Potremo guardare i nostri contenuti digitali preferiti di Netflix, SkyGo, Amazon, Home Box Office ed altri, che paghiamo e per i quali abbiamo sottoscritto un abbonamento, in ogni zona d’Europa, senza limitazioni. Ma non potremo accedere ancora ai contenuti previsti dai piani predisposti per Paesi diversi dal nostro. Il cosiddetto “geoblocking”, allora, è stato finalmente abbattuto oppure no? La risposta più esatta è: quasi. In tempi di media mainstream e di contenuti a disposizione di chiunque e sempre sul web, l’Europa ha fatto un passo in avanti verso la normalizzazione di un mercato per molti versi impazzito o addirittura fuorilegge. Insomma, i più sapranno che dal 1 aprile l’Ue ha abolito le restrizioni geografiche e regionali per i contenuti online.

“A partire dall’1 aprile, – ha spiegato il commissario per l’Economia digitale Mariya Gabriel – ovunque si rechino nell’Ue i cittadini non dovranno più perdersi i film, le serie televisive, le trasmissioni sportive, i giochi o gli e-book per i quali hanno sottoscritto un abbonamento digitale nel proprio paese”. Fino a pochi giorni fa, infatti, se avevamo sottoscritto un contratto per guardare le partite della nostra squadra del cuore ma ci trovavamo in Spagna per un weekend di vacanza, non potevamo seguire il match a causa del geoblocking. Discorso a parte, invece, va fatto per i media pubblici come la Rai che potranno decidere se concedere la portabilità o meno.

“Quello di oggi – ha detto il commissario per il Mercato unico digitale Andrus Ansip – è un nuovo tassello nella costruzione di un vero mercato unico digitale e di una società digitale europea unita, accessibile a tutti i nostri cittadini e redditizia per le nostre imprese”. Una grossa novità per l’Ue senza barriere che però si ferma qui. Ogni cittadino d’Europa potrà infatti sì usufruire del proprio pacchetto di contenuti ovunque, ma potrà sottoscrivere ancora solamente i contratti disponibili per il proprio Paese di residenza. In Italia, ad esempio, non potremo accedere alle serie tv disponibili su Netflix Francia. Per i contratti fa fede ancora la residenza e quando si sottoscrive un abbonamento è necessario indicare chiaramente dove si vive.

Questo perché società come Sky o Netflix propongono offerte dedicate ad ogni Paese. Dunque in Italia non potremo sottoscrivere un contratto alle stesse condizioni di un cittadino francese o viceversa. Il problema starebbe nel fatto che la Commissione Europea ha diviso in tre parti il provvedimento sul geoblocking. La prima parte consta della portabilità, ed è entrata in vigore il 1 aprile. La seconda è stata già approvata ed entrerà in vigore a fine 2018 e riguarda la possibilità di comprare servizi e beni online in altri Paesi dell’Ue ad esclusione dei media digitali. La parte più importante è l’ultima, non è stata ancora approvata, e concerne riguarda la possibilità di accedere a tv e radio di altri Paesi.

“Eliminare per sempre il geoblocking avrebbe contribuito sicuramente a creare un’Europa unita, – ha osservato Vincenzo Tiani su startupitalia.it – che avrebbe soddisfatto la fame di conoscenza di culture diverse dalla propria. Purtroppo quel sogno è naufragato, spinto in tempesta dall’industria dell’intrattenimento che non ha voluto rischiare di dover cambiare un modello che è andato bene dalla nascita del tubo catodico: crea un prodotto e poi vendilo in tanti mercati al massimo del prezzo che quel mercato è disposto a pagare. E fai finta che internet non esista.Forse hanno ragione loro, che non vedono ancora profittevole pensare all’Europa come a un vero mercato unico, con mezzo miliardo di possibili clienti. Perché, per quanto vorremmo, non siamo gli Stati Uniti, dove tutti parlano la stessa lingua”.

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Francesco Ferrigno
Giornalista, esperto di comunicazione, copywriter. Laureato in Scienze della Comunicazione e successivamente specializzato in digital journalism e content marketing. Collabora con diversi quotidiani, portali web e agenzie di comunicazione, tra cui Media 2000, Antimafia 2000, iGv Network, Il Mattino.