“Tutelare, educare, regole certe”. Fabrizio Carotti, il direttore generale della FIEG (Federazione Italiana Editori Giornali) commenta a freddo il nuovo corso della storia ed invita a riflettere sulla necessità di riportare il gioco in un campo dove le regole sono rispettate da tutti. In più sottolinea che promuovere una educazione alla legalità è diventato un’urgenza che l’intero Paese non deve sottovalutare.
Da due giorni, grazie al regolamento Agcom, l’Italia entra nell’era post pirateria. Dal sito diritti d’autore online parte il procedimento anti pirateria dalla denuncia fino alla richiesta di rimozione.
Stefano Quintarelli (Scelta Civica) non crede nelle rimozioni. “Quanto tempestivamente possono essere fatte? Più che di regole abbiamo bisogno di velocità nelle sanzioni. Oggi grazie alle tecnologie possiamo arrivare a chiunque. Nemmeno Anonymous è sfuggito alla legge della tracciabilità. Perché non seguiamo i flussi di denaro che arrivano regolarmente in banca”.
Ruben Razzante, professore di Diritto dell’informazione e della comunicazione all’Università Cattolica di Milano e alla Lumsa di Roma: “Sono sinceramente curioso di verificare l’efficacia attuativa di un Regolamento che era necessario e opportuno ma che non è detto si riveli sufficiente. L’Agcom con scrupolo e spirito di sintesi l’ha elaborato,coinvolgendo tutti gli stakeholders e portando avanti una consultazione pubblica assai vivace e partecipata. La tutela del diritto d’autore nella Rete pone sfide rispetto alle quali il diritto vigente sembra avere le armi spuntate. In particolare i produttori di contenuti creativi di natura giornalistica, letteraria, musicale, artistica in senso lato scontano una difficoltà crescente nella tutela del diritto d’autore in Rete, testante la tendenza sistematica degli “over the top” ad appropriarsi del valore patrimoniale di quei contenuti per divulgarli lucrando sui fatturati pubblicitari”.
“Fino a quando non si individueranno meccanismi win-win, in grado di incrementare il valore della filiera produttiva e distributiva dei contenuti creativi consentendo a tutti gli operatori di ottenere una remunerazione della propria attività, difficilmente la regolamentazione del diritto d’autore potrà dimostrarsi equa e sposarsi con l’adozione di nuovi e vincenti modelli di business per le imprese editoriali, audiovisive, musicali e cinematografiche”.
Per Arturo Di Corinto, giornalista e scrittore, le nuove disposizioni “non aiuteranno in maniera sensibile a contrastare il fenomeno della contraffazione di opere digitali perché la gran parte degli scambi di file coperti da diritto d’autore avviene nel deep web”.
Maria Pia Rossignaud
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