Ho partecipato al lancio del Consumer Empowerment Project (@TheCEPProject), organizzazione nata dalla collaborazione di Google e Euroconsumer ed ascoltato Vittorio Colao, ministro all’innovazione tecnologica e transizione digitale, che ha sottolineato la differenza fra cittadino e consumatori. Il ministro è uomo d’azienda per questo ha tenuto a sottolineare che dividere i clienti in categorie e fornire servizi, secondo le esigenze di ciascun gruppo, è molto più semplice che proporre servizi al cittadino.
Concetto che mi ha convinto fino a che non ho ascoltato Elisa Giomi, Commissaria Agcom, che ha proposto il contrario asserendo che non vede differenze fra cittadini e consumatori.
Bella riflessione da continuare!
La proposta di visioni e punti di vista è stata molto variegata, una cosa è certa il dialogo è stato protagonista ed ha cercato di dare risposte alla domanda: cosa significa responsabilizzare i consumatori in un ecosistema digitale in continua evoluzione?
La dottoressa Giomi ha chiarito il suo punto di vista che è riportato sul suo profilo Linkedin e che pone in primo piano “essere consapevoli dell’unicità dei beni consumati nel mercato dei media e delle comunicazioni, in quanto “beni simbolici”, che modellano l’opinione pubblica e giocano un ruolo chiave nel nostro processo di creazione di significato”.
La creazione del significato attraverso l’interpretazione delle parole è anche la base del progetto NewsMedia4Good del nostro Osservatorio TuttiMedia, sono certa che potremmo continuare a discutere di questo aspetto della transizione digitale con la dottoressa Giomi che ha anche evidenziato le nuove sfide che attendono le Autorità di regolazione nazionali come l’Agcom, a cui è stato recentemente affidato il potere di co-regolazione delle misure che devono essere adottate dalle piattaforme di condivisione video per alcune attività di moderazione dei contenuti.
In particolare riporto il concetto di “general intellect” quale azione utile per mobilitare i consumatori/cittadini per affrontare insieme rappresentazioni mediatiche lecite ma dannose (offensive, tossiche, ecc.).
Oggi le capacità riflessive utili per accrescere la competenza nella lettura e la coscienza critica sono elemento essenziale per lasciare l’uomo al centro dello sviluppo, anche quando, come in questo contesto si punta ad evidenziare la positività di una società data driven. Infine, l’empowerment del cittadino consumatore deve passare attraverso regolamenti ed educazione che ne aumentano le capacità di scelta fondata su competenze e cultura del mezzo.
Matt Brittin President, Google EMEA su Twitter si dice “entusiasta di vedere la differenza che questo progetto farà nel dare potere alle persone e aiutare tutti a trarre vantaggio dalla tecnologia”. Infatti il consumatore aumentato sarà capace di scegliere un viaggio aereo non solo in base al risparmio economico ma anche e soprattutto rispetto ad altri parametri quali il minor inquinamento, per esempio. I dati sono stati protagonisti di buona parte della discussione che ha coinvolto fra gli altri Giorgia Abeltino, Senior Director Public Policy South Europe and Director External Relations Google Arts & Culture, che ha sottolineato che è necessario individuare gli strumenti più utili al cittadino/utente e la data driven information diventa la base indispensabile per l’analisi che permette di far emergere rischi e opportunità.
L’Osservatorio TuttiMedia da 25 anni sostiene il dialogo, dunque seguirà l’evoluzione di questo nuovo organismo.
Il video completo dell’evento è disponibile:https://www.youtube.com/watch?v=KbD0fmLhjco