Connessioni broadband, digital divide, alfabetizzazione digitale: questi alcuni dei temi affrontati nella prima delle tre giornate marconiane (“Le sfide del futuro delle telecomunicazioni”) organizzate dalla Fondazione Ugo Bordoni (FUB) per celebrare i cento anni dal Nobel per la Fisica a Guglielmo Marconi. Ad aprire il dibattito il Presidente del Senato Renato Schifani che ha ricordato i tratti salienti della figura di Marconi, “genio scientifico e spirito imprenditoriale, colui che ha saputo dar voce al silenzio: egli seppe mettere la sua genialità al servizio della collettività sentendosi – prima che andasse di moda – cittadino del mondo”. “Se rinascesse oggi – ha dichiarato Enrico Manca – potremmo collocare Marconi accanto a Bill Gates, a Steve Jobs, a Larry Page e Sergey Brin di Google e agli altri ragazzi-prodigio dell’era del computer e di Internet”. Il Presidente della FUB ha poi sottolineato la necessità di superare il ritardo dell’Italia rispetto ad altri Paesi industrializzati nell’accesso ai servizi di connessione in banda larga: “l’auspicio è che coniugando rigore e sviluppo si mettano al più presto in campo, in modo rapido ed adeguato, investimenti nella banda larga che costituiscono una delle priorità del Paese”. Per il senatore Maurizio Gasparri “l’aver coniugato ricerca, modernizzazione e impresa è stato uno dei meriti di Marconi”, mentre il deputato Paolo Gentiloni ha auspicato condizioni più competitive nel mercato delle comunicazioni “perché dove c’è stata competizione c’è stata anche innovazione e sviluppo”. L’ex ministro delle Comunicazioni ha detto di condividere ed apprezzare il piano Romani sullo sviluppo della banda larga in Italia, ma è opportuno “sbloccare le risorse e non aspettare il dopo crisi: piuttosto che finanziare i lavori del ponte sullo stretto di Messina, è prioritario investire per risolvere il digital divide nel nostro Paese”. Il Vice Ministro dello Sviluppo Economico e delle Comunicazioni, Paolo Romani, ha sottolineato che il digital divide non riguarda solo in Sud ma è ovunque: “perché l’Italia sia digitalizzata occorre primariamente un’alfabetizzazione che parta dalle scuole”. “L’obbiettivo di questo Governo – ha poi concluso lo stesso Romani – è dare accesso a tutti i cittadini alla rivoluzione iniziata da Marconi”.
di Erminio Cipriano