Task force Covid-19. Salvare vite umane e garantire la privacy, argomento di grande attualità, ne parlo con Ruben Razzante, docente di Diritto dell’Informazione all’Università Cattolica di Milano e alla Lumsa di Roma, esperto di media, fra i componenti del gruppo di esperti chiamati dal sottosegretario Andrea Martella a far parte dell’Unità di monitoraggio per il contrasto della diffusione di fake news su Covid-19.

Le sue idee sono chiare: la mediazione fra diritto alla salute e alla privacy è possibile. Se il cellulare, nostro inseparabile compagno di vita, si trasforma nel Personal Digital Twin (Media Duemila numero 325) l’App ci salverà.

Il filosofo Francesco Bacone affermava che la scienza e la tecnologia avrebbero profondamente trasformato il mondo a beneficio dell’umanità, oggi stiamo sperimentando il contrario. Ci siamo svegliati in un mondo che sembra totalmente diverso da quello in cui credevamo di vivere con tutte le certezze del mondo digitale: informazione, globalizzazione, tecnologia, telemedicina, ubiquità…

“Il momento storico che viviamo è tragico,ma in molti campi porterà a svolte positive. Penso alle professioni legate alla comunicazione, allo smart working,  all’e-learning, solo per citare alcuni cambiamenti massivi nelle nostre abitudini. La necessità dell’uso delle tecnologie ha indotto l’accelerazione dell’alfabetizzazione digitale, infatti molte persone che prima della pandemia ignoravano l’utilità della tecnologia o quanto meno pensavano di poterne fare a meno, oggi la usano. L’isolamento forzato e collettivo ha portato all’adozione universale delle tecnologie. Quando l’emergenza sarà finita non torneremo indietro. Siamo cambiati.  Adesso il Paese ha bisogno di un’infrastruttura capillare a disposizioni di tutti, anche di chi vive in zone periferiche e di strumenti utili a superare questa pandemia.”

Privacy versus salute, individuo versus collettività, Corea, Cina, App di controllo …

“Sono un grande sostenitore della privacy e del modello europeo. Il nostro modello di privacy è stato anche ripreso dagli Usa, perché è un codice comportamentale ben congegnato che permette deroghe in caso di minaccia alla salute. In alcuni casi la privacy viene sacrificata proprio per favorire il diritto alla salute. Il punto è che tale deroga non può tradursi in un generalizzato trasferimento di dati. I cittadini non debbono concedere dati senza sapere in quale contesto vengono utilizzati e da chi. Per quanto riguarda il cellulare o qualsiasi altro strumento tecnologico, forse sarebbe d’aiuto nel frenare la diffusione del virus un’App per raccogliere dati sull’epidemia. Il punto sono le sue limitazioni e su questo ho idee precise. I dati raccolti devono essere utilizzati esclusivamente per monitorare al meglio il percorso del virus; in questo modo il processo, che inevitabilmente comporta di sapere dove siamo stati e con chi, non comporterà una eccessiva invasività nelle nostre vite. La vita dell’App deve essere a tempo: finita l’emergenza deve disinstallarsi e i dati acquisiti devono essere distrutti.  Un sistema così complesso deve essere gestito dal pubblico sotto la vigilanza del Garante della Privacy, pertanto serve una legge ordinaria per regolamentarla; in questo caso di urgenza occorre un decreto legge. Paola Pisano, ministro dell’Innovazione, ha fatto bene ad istituire la task force per misurare, attraverso competenze specifiche, la fattibilità dell’App, che a mio avviso può funzionare solo se è capillare. Se la installano in pochi, non è possibile arrivare alla rappresentazione fedele dell’entità del contagio e allora perde l’utilità. In questa fase la gente è più disponibile, percepisce il monitoraggio a tappeto come un beneficio, ma il tempo stringe: la fase 2 è vicina. Nella tragicità del momento storico sopravvivere, ritornare a vivere è esigenza comune. Se riusciremo a garantire tracciabilità e privacy che, ripeto, significa garanzia di cancellazione dei dati e l’obbligo delle Telco di fornire tutte le procedure seguite per la  raccolta dati al Garante Privacy, possiamo farcela”.

Qual’ è il compito del gruppo di esperti istituito per arginare le fakenews su Covid-19?

“Ci siamo appena insediati con un incontro via schermo ed abbiamo diffuso un comunicato pubblicato anche da Media Duemila dove chiariamo che non siamo un tribunale, né il ministero delle verità, e che non faremo fact checking. Siamo, appunto un gruppo di lavoro,che monitora un fenomeno allo scopo di fornire strumenti in più per facilitare il riconoscimento di notizie affidabili perché riconducibili a fonti istituzionali e, quindi, fondate su evidenze scientifiche. Cerchiamo di mettere in guardia le persone dai rischi che si incorrono inseguendo false verità. Se le persone ricevono informazioni sbagliate, tendono a comportamenti non idonei al contesto; ecco che l’informazione diventa funzionale al rispetto delle misure di contenimento e quindi garantisce il diritto alla salute.  I comportamenti corretti derivanti dalle informazioni corrette permettono di garantire tutti i diritti anche durante l’emergenza”.

Task force Covid-19

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Maria Pia Rossignaud
Giornalista curiosa, la divulgazione scientifica è nel suo DNA. Le tecnologie applicate al mondo dei media, e non solo, sono la sua passione. L'innovazione sociale, di pensiero, di metodo e di business il suo campo di ricerca. II presidente Sergio Mattarella la ha insignita dell'onorificenza di Cavaliere al Merito della Repubblica Italiana. Vice Presidente dell’Osservatorio TuttiMedia, associazione culturale creata nel 1996, unica in Europa perché aziende anche in concorrenza siedono allo stesso tavolo per costruire il futuro con equilibrio e senza prevaricazioni. Direttrice della prima rivista di cultura digitale Media Duemila (fondata nel 1983 da Giovanni Giovannini storico presidente FIEG) anticipa i cambiamenti per aiutare ad evitare i fallimenti, sempre in agguato laddove regna l'ignoranza. Insignita dal presidente Mattarella dell'onorificenza di "Cavaliere al Merito della repubblica Italiana. Fa parte del gruppo di esperti CNU Agcom. E' fra i 25 esperti di digitale scelti dalla Rappresentanza Italiana della Commissione Europea. La sua ultima pubblicazione: Oltre Orwell il gemello digitale anima la discussione culturale sul doppio digitale che dalla macchina passa all'uomo. Già responsabile corsi di formazione del Digital Lab @fieg, partecipa al GTWN (Global Telecom Women's Network) con articoli sulla rivista Mobile Century e sui libri dell'associazione. Per Ars Electronica (uno dei premi più prestigiosi nel campo dell'arte digitale) ha scritto nel catalogo "POSTCITY". Già docente universitaria alla Sapienza e alla LUISS.