Metodologicamente, a mio avviso, bisognadistinguere almeno tre aspetti del problemaattuale dei media: tecnologico, di mercato edi funzione, anche se sono tutti intrecciati.Il tema tecnologico è quello più evidente perchècambia le modalità di produrre e di fruire dei media,ma si inserisce su un problema di mercatoche ha radici più profonde: la crescente disaffezioneverso la carta stampata non è stata causatada Internet, ma Internet l’ha accentuata. Questoimpone una riflessione sulla funzione dei vari mediain una società che cambia. In fondo non sappiamobene neppure che cosa chiede il cittadinoai media di oggi: i sondaggi e le ricerche di mercatocolgono i movimenti rapidi della superficiedell’acqua, alimentati dal vento, non il flusso potentedella corrente. Però sappiamo una cosa: chei media sufficientemente autonomi sono essenzialial funzionamento di una società democratica chevive non solo sul consenso, ma anche sul bilanciamentodei poteri. E se vogliamo irrigare i campidella democrazia dobbiamo cercare diindirizzare verso di essi la corrente.Solo alcuni spunti. La tecnologia apre moltepossibilità, ma non tutte vengono effettivamenteesplorate. Tra le opzioni che vengono propostedai produttori la scelta è affidata al mercato chela cultura predominante oggi vede come infallibileregolatore. Non si deve dimenticare però che leabitudini degli utenti sono lente a cambiare e permolto tempo si guarda agli strumenti nuovi comesostituti di quelli vecchi e noti.Penso che il citizen journalism sarà importantenel futuro dei media, e sarà molto diverso dell’enormesalotto planetario di oggi. Uno strumento delmestiere indispensabile per i giornalisti di domanisarà la capacità di selezionare rapidamente il valore(importanza e affidabilità) di qualche notizia “volontaria”e di fornirle una adeguata cornice.

Credo anche che si debba riflettere su quanto ècambiato il contenuto e le modalità dei media negliultimi 20-30 anni. Le informazioni, un tempo piùlegate alla tecnologia della stampa (e dunque allaparola scritta), facevano appello più alla razionalitdell’utente. Poi lo sviluppo delle tecnologie dell’immaginee della simultaneità (la TV) che stimolanodi più l’emotività hanno mutato il paradigmadell’informazione, ed anche la carta stampata si èdovuta adeguare, nel linguaggio e nell’impaginazione,a questa tendenza. E in futuro?Oggi tutti gli operatori dei media che si trovanoa confrontarsi con il mondo nuovo che è ancorada esplorare, sognano la killer application, il prodottoeditoriale che conquista i mercati. È cosanaturale. Ma credo che manchi la capacità di partireda un progetto di comunicazione che nascada un progetto di società e che trovi naturale l’usodi nuovi media e di nuove tecnologie in modalitancora impensate. Verrà dai nati digitali?

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