L’Osservatorio TuttiMedia e Media Duemila già  parlavano di Persona Digitale nel 2012 ai Lincei al dibattito sulla Persona Digitale perché la nuova identità rivoluziona non solo il modo di comunicare dell’uomo, ma la sua vita stessa. Tutti gli approfondimenti, compreso l’articolo a seguire su Media Duemila numero 289 di luglio/agosto/settembre 2012.

La tecnologia è diventata il metronomo che scandisce la vita e le abitudini. In un certo senso lo è sempre stata, ma in questi ultimi cento anni la sua continua e rapida evoluzione ha influenzato ancora di più i cambiamenti sociali e enfatizzato la differenza tra generazioni. Tutto questo avviene “dietro le quinte”. Infatti, se è vero che tutti percepiscono l’evoluzione tecnologica, a volte con stupore a volte con sgomento, la tecnologia che veramente influenza la società e l’individuo è quella che scompare dalla nostra percezione, che si è talmente integrata nel nostro modo di vivere da scomparire dal radar.
Ecco, allora, che tecnologie come la conversione della voce in segnale elettrico (il telefono) quando diventano parte usuale e integrante della nostra realtà quotidiana, spariscono dalla percezione e “parlare attraverso una cornetta” diventa un modo normale di comunicare.
Normale a tal punto che quando nuove tecnologie consentono di associare l’immagine alla voce, siamo negli anni ‘70, queste sono considerate non gradite in quanto “innaturali”. Eppure, la nostra comunicazione animale è fortemente basata sull’immagine, oltre che su voce, timbrica e potenza sonora.
Per i giovani di oggi, che hanno interiorizzato la comunicazione multimediale è questa ad essere naturale!
Cosa offre la tecnologia? Ci offre la possibilità di trasportare il mondo degli atomi, quello in cui viviamo, nel mondo dei bit, attraverso una varietà di sensori. Questa trasposizione riguarda il mondo attorno a noi (catturato da telecamere, accelerometri, microfoni …) e riguarda noi stessi; le nostre “comunicazioni”, il nostro girovagare per il Web, le immagini di noi stessi e delle nostre reti sociali, le nostre esperienze e anche le nostre emozioni. Anche qui abbiamo vari tipi di sensori, primo tra tutti il telefonino.
Queste tecnologie sono in una fase di scomparsa dalla nostra percezione e quindi influenzano veramente il nostro modo di percepire la realtà e di interagire.
Nuove tecnologie, oggi percepite, hanno iniziato il cammino che le porterà a scomparire: il mondo della Realtà Aumentata, l’interazione tattile reale e virtuale (la possibilità di toccare uno schermo e percepire una trama), l’aggregazione di reti sociali in un punto dello spazio reale o su di un oggetto.
Siamo ancora nei laboratori di ricerca ma nei prossimi anni diventeranno curiosità e poi, probabilmente, parte della realtà.
La digitalizzazione della persona si apre a scenari che vanno oltre quelle visioni futuristiche di McLuhan. Abbiamo già servizi che mantengono in vita digitale una persona che non esiste più (in fondo il grammofono è stato un primo, se pur limitatissimo esempio, della sopravvivenza di un cantante oltre la sua morte) e sistemi di intelligenza artificiale (siamo ormai molto vicini a superare il test di Turing) permetteranno in futuro a persone digitali di continuare a vivere e a “crescere”. Le speculazioni in questo senso da parte di Hofstadter in “The Mind’s I” sono estremamente interessanti.
Vogliamo queste evoluzioni? Ovviamente no, perché noi viviamo culturalmente nel passato, ma i giovani vivono in quello che per noi è futuro e per loro queste non sono evoluzioni ma vita di tutti i giorni. Certo, anche loro diventeranno “anziani” ma anche per loro ci saranno nuovi giovani che vivranno nel loro futuro.

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Roberto Saracco
Roberto Saracco si è innamorato della tecnologia e delle sue implicazioni molto tempo fa. Il suo background è in matematica e informatica. Attualmente è chair della Symbiotic Autonomous Systems Initiative di IEEE-FDC. Fino all'aprile 2017 è stato a capo dell'EIT Digital Italy e fino a settembre 2018 è stato a capo della Scuola di Dottorato industriale digitale EIT. In precedenza, fino a dicembre 2011, è stato direttore del Future Centre di Telecom Italia a Venezia, guardando all'interazione dell'evoluzione tecnologica, dell'economia e della società. All'inizio del secolo ha diretto un progetto Banca Mondiale-Infodev per stimolare l'imprenditorialità in America Latina. È membro senior dell'IEEE, dove dirige l'Industry Advisory Board all'interno del Future Directions Committee. Insegna un corso di Master in Previsione tecnologica e impatto sul mercato all'Università di Trento. Ha pubblicato oltre 100 articoli su riviste e riviste e 14 libri. Scrive un blog quotidiano, http://sites.ieee.org/futuredirections/category/blog/, con commenti sull'innovazione in varie tecnologie e aree di mercato.