L’innovazione per noi è un modo di lavorare che combinacreatività e concretezza: significa essere in grado di portareai clienti non solo idee di valore, ma risultati e soluzioni chedimostrino da subito la propria efficacia. Per questo all’internodella nostra struttura abbiamo creato due laboratori high tech:il Semantic Enterprise Lab, dedicato allo sviluppo di tecnologiesemantiche innovative per gestire e valorizzare le informazionie la conoscenza in una chiave del tutto nuova, e il 4Crm Labche sviluppa soluzioni e tecnologie legate alla realtà virtuale,al linguaggio naturale e alla multicanalità evoluta. Due teamin cui sono entrati in questi mesi molti giovani talenti fra fisici,matematici, ingegneri ed esperti di comunicazione.

Applicazioni utili anche per l’editoria, per esempio nel campodella lettura del giornale…

Come lei ben sa, l’editoria oggi è in una fase di profondatrasformazione che non può prescindere dai media digitali.All’interno del mondo digitale dobbiamo però costantementeconfrontarci con un nuovo modello di comunicazione e conla difficoltà di rintracciare e far emergere ciò che realmenteci interessa. Le tecnologie semantiche rappresentano da questopunto di vista una straordinaria opportunità. Consentonoinfatti di comprendere ciò che viene detto sul Web o sullastampa, navigando e ricercando su tutti i contenuti in linguaggionaturale, ovvero rispetto al reale significato che ci interessa.Inoltre alla ricerca dei contenuti è possibile aggiungereoggi un concetto fondamentale: la misurazione della “reputation”.Capire se di un certo tema, prodotto, azienda si parlabene o male per testare e monitorare il così detto “sentiment”e il feedback del mercato sulle nuove iniziative.

La sua passione?

Quello che più mi appassiona è poter applicare ogni giornola creatività e vederla “funzionare”. In questo senso ciò chefaccio oggi mi sta dando grandi soddisfazioni: le tecnologie sucui ci stiamo focalizzando introducono un nuovo modo di lavoraree gestire la conoscenza con una vastissima gamma di applicazionie benefici. Tutte queste tecnologie hanno molto ache fare con la cultura. Vi faccio un esempio: navigare i contenutidei testi ingegneristici di Leonardo in linguaggio naturale“cosa pensava Leonardo delle armi? Cosa ha inventato per volare?”questo è un progetto al quale sta lavorando il nostro partnerstrategico Gempliss, finanziato dalla Regione Lombardia,insieme alla società “Leonardo Tre”, che valorizza tutte le opereleonardesche e che presenterà queste opere digitalizzate a NewYork a dicembre prossimo.La semantica applicata all’arte e alla cultura può aprire scenarimolto innovativi e potenti per la divulgazione: è possibile,ad esempio, associare registri di comunicazione diversi in funzionedell’utente (un ricercatore può fruire i contenuti in mododiverso da uno studente).

Tecnologia e cultura, come farle coincidere, quali analogie econtrapposizioni?

Come la cultura, anche la tecnologia rende liberi, dà trasparenza,favorisce il confronto di opinioni e toglie restrizioni. Graziealla tecnologia molte più persone rispetto al passato possonoaccedere alle informazioni, ai contenuti e a nuove forme di comunicazione,acquisendo opportunità di conoscere e apprenderepiù facilmente. È però compito di chi progetta e realizza la tecnologiasviluppare soluzioni sempre più facili da utilizzare e accessibiliper tutti, per fare in modo che questo potenziale si attuifino in fondo e non diventi al contrario una barriera o un elementodi divisione rispetto a chi ne resta “escluso”.

Per quanto riguarda l’ambito dell’editoria on line, sapere che unsito ha un bollino blu e che quindi è un sito professionalmente riconosciutopotrebbe dare qualche sicurezza in più?

Ma chi lo potrebbe dare questo bollino blu? Chi è che determinal’autorevolezza di ciò che viene detto o scritto? Chipuò discriminare se un contenuto è cultura o non lo è? Credoche il vero giudizio debba essere come sempre in mano agliutenti. Da questo punto di vista, con il modello partecipativodel Web, è aumentata la possibilità di mettere a confrontoinformazioni e determinare una “autorevolezza”. Pur in contestodiverso, il caso Wikipedia è un esempio che ci fa pensare.

Ma la maturità di valutare i contenuti on line come si acquisisce?Ci sono dei dati sul fatto che, per esempio, screditare persone oaziende on line può avere un forte impatto…

Diciamo che la comunicazione digitale ha in parte trasformatoil concetto di reputazione. Le aziende, le istituzioni e chi comunqueinteragisce con la Rete devono oggi imparare a conviveree gestire fenomeni nuovi e che talvolta appaionoincontrollabili. Ci sono aziende che hanno avuto problemi serissimilegati alla reputazione on line, semplicemente perchéhanno sottovalutato il problema e il possibile impatto di unaopinione negativa o, ancor peggio, hanno cercato di nasconderlainvece che contrastarla con i fatti o volgerla in positivo. Socialnetwork, blog, forum, stampa on line e più in generale tutti inuovi contesti in cui oggi si formano opinioni praticamentesu ogni tematica vanno affrontati consapevolmente. Con lacarta stampata l’impatto di un elogio o di una critica era piùcircoscritto, perché aveva una diffusione più limitata. Su Internet,invece, eliminare una notizia o nasconderla crea uneffetto boomerang esplosivo che può moltiplicarsi molto velocemente.Credo quindi che un nuovo modo di comunicare, divalutare, di criticare sia una realtà con la quale fare i conti, damonitorare e presidiare con continuità ed attenzione, per farsi che alla fine diventi un’opportunità in più per evolvere.

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