Il rapporto pubblicato dall’istituto di ricerca Reuters dal titolo: “More Important, But Less Robust? Five Things Everybody Needs to Know about the Future of Journalism” raccoglie i 5 punti essenziali per il futuro del giornalismo:

  1. In primo luogo, siamo passati da una situazione in cui le organizzazioni dei media erano considerati i guardiani del mondo ad uno in cui i media continuano a creare l’agenda delle notizie, ma sono le aziende di piattaforme  a controllare l’accesso del pubblico;
  2. In secondo luogo, il  passaggio ai media digitali non genera di per sé la Booble Filter. Invece, la serendipità automatizzata e l’esposizione incidentale guidano le persone verso fonti di informazione sempre più diversificate;
  3. In terzo luogo, il giornalismo sta  perdendo la battaglia per l’attenzione della gente e, in alcuni paesi, anche la fiducia del pubblico;
  4. In quarto luogo, i modelli di business che finanziano le notizie sono messi in discussione, indebolendo il giornalismo professionale e lasciando i mezzi di informazione più vulnerabili alle pressioni commerciali e politiche;
  5. Quinto, le notizie sono più assortite che mai, e il miglior giornalismo in molti casi è migliore che mai, coinvolge tutti, politici e grandi compagnie private.

Secondo lo studio queste cinque tendenze avranno un impatto sul lavoro dei giornalisti professionisti e su tutti coloro che lavorano con loro e si affidano a loro, dal pubblico generale ai politici, alle ONG e alle imprese private. Leggi qui lo studio integrale di Rasmus Kleis Nielsen and Meera Selva.

Ma in futuro aiuteranno a definire il futuro del giornalismo piattaforme più accessibile in quanto nuovi prodotti,  realtà aumentata e gli assistenti vocali che crescono in importanza perché integrano motori di ricerca e social media. Ancor più importante è capire che il giornalismo i è ancor un utile strumento per far fronte  ai rischi di abusi di potere pubblico o privato. Il giornalismo professionale indipendente può informare il pubblico, contribuire a contrastare la disinformazione, contenere demagoghi populisti e aiutare a tenere in considerazione sia il potere pubblico che quello privato. Secondo gli autori dunque ciò significa che un forte giornalismo è essenziale per il bene pubblico, la politica e l’impresa privata ma bisogna  governare il cambiamento affinché non diventi caos e per  garantire ciò i giornalisti devono continuare ad adattarsi ai media digitali  in quanto  le persone di tutto il mondo li stanno abbracciando con entusiasmo  e costruirci sopra una professione e un business adatti per il futuro.

Scarica il rapporto completo a questo link

 

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Sara Aquilani
Ha conseguito la laurea in Scienze della Comunicazione presso l'Università degli Studi della Tuscia e si è specializzata in Editoria e Giornalismo presso l'Università LUMSA di Roma. Attualmente lavora per TuttiMedia/Media Duemila.