giovani leggono molto di più delle precedenti generazioni – sottolinea -. Un tempo i giornalisti non sopportavano la Tv, il telegiornale era l’incubo quotidiano. La crisi della televisione generalista porta ad un ritorno del consumo di élite, i giovani tornano al cinema ed al teatro. Questi i fenomeni che vanno approfonditi”.
Roberto Seghetti, direttore della scuola di giornalismo della LUMSA, e Roberto Natale, presidente FNSI, hanno concluso questo pomeriggio intenso. Il primo ribadendo che in un mondo in cui si deve scegliere velocemente è necessario essere più preparati e più colti e il secondo spingendosi oltre: “Dobbiamo capire se ai giovani non interessa più l’oggetto giornale cartaceo e perché, solo così riusciremo a sopravvivere.”
Gli interventi saranno pubblicati integralmente nel prossimo numero di Media Duemila, prima sulla carta e poi sull’on line.
Maria Pia Rossignaud