Caro Salvatore,
tu sei uno degli 8 miliardi di persone che oggi vivono sul nostro pianeta. Naturalmente hai gli stessi diritti di tutti gli altri, ma di fatto le tue condizioni sociali e le risorse di cui disponi con la tua famiglia e il tuo clan, ti danno prospettive di vita migliori di molti altri.
Riassumo con qualche dato sparso e approssimativo, visti i cambiamenti in corso: in Italia (58,7 milioni di abitanti) la speranza di vita è fino a 83 anni, negli Stati Uniti d’America (341 milioni di abitanti) la speranza arriva a 78 anni, in Cina e India (1,4 miliardi di abitanti cadauna) la speranza è rispettivamente 77 e 70 anni, in Pakistan e Nigeria (240 milioni abitanti cadauna) la speranza è rispettivamente 65 e 62 anni. La natalità (=nati ogni 1000 abitanti) per Italia è 7, Stati Uniti 12, Cina 10, India 17, Pakistan 26, Nigeria 36. Il reddito procapite, in dollari US, per l’Italia è 34.300, Stati Uniti 63.000, Cina 9.500, India 2.000, Pakistan 2.000, Nigeria 1.500. Previsioni popolazione tra 25 anni: Italia in decrescita, Stati Uniti stabile, Cina stabile, India, Pakistan e Nigeria in crescita. Scusa le semplificazioni; incrocia i dati, ne trovi di più estesi e più accurati sui documenti delle Nazioni Unite, ma intanto hai capito dove voglio arrivare.
Il succo è questo: prepara te e i tuoi discendenti al ricevimento degli extraeuropei meno abbienti. Non ci saranno muraglie o acque che ci potranno separare, anche se conflitti di frontiera e immigrati deceduti saranno numerosi. La disponibilità di risorse alimentari e le condizioni sociali cambieranno la geografia del nostro pianeta in pochi anni. Le civiltà saranno rimescolate. Il trend è già in corso, nonostante certe interdizioni governative. Ti ho citato solo alcuni esempi e credo di aver omesso certi sviluppi tragici di popolazioni che potrebbero essere assalite da gravi crisi ecologiche o sanitarie. Noi, italiani, compresi.
Niente paura, non è l’apocalisse, l’orizzonte è sostenibile, ma ci serve un po’ di attenzione. Nuovi lavoratori, assunti, in Italia serviranno per pagare contributi e pensioni. Le diversificazioni culturali saranno oggetto di contrasti per gli ignoranti, ma di crescita creativa per i più aperti al cambiamento, come è successo nelle ultime migliaia di anni. Non ha senso chiudersi nella difesa di valori di parte, considerandoci più intelligenti degli individui oggi meno colti, nascondendo una velleità razzista.
Raggiungere intelligentemente una convergenza sarà difficile, anche perché ogni potere ha le sue palle al piede, vedi le opinioni sui grandi mass media, ispirate a politiche economiche e ideologie, poi incapaci di governare per il benessere comune.
Ci sarà bisogno di discutere, senza remore e pregiudizi, ma con pazienza. Ecco il bisogno di tavoli di confronto, di dibattito, di mass media critici ma aperti, non ostinatamente polemici per difendere le proprie lobbies.
Già, ma se chi imbonisce i media non è disponibile al confronto, non è critico, non vuole trovare soluzioni, resta fedele al pensiero o ai pregiudizi di un costume sovranista nazionale, politico o religioso, allora lo sviluppo sarà solo di parte e il progresso sarà ostacolato da guerre sociali.
Pensaci. Tu da giornalista non devi solo imbeccare la tua platea di lettori con le idee del sistema attuale, devi anche ascoltare il mondo, approfondire le storie e mediare i pareri, esplorare nuovi orizzonti. Così i tuoi articoli potranno offrire consigli e opportunità a spettatori pretenziosi, turbolenti, saggi qua e là e ignoranti qua e là, come tutti noi.
Sarà l’unica possibilità di uno sviluppo sostenibile comune, per i figli e i nipoti di tutti.
Forza Salvatore!
Paolo