Mi spiego. I quotidiani in passato non soffrivanodi concorrenza indiretta (non c’era laTV, la radio, Internet) e non avevano bisogno di ingegnarsiper affermarsi nel mercato.Oggi, invece, con un mercato affollatissimo, sicorre il rischio di fornire un’informazione poco documentata,molto strillata e molto spesso faziosa, cheviene meno a quel patto di moralità da sempre “siglato”con il lettore. Infatti, la fame crescente di informazionesta costringendo i giornalisti a pubblicarele notizie in tempi strettissimi, senza le opportuneverifiche, con una ricerca spasmodica dello scoopche porta, a volte, alla messa on line di informazioninon corrette (morti in realtà solo feriti, scambio diidentità, ecc…). Mentre Internet offre l’opportunitdi correggere in modo altrettanto tempestivo eventualierrori, la notizia, una volta pubblicata sul giornale,è indelebile (“verba volant, scripta manent”).In futuro, perciò, i media dovranno prima ditutto riacquistare la loro autorevolezza, mettendoi giornalisti in condizione di documentarsi ed approfondirele notizie prima della pubblicazione e,di conseguenza, elevare nuovamente la qualità delprodotto per riportare la stampa alla credibilità diun tempo ed alla propria identità (oggi i diversimezzi sembrano l’uno la copia dell’altro).Mi auguro, inoltre, che questa crisi possa portaretutto il settore ad affrontare problemi che in passatosono stati trascurati e che hanno portato a conseguenzedeleterie. In particolare, auspico che gli editorimettano in atto non solo azioni di razionalizzazionestrutturale dei costi ma che comprendano anche comei giornali non debbano essere più ed in nessun modoregalati o messi a disposizione senza opportuna regolamentazione,proprio per tutelarne il valore e nonsminuire il lavoro di ricerca che viene fatto a monte.Per aiutare l’editoria ad affrontare le sfide di domanie rinnovare il modo di fare informazione, ancheil Governo deve adeguare le leggi esistenti,utilizzando i fondi già messi a disposizione per ilsettore, non solo per favorire le poche testate cheattualmente ne beneficiano ma per agevolare unapiù capillare presenza del prodotto sul territorio lasciandoliberi i vari editori di scegliere i luoghi didiffusione ed il posizionamento; adeguare la rete distributiva,finanziando il restyling delle edicole conlo scopo di ampliare e migliorare la qualità dei puntivendita; attuare una serie di interventi che tutelinoanche per i quotidiani il diritto d’autore, attraversola regolamentazione della lettura dei giornali in pubblico,in particolare per gestire il fenomeno “sale dilettura” negli esercizi pubblici che hanno portato amantenere lo stesso numero di lettori a scapito diuna drastica riduzione delle copie vendute in edicola.
Certamente Internet giocherà un ruolo primarioin quanto strumento fondamentale per una informazionetempestiva, ma i quotidiani non devono temerloperché, in un mondo sempre più globale, le notizie,sempre più complesse ed articolate, sono destinate amoltiplicarsi in modo più che esponenziale e ci saruna richiesta altrettanto crescente di opinioni ed approfondimentiche solo la carta stampata può garantire.La necessità di informazione, di aggiornamento,di contatto non morirà mai, anzi, vivendo in un’epocasempre più globalizzata, è destinata a crescere la richiestadi essere informati su ciò che succede nel restodel mondo e su ciò che succede a casa nostra quandosiamo noi in giro per il mondo. I giornalisti per primidovranno essere in grado di adeguarsi evolvendo illoro modo di comunicare a queste nuove esigenze diinformazione tempestiva, puntuale e continua.