Il 25 maggio è alle porte. Il cambiamento del regolamento sulla privacy è in dirittura di arrivo. Isabelle Falque-Pierrotin, dirigente PA francese dice che il GRPD è il simbolo di un importante passo avanti sia dal punto di vista strategico che economico. Il suo scopo è multiplo: in primo luogo, creare un mercato unificato dei dati in Europa, elemento da non sottovalutare considerato il ruolo che i dati personali hanno nelle strategie di innovazione aziendale.
L’obiettivo è costruire un mercato unico di dati in Europa e assicurare che la protezione sia uniforme in tutta Europa.
Questo mercato unificato dei dati deve essere sviluppato in conformità con i diritti degli individui, altro elemento importante. Il regolamento quindi rafforza considerevolmente i diritti delle persone fisiche a coloro che sfruttano i dati e, inoltre, crea il diritto alla portabilità.
L’istituzione del GRPD riequilibrerà quindi la relazione asimmetrica tra le aziende intorno ai dati, secondo l’esperta francese. Questo regolamento ha quindi una dimensione economica e civica. Dal punto di vista economico, offre la possibilità di un secondo mercato di dati attraverso la negoziazione che l’individuo può avere con una terza parte (l’utente recupera i suoi dati, li porta altrove e li rinegozia con una terza parte, se lo desidera).
Dal punto di vista del cittadino, il regolamento risponde alla crescente domanda delle persone di avere il controllo dei propri dati. Questa dimensione è molto importante nel regolamento europeo, e precisamente è l’autodeterminazione informativa: “Sono libero di usare i miei dati personali, come desidero per gli usi e secondo i criteri che sono miei; non quelli che sarebbero imposti da un fornitore di servizi o piattaforma, tra gli altri. L’ultima sfida per il GRPD è rafforzare le autorità per la protezione dei dati e renderle più efficienti, uguali in termini di poteri tra i diversi paesi europei e in particolare sosteneren la cooperazione.
La comunità delle autorità di protezione dei dati europea sarà quindi più efficace con la creazione di una nuova istituzione europea: il Consiglio europeo per la protezione dei dati. Quest’ultimo sostituirà a maggio l’attuale G29, che riunisce oggi le autorità europee per la protezione dei dati. Questa istituzione avrà un ruolo significativamente maggiore in termini di cooperazione tra le autorità europee: l’obiettivo è quello di garantire che la comunità delle autorità parli con una sola voce e prenda decisioni congiunte. Si tratta di un significativo passo avanti in quanto sarà l’unica area del diritto europeo in cui le autorità di regolamentazione avranno l’opportunità di decidere in merito a casi di interesse comune come Google, Facebook e Twitter.
Il presente regolamento simboleggia una nuova era in cui le autorità nazionali diventano autorità di rete: la loro integrazione si rafforza notevolmente, così come si rafforza la sovranità digitale europea poiché sottopone al diritto europeo tutti gli attori globali che offrono servizi al mercato europeo anche se non sono stabiliti in Europa. Questa importante disposizione conferisce alla legge sulla protezione dei dati una leva considerevole.
I principi del nuovo testo sono gli stessi dei precedenti principi della direttiva e della legge sui computer e le libertà, che esiste dal 1978. L’unica cosa che cambia sono gli strumenti per attuare i principi generali. Le grandi aziende avranno certamente meno difficoltà delle medie e piccole. In Francia per le piccole e medie imprese si sta preparando un kit.
Con questo regolamento, il CNIL (commissione nazionale dell’informatica e delle libertà francese) sarà rafforzata perché in quanto autorità nazionale potrà sanzionare una azienda anche del 4% del fatturato mondiale. Un segnale politico forte al fine di far considerare la protezione dei dati un argomento che deve essere preso sul serio.
Il GRPD si occupa della protezione dei dati personali come un diritto fondamentale; ePrivacy, rispetto della privacy nelle comunicazioni elettroniche. Il CNIL ha una posizione chiara sul consenso obbligatorio della persona ed ha anche richiesto semplificazioni delle norme in materia di cookie, di monitoraggio Wi-Fi e riservatezza dei messaggi .
Tuttavia precisa l’esperta francese : “Non dobbiamo vedere il 2018 come una mannaia, le autorità di protezione nazionali non si affretteranno a punire automaticamente tutti coloro in violazione delle norme”.
L’obiettivo è dare all’Europa unita la possibilità di intervenire in termini di sicurezza dei dati e di avere uno strumento di differenziazione competitiva rispetto ad altre regioni.