Alessandro Pica (amministratore delegato Agi) è stato uno dei  protagonisti dell’incontro che l’Osservatorio TuttiMedia ha organizzato con EIT Digital alla Camera dei Deputati, Media Duemila media partner.

Riportiamo un estratto del suo intervento.

“Trent’anni fa sedevo dall’altra parte del tavolo dei relatori, era un incontro alla Camera dei Deputati in cui i giovani incontravano gli imprenditori. Penso di essere fortunato perché appartengo a una generazione analogica che è poi diventata digitale e ho colto a pieno la transizione, ho memoria di ciò che era il mondo analogico rispetto al digitale. Abbiamo sentito parlare di dati, di Big Data e vorrei soffermarmi su uno di questi: dal 1 gennaio 2016 a oggi sono stati prodotti più dati rispetto a tutta la storia dell’umanità.
È vero che i media raccontano l’innovazione poco e male, come dice Profumo. L’agenzia fa informazione primaria. Significa che sono i giornalisti che lavorano per i giornalisti. Anche se oggi non è proprio più così.  Le agenzie ora sono in crisi perché la sfida del rinnovamento è difficile da cavalcare e vincere. Nonostante questo andiamo avanti. Oggi il 75% dell’informazione sui giornali e sulle tv è originata dalle agenzie e nasce dentro quello che è il primo anello del valore dell’informazione che internet non può sostituire. Una grande opportunità, ma non una soluzione perché non fornisce la certezza  dell’informazione.  I giornalisti professionisti  certificano l’informazione. Immagino che se domani mattina volessi fare il chirurgo, non basterebbe arrivare in sala operatoria ed indossare il camice!   La tecnologia offre interessanti novità ma va governata.  Il citizen journalism è interessante, ma come paragonarlo ad un complesso sistema di costruzione che impegna tanta gente professionalmente?  La tecnologia non è né buona né cattiva ma, se utilizzata male, è può essere dannosa.  Gli smartphone sono potentissimi, dice Roberto Saracco, è vero.  Al centro di tutto c’è il libero arbitrio, la discrezionalità che fanno la differenza sull’uso  dello strumento. Dico sempre ai miei giornalisti che la tecnologia non è catartica, ma oggi come oggi, rischia di trasformare un buon contenuto in un cattivo contenuto. È vero anche il contrario.
La sfida è inventare nuovi modelli di business e, nuovi modelli editoriali. Agi era ed è un’agenzia di stampa, ma domani sarà qualcosa di diverso: una Media Company. Il nostro modello di business è fermo alla Havas di inizio ‘900, le agenzie non sono più questo.  Sono certo che con EIT DIGITAL e realtà simili bisogna creare modelli editoriali, sottoporli al vaglio degli editori, costruire incubatori.

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Alessandro Pica
CEO AGI - Agenzia Giornalistica Italia