di ANDREA LISI.


Non si parla d’altro. La sanità si digitalizza, si mette in Rete, per garantire servizi innovativi e sempre accessibili ai pazienti, in una piena ed efficace concretizzazione di un nuovo diritto informatico alla salute: certificati medici trasmissibili telematicamente, cartelle cliniche conservate digitalmente, referti accessibili on line, fascicoli sanitari elettronici, ma anche “tecnosalute” per tutti, con diagnosi e terapie a distanza, tracciabilità dei dati sanitari, “avatar” o modelli virtuali di determinati organi per valutare l’intervento da fare e pillole intelligenti che contengono micro-dispositivi in grado di rilasciare farmaci nell’organismo in modo mirato.
È questa la sanità del futuro e certamente ci saranno innumerevoli vantaggi per i pazienti, ma occorre fare i conti anche con i notevoli rischi che ciò comporta e sono tanti i punti critici da risolvere. In particolare, è necessario porre attenzione alle problematiche relative alla protezione dei dati personali inerenti allo stato di salute, alla definizione di standard tecnologici nazionali e internazionali da utilizzare nella gestione dei documenti e soprattutto alla conservazione a lungo termine del dato sanitario.
Dal punto di vista della privacy, sarà sempre più indispensabile dotarsi di modelli organizzativi adeguati per proteggere e garantire una gestione sicura e controllata dei dati personali dei pazienti. Su questi temi il Garante della Privacy è più volte intervenuto con dettagliate Linee Guida e le sanzioni in caso di violazione dei delicati adempimenti previsti sono molto salate, per non parlare delle possibili richieste di risarcimento in caso di violazione di dati personali così sensibili. Insomma, occorre attrezzarsi a dovere nell’interesse del paziente.
Ma è in materia di conservazione permanente del documento clinico (immagini e referti) che c’è ancora tanto da fare: abbiamo un’esperienza millenaria in materia di conservazione della memoria su supporti analogici, ma ancora poche regole e prassi sulla conservazione digitale. E per questo è indispensabile predisporre nel dettaglio un sistema di conservazione digitale a norma e affidarne la gestione a responsabili capaci e preparati.

Andrea Lisi

presidente di ANORC

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