Rossano Ercolini, maestro elementare di Capannori (Lucca) insignito del prestigioso Goldman Environmental Prize 2013 (premio internazionale istituito nel 1990 a sostegno dello sviluppo delle energie pulite) rappresenta Zero Waste, l’associazione mondiale che punta ad azzerare i rifiuti nel mondo. Il suo slogan è “Basta inceneritori”. Con questo slogan e la sua caparbietà è riuscito a far adottare al suo paese, Capannori, una strategia di gestione dei rifiuti urbani che ha portato il comune ad essere esempio nel mondo, infatti la cittadina lucchese, ha raggiunto l’invidiabile traguardo dell’ 82% di rifiuti riciclati. Un obiettivo ambizioso che non è possibile raggiungere solo con la tecnologia, ma ci vuole coscienza civile e buona volontà, a dimostrazione che l’uomo è ancora l’artefice del suo futuro.
Ercolini, anche se parlare a telefono con lui è difficile, si definisce sostenitore di una rete globale che va aldilà delle singole realtà: “Puntiamo ad applicare il fuoco della rivoluzione ecologica – afferma – perché così facendo la transizione verso un nuovo modello di sostenibilità ambientale, di cui è Alfiera Greta Thunberg, può realizzarsi”. Impegnato in questa difficile trasformazione, evangelizza e cerca di avvicinare il territorio dove poggiamo i piedi al grande cielo della globalizzazione. Rossano Ercolini afferma di essere cosciente che possiamo fare solo piccoli passi verso il mondo zero rifiuti, ma non si scoraggia e giorno dopo giorno costruisce la sua tela.
La prossima sfida è la “Zero Waste Accademy” un modello di scuola con un programma di studi sulla gestione dei rifiuti e sulla comunicazione della filosofia alla base del mondo senza rifiuti: “L’Accademia nascerà, probabilmente in autunno, per diffondere cultura senza tralasciare lo scopo formativo – spiega – attraverso accordi con università, ma prioritariamente per condividere la filosofia utile alla rivoluzione ecologica. Il mondo a rifiuti zero necessita di una coscienza condivisa. Ma su questo punto sono sicuro che l’avere tutti a che fare con gli scarti facilita la comprensione del problema e conseguentemente evidenzia la necessità del cambiamento. Non ripeteremo gli esperimenti di università verdi degli anni 80, con l’accademia voglio indurre a una maggiore consapevolezza verso la sostenibilità ambientale”.
Sorride quando parla di se stesso, come il piccolo Vesuvio di Capannoli, i suoi libri “Non bruciamo il futuro. La mia battaglia per l’ambiente, una nuova politica, il futuro dell’Italia”, ed. Garzanti 2014 e “Rifiuti Zero. Dieci passi per la rivoluzione ecologica dal premio Nobel per l’Ambiente”, ed. Baldini Castoldi 2018, sono il suo testamento spirituale.
“La sfida zero rifiuti è all’alba della sua vita e ha bisogno di coinvolgere la comunità globale – continua Ercolini – l’orizzonte non può essere la Campania, la Toscana o l’Italia. Oggi le battaglie per essere vinte e, ancor prima, comprese hanno bisogno di una mentalità glocal (globale e locale). Nessuno può pensare di occuparsi solo del suo orto, dobbiamo preoccuparci del globo intero e sforzarci di portare nel nostro, seppur piccolo ambito, il meglio che esiste a livello internazionale. Chi ha radici solidissime non deve aver paura di guardare il cielo: la sintesi clorofilliana della conoscenza è fondamentale per la rivoluzione ecologica”.
I suoi obiettivi sono sempre gli stessi, sin dall’inizio della sua storia la sua battaglia è contro gli inceneritori: “Sono andato in giro offrendo non solo le ragioni del no, ma anche soluzioni con l’obiettivo di trasformare scarti in risorse – precisa -. Ho iniziato a Capannori, il mio paese e questa è stata la mia grande vittoria. Mi vedo come il sassolino che diventa pietra e poi roccia”.
Il mensile Grun, testata di riferimento per i verdi tedeschi, ha dedicato un ampio servizio a Capannori e alla tecnica adattata per il riciclo dei rifiuti. Il paese di Rosano Ercolini è diventato esempio per la comunità internazionale.
“Posso affermare che il percorso zero rifiuti in Italia è un successo con 6 comuni e 3 milioni di abitanti dalla sua parte – sottolinea -. Questa è una delle rivoluzioni di successo nel nostro Paese, mi viene quasi da assimilarla al femminismo. L’Italia che cambia è questa”.
Ercolini dal niente è riuscito a costruire un movimento di pensiero globale, anche grazie alla tenacia con la quale ha creato la narrazione intorno a quanto succedeva e succede nel mondo dei rifiuti. Il suo messaggio da locale è diventato globale grazie alla rete e di questo è orgoglioso anche perché: “In un momento in cui sembra che tutto vada male ci sono storie a lieto fine. Zero Waste è un esempio concreto di lieto fine. E grazie alla rete è conosciuta come pratica da seguire in sempre più nazioni”. Gli ecowarriors crescono e portano risultati ma hanno bisogno di condivisione e coscienza collettiva.La rete con i suoi social forse in questo caso può essere utile per costruire, come dice de Kerckhove un sistema limbico sensibile al movimento Zero waste. Basta rifiuti e basta inceneritori.