di GIULIO ANSELMI      

 

Nuove professionalità per nuovi giornalisti, questa insistenza sul nuovo dice che c’è molto da cambiare. Noi sappiamo di essere sospesi tra annunci apocalittici (L’ultima copia del New York Times decreta la fine della carta) e altri annunci analoghi propongono un futuro totalizzante che è tutto digitale.

I dati, però, invitano ad essere prudenti: un recente studio di Le Monde dice che le notizie per il 48% arrivano ancora dalla carta stampata. La realtà è che stiamo andando verso la multimedialità, cioè mettere in un unico contesto informativo tutta una serie di elementi (testo, musica, video) che interagiscono tra loro. Se ne parla tanto, ne parlano tanto gli editori, i giornalisti e per capirne di più se ne fotografa l’attuazione pratica.

Il segretario della FNSI, Franco Siddi, ha fatto riferimento alla qualità dei contenuti. Di qualità parlano tutti e soprattutto giornalisti, editori e pubblicitari. Ancora una volta io vorrei sottolineare quanto qualità significhi prima di tutto credibilità ed autonomia. Senza far mancare le attenzioni necessarie alle nuove tecnologie, che naturalmente fanno prodotti nuovi, c’è un elemento fondamentale del giornalismo che non dobbiamo perdere di vista: è bene non subire le pressioni della politica, è bene che gli editori non siano eccessivamente propensi allo scambio.

Cosa possiamo fare con un settore industriale maturo e con dei giornalisti che stanno facendo un mestiere che è al capolinea? E io ho sufficiente esperienza per poterlo dire.

Sono scettico sulla volontà e sulla capacità degli editori e dei giornalisti di cambiare. Finora siamo stati capaci di mettere on line solo delle repliche del quotidiano tradizionale. Da direttore ho constatato, salvo le rare eccezioni che cominciano ora qua e là ad esserci per alcuni quotidiani, che per anni sui siti Internet abbiamo collocato i rottami della carta stampata. Era difficile con queste forze ottenere una buona informazione on line. Io spero che editori, direttori, colleghi tutti, abbiano davvero la capacità di percorrere la multimedialità (cioè il giornalista che scrive, fotografa, registra) non come strumento di riduzione dei costi, ma come intelligente declinazione dell’informazione che è necessaria. Mi auguro inoltre che il periodo caratterizzato dai principi della penna affiancati dai paria della multimedialità finisca al più presto.

 

Giulio Anselmi

presidente ANSA

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