di FRANCO SIDDI                   

 

Di obiettivi strategici per la nostra categoria in un momento di trasformazione di tutto il mondo dell’informazione bisogna parlare costantemente ed in ogni possibile tavolo. Posso dire senza retorica che dal congresso di Bergamo è emersa con chiarezza una volontà unitaria di accettare le sfide del cambiamento. Non è stato casuale aver voluto far precedere i nostri lavori congressuali da un dibattito a più voci che ha coinvolto i maggiori responsabili dell’editoria e dell’informazione italiana che Media Duemila ha seguito e pubblicato nella newsletter.

Capire la strategia degli imprenditori per uscire dalla crisi, confrontarci con loro per individuare soluzioni condivise, capaci di salvaguardare contemporaneamente i bilanci aziendali, la qualità dell’informazione, il pluralismo delle voci, la dignità del lavoro giornalistico, è elemento fondamentale per poter guardare avanti con ottimismo.

Gli editori pare abbiano compreso che per superare la lunga fase di criticità non basta ridurre gli organici, ricorrere agli ammortizzatori sociali e chiedere aiuti allo Stato, ma occorre investire in  tecnologia e persone. Meno pessimismo sulla fine del mondo della carta stampata, più consapevolezza della trasformazione aziendale necessaria che inevitabilmente significa multimedialità, trasversalità, integrazione per le piattaforme di pubblicazione. È  un passaggio obbligato per tutti, se si vuole un futuro per il giornalismo professionale e per l’industria dell’informazione.

Strumenti tecnici, o meglio le nuove tecnologie senza un’adeguata cura dei contenuti da diffondere portano al fallimento. In questa ottica di qualità agli editori è stato posto il problema di un precariato professionale diffuso, privo di tutele, di garanzie che non giovano a nessuno. La nostra sfida è per un ragionamento triangolare (editori, giornalisti, Stato) finalizzato ad un piano straordinario di uscita dal precariato.

Il sindacato dei giornalisti ha fatto la sua parte: il contratto collettivo conclusosi per la prima volta nella storia delle relazioni sindacali dopo ben quattro anni di lavoro, ha apportato, sul piano normativo, innovazioni di grande rilievo. Le aziende editoriali hanno a disposizione più flessibilità nell’organizzazione salvaguardando il ruolo, la professionalità e le capacità specifiche di ogni singolo giornalista.

I giornalisti hanno accettato la sfida della qualità. Spetta agli editori condividere concretamente questa scelta.

 

Franco Siddi

Segretario FNSI

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