Questa settimana il blog tratta un argomento inedito per Media Deumila: il cinena. Il mio compagno di blog analizza due pellicole, le unisce, le propone come spunto di riflessione in questo mondo che cambia, ma resta anche sempre uguale. Immagini del passato e del futuro si intrecciano in questa riflessione inedita su “Avatar”, il successo del momento e “Dieci Inverni”, storia tutta italiana  di Valerio Mieli, giovane amico di Media Duemila. Unire questi due elementi è stata un’idea di un attimo,  de Kerckhove ha trasformato l’idea in una interessante analisi: “Davide e Golia. Dieci inverni da un lato, un film senza pretese ma che riesce a far passare due ore di emozioni reali legate al romaticismo. Ciò che mi è rimasto è la bellezza della fotografia, quella della musica (un pò scontata, però ben scelta), ed anche la qualità del montaggio che ha un ritmo dolce e preciso, in più gli attori principali sono molto veri e molto coinvolgenti. Insomma il cinema italiano contiene ancora promesse!!!! Il Golia è, ovviamente,  Avatar, produzione nord ameriana del regista canadese Cameron. Anche questa è una storia un pò banale, benchè iperattiva. Come per la tragedia del settecento niente di profondo tutto è lasciato agli effetti speciali, a comincirare dal 3D, stupefacente!

Ricordo, con qualche ironia,  le immagini del pubblico anni 50  attento a guardare i primi 3D, con occhiali bianchi, e ricordo anche che in quel momento non c’era futuro per la tecnologia 3D perchè era considerata solo moda passeggera.  Oggi con Avatar può iniziare la nuova generazione del cinema il 3D, non più moda ma neccessità culturale della nuova società dello spettacolo”.

Interrompo le dotti riflessioni del nostro guru per chiedere come può una storia d’amore, diventare realtà tridimesionale.

“Perché no, mi meraviglio di te – incalza subito –  il 3D è tattile, rinforza tutte le sensazioni senoriali.

Immaginiamo subito anche un porno 3D” Ribatto immediatamente che  è la cosa più facile da fare, e sostengo con più forza che trasferire il sentimento, l’amore vero in 3D mi sembra difficile.

“Detto da una donna è terribile – risponde -. Una donna sa certamente che le modulzioni dell’intervallo che si pone fra due persone possono essere di diverso tipo, addirittura questo intervallo svanisce in alcuni casi.

Il 3D aiuta la comprensione del sentimento che passa fra le persone, in più rende intima la relazione con lo spettacolo stesso. La nostra società non vuole più guardare uno spettacolo ma penetrarlo”. Auguri e complimenti da tutta la redazione di Media Duemila al giovane scrittore e regista Valerio Mieli che è riuscito a coinvolgere emotivamente anche Derrick de Kerckhove.

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