Riflettere intorno alle storie, l’identità e i valori in un contesto televisivo, di mercato e strutturale in profondo e continuo cambiamento è l’obiettivo dell’appuntamento organizzato da AGCOM. Lo spiega Francesco Giorgino, giornalista Rai e moderatore: “Restate con noi è una call to action – dice – che evoca anche il senso complessivo, più connotativo, che denotativo di questo momento di confronto”.  Cita Sant’Agostino per evidenziare la necessità di saldatura fra i tre tempi dell’esperienza umana: passato, presente e futuro: “Il presente del passato che è tradizione, memoria – dice ­– il presente del presente che è la consapevolezza del tempo che si vive, e quindi dei problemi da affrontare. Infine, il presente del futuro che è la visione strategica”.

Il presidente Agcom, Giacomo Lasorella entra nel vivo della discussione portando l’attenzione sugli  algoritmi quale elemento della catena del valore: “Noi sostanzialmente siamo chiamati ad applicare la legge nazionale ed europea – dice – .  Il senso dell’istituzione, delle autorità indipendenti è proprio quello di avere un regolatore capace di ascoltare e seguire l’evoluzione di uno dei settori, fra i più importanti, che è proprio quello  dell’audiovisivo”.

E poi il ministro Adolfo Urso (MIMIT), invita a una riflessione concreta, pragmatica, realistica sul sistema che per il Ministero delle Imprese del Made in Italy è un comparto importante. “C’è necessità di accompagnamento del comparto  in questa fase di trasformazione delle abitudini di consumo dei cittadini, di trasformazione delle tecnologie, delle competenze richieste in un contesto sempre più frammentato che aumenta la competizione – dice -.  Rinnovo l’impegno a sostegno della produzione audiovisiva nazionale, Rai, Mediaset, La7,  Discovery,  Sky e di tutti gli altri operatori del comparto televisivo che sono patrimonio del nostro paese  e devono essere messi nelle condizioni di poter competere sul mercato globale”.

Franco Siddi, presidente Confindustria Radio TV, concretizza i numeri di un comparto che investe ogni anno circa un miliardo in produzioni locali: “I broadcaster sono  ancorati all’identità culturale italiana”. Condivide i dati dell’European Media Outlook  che vede il mercato dell’audiovisivo, dopo un calo del 5,5% dal 2019 al 2020 (Covid), in crescita con i ricavi aumentati di oltre l’8%, raggiungendo i 91,4 miliardi di euro nel 2021.

Il broadcast rappresenta l’83,7% dei ricavi, il VoD 12,8% e il cinema 2,5%.  il VoD è in rapida crescita, la TV rimane resiliente, il cinema è stato colpito di più dalla pandemia di COVID-19 e i video fisici (ad esempio i DVD) stanno svanendo. Le aziende USA pesano sul mercato europeo per il 30% di ricavi, in crescita negli ultimi anni grazie alla crescita del Video on demand. Non esistono grandi operatori europei: fra  le 20  aziende media top in Europa sono sovranazionali solo Canal Plus e Media For Europe, la maggior parte sono presenti in un solo Paese.

Nel segmento SVOD, quello a più alto tasso di crescita del settore audiovisivo: alla fine del 2021 i tre operatori top del segmento pesano per il 71% dei ricavi, e 189 milioni di abbonamenti (di cui 133 in UE): Netflix (36%), Amazon Prime (23%) and Disney+ (12%).

Ecco perché per Franco Siddi c’è bisogno di una strategia condivisa tra produzione indipendente italiana e operatori televisivi per favorire la crescita di contenuti identitari, in un contesto sempre più sovranazionale: “Dobbiamo tutti fare uno sforzo per trasformare i tavoli che ci vedono contrapposti su diverse tematiche (quote di programmazione e di investimento, definizioni contrattuali e limitazioni temporali di diritti) in ambienti propositivi, in cui analizzare e affrontare un piano di sviluppo dell’intera produzione audiovisiva italiana. Noi siamo pronti a farlo con l’orgoglio di chi ha investito oltre 10 miliardi negli ultimi 10 anni nella produzione indipendente e vuole continuare a farlo”.

Franco Siddi precisa che gli editori televisivi free rappresentano la principale industria culturale del nostro Paese, sono l’unico mezzo di comunicazione di massa gratuito e universale, non discriminatorio rispetto a reddito e livello socio culturale; la loro accessibilità non è vincolata da qualsivoglia forma di pagamento diretto o indiretto da parte dell’utente finale; rappresentano l’unica fonte di informazione e di visione di contenuti audiovisivi per decine di milioni di cittadini ad oggi ancora esclusi per ragioni economiche e culturali dall’accesso alle piattaforme a pagamento o alle piattaforme online; nonostante il mutamento delle condizioni di mercato, il 92% del tempo di minutaggio della visione televisiva è sulla piattaforma digitale terrestre e sono in grado di generare valore, occupazione e ricchezza, anche fiscale, al nostro territorio, cui sono strettamente legati e connessi.

 “Questo valore di accessibilità universale in grado di superare ogni differenza culturale, sociale o di reddito fa sì che il broadcasting sia ancora oggi il più efficace strumento di promozione culturale, di circolazione delle opinioni e di contrasto alla frammentazione degli interessi e delle identità – sottolinea Siddi – . Il mercato oggi è in una fase di profonda trasformazione con l’ingresso di nuove piattaforme in grado di sostenere con grandi capitali la produzione audiovisiva di molti paesi. La loro presenza non dovrà però marginalizzare un sistema che, grazie alla produzione indipendente e ai broadcaster, pubblici e privati, negli ultimi 40 ha garantito un cospicuo flusso di contenuti, comprensivi di serialità di grande successo internazionale e di film premiati con Oscar”.

Tanti gli interventi che fotografano un presente incerto per la Tv tradizionale che nonostante tutto resta leader, nonostante come ripete Gina Nieri, CDA Mediaset,  necessita di normative adeguate e al passo con la trasformazione continua del mercato. “In questo momento siamo vicini alla Rai perché siamo i broadcaster con responsabilità e obblighi – dice  – quale un’informazione pluralista, indipendente, trasparente. L’obiettivo di oggi è anche ricordare il valore sociale dei nostri delle nostre attività che per Mediaset significano 19 canali tv free, una tv on demand, Infinity con  migliaia di film, serie tv ,cartoni, documentari e calcio.  In più 33 edizioni di telegiornali e Tgcom 24. Oggi siamo alla protezione della proprietà intellettuale mentre l’innovazione ci porta le opere fatte dall’intelligenza artificiale”.

Il convegno completo si può ascoltare qui:

 

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Maria Pia Rossignaud
Giornalista curiosa, la divulgazione scientifica è nel suo DNA. Le tecnologie applicate al mondo dei media, e non solo, sono la sua passione. L'innovazione sociale, di pensiero, di metodo e di business il suo campo di ricerca. II presidente Sergio Mattarella la ha insignita dell'onorificenza di Cavaliere al Merito della Repubblica Italiana. Vice Presidente dell’Osservatorio TuttiMedia, associazione culturale creata nel 1996, unica in Europa perché aziende anche in concorrenza siedono allo stesso tavolo per costruire il futuro con equilibrio e senza prevaricazioni. Direttrice della prima rivista di cultura digitale Media Duemila (fondata nel 1983 da Giovanni Giovannini storico presidente FIEG) anticipa i cambiamenti per aiutare ad evitare i fallimenti, sempre in agguato laddove regna l'ignoranza. Insignita dal presidente Mattarella dell'onorificenza di "Cavaliere al Merito della repubblica Italiana. Fa parte del gruppo di esperti CNU Agcom. E' fra i 25 esperti di digitale scelti dalla Rappresentanza Italiana della Commissione Europea. La sua ultima pubblicazione: Oltre Orwell il gemello digitale anima la discussione culturale sul doppio digitale che dalla macchina passa all'uomo. Già responsabile corsi di formazione del Digital Lab @fieg, partecipa al GTWN (Global Telecom Women's Network) con articoli sulla rivista Mobile Century e sui libri dell'associazione. Per Ars Electronica (uno dei premi più prestigiosi nel campo dell'arte digitale) ha scritto nel catalogo "POSTCITY". Già docente universitaria alla Sapienza e alla LUISS.