Il corpo è la password, l’interazione uomo macchina sarà sempre di più mediata dalle stesse macchine capaci di raccogliere informazioni su di noi, e da noi, senza il bisogno di chiederlo. Questo il messaggio raccolto ieri durante il convegno “Uomini e Macchine – Protezione dati per un’etica del digitale,” organizzato in occasione della Giornata europea della protezione dei dati personali 2018 dal Garante Privacy.
Gli esperti hanno indagato sulle criticità e le possibilità di governare il cambiamento.
Dopo la relazione del presidente Soro che ha, più volte, sottolineato quanto è determinante oggi il concetto di persona digitale, proposto più volte dal nostro de Kerckhove durante i convegni TuttiMedia di maggio 2011 e dicembre/gennaio 2013, Vito Mancuso (teologo) mi ha incuriosito ed ho trovato interessante invitare un esperto di teologia in un contesto dedicato alle macchine.
Invitando a riflettere sul mondo che rischia di perdere l’anima dice: “Forse sono inattuale e scontato perché il mio è un appello alla libertà. La tecnologia rappresenta l’ogni potenza ed è la tutela della privacy che permette all’uomo di rimanere un agente libero”.
Per il teologo il conflitto fra essere liberi, e essere servi esiste da che mondo è mondo: oggi l’innovazione produce meraviglia, ma quando questa meraviglia genera potere e desiderio arrivano i problemi di condizionamento. Parla di neuroscienze e del fatto che il mistero della coscienza è ancora non svelato e nessuna macchina può condividerlo.
A questo proposito Giovanna Bianchi Clerici (Componente dell’Autorità Garante per la protezione dei dati personali) parla di coscienza protagonista della nuova serie Netflix “Altered Carbon” che racconta del mondo in cui vi è la possibilità di copiare digitalmente la coscienza, la memoria e la personalità umana ed impiantarla in un altro corpo: un processo che permette di evitare la morte “saltando” da un corpo all’altro.
Antonio Punzi (filosofo del diritto) parla di infopersona che rischia di muoversi in uno spazio senza conoscenza con metodi di simulazione, di consenso inconsapevole perché nessuno legge le troppe numerose pagine dedicate ai regolamenti. Per lui la soluzione è il pagamento del servizio senza nessuna cessione di dati.
Luisa Crisigiovanni (Membro dell’esecutivo BEUC) parla dell’Internet of toys. I giocattoli intelligenti che minacciano la privacy di bambini e famiglie e che insieme agli oggetti indossabili rappresentano un business milionario nei prossimi anni (240 milioni nel 2020).
Per Edoardo Fleischner (Docente di comunicazione crossmediale, Università degli studi di Milano) oggi abbiamo creato un ambiente perfetto per l’incontro di domanda e offerta, i cookies aiutano l’utente a ricevere informazioni di suo interesse e “ricevere dati su te stesso che non sapevi può essere estremamente utili soprattutto per la salute”.