Il futuro del lavoro, o sarebbe meglio dire il presente è il tema dell’Italian Innovation Day 2018 di Trento, protagonista il centro di ricerca EIT Digital. Media Duemila ha anticipato i temi e pubblicato interviste ai protagonisti nel numero Digital Trasformation distribuito a POVO.
Roberto Saracco (presidente Associazione EIT ICT Labs) parla di Digital Transformation e impatto sull’occupazione, argomento di cui si occupa da tempo. Nel suo blog (leggete qui troverete molti post sull’argomento) ma a Trento propone una nuova visione partendo : “dalla riflessione sulla dicotomia “automazione = perdita di lavoro””.
“Se automatizziamo qualcosa, sia con un robot o con un software, non abbiamo più bisogno di un essere umano per svolgere quel lavoro – spiega – cioè l’automazione porta a perdite di posti di lavoro. D’altra parte, alcuni sostengono che l’automazione stia effettivamente liberando risorse”.
La teoria prende spunto dalla studio pubblicato dal World Economic Forum da dove si evince che lo scenario del mondo del lavoro è molto più complesso.
Saracco ritiene che “la trasformazione digitale è il risultato dell’evoluzione tecnologica (sia delle prestazioni che dell’evoluzione economica) e delle relative ricadute sociali, ognuna delle quali si nutre dell’altra. Quindi la maggior parte dei fattori presentati nello studio WEF sono in un modo o nell’altro collegati alla Digital Transformation. Le nuove opportunità di lavoro sono stimolate dai giovani numerosi nei mercati emergenti e soprattutto dalla maggiore presenza delle donne nel mondo del lavoro”
Queste positività sono tutte connesse alla trasformazione digitale e sottolinea: “la perdita di lavoro prevista come impatto dalla produzione avanzata e dalla stampa 3D è – 0,36%. Abbastanza significativo, almeno per me, è il ruolo negativo che la volatilità politica può avere sui posti di lavoro che si traduce in -2,69%”.
A Trento però il contesto è diverso. Francesco Guerrini (Communication Lead Italy & Digital Industry at EIT Digital) parla di numeri: “A detta del servizio di statistica territoriale, l’Ispat, l’1,8% del Pil della Provincia autonoma di Trento è investito in R&D (il dato è riferito al 2015), una percentuale superiore a quella della media italiana e non lontana da quella europea (2,1%). Sempre secondo l’Ispat, il Trentino vanta risultati eccellenti anche per la densità di addetti attivi nella ricerca e allo sviluppo: 7,6 ogni mille abitanti, contro i 5 della Lombardia, i 4,3 dell’Italia e i 5,7 della media dell’Unione Europea”.
A sentire tutti i giovani che hanno presentato le loro nuove aziende qui nessuno ha paura dell’intelligenza artificiale. Ma la discussione nelle varie tavole rotonde che si sono svolte è stata tutta concentrata su: lavoratori, consumatori e utenti, sono pronti a convivere con l‘intelligenza artificiale, con l’automazione spinta, con i robot?
Di co-bot, collaboration robot parla Francesco Profumo (presidente della Fondazione Bruno Kessler) che ha dato inizio al IV Italian Innovation Day di Trento puntando anche su un tema forte: dell’educazione all’uso del digitale e quello dello sviluppo delle competenze necessarie a dominarlo. Concetti che noi di TuttiMedia stamo portando su tutti i tavoli istituzionali utili.
Seconod Profumo, che è stato ministro dell’istruzione, abbiamo bisogno di portare l’impianto formativo da passivo e fortemente gerarchizzato a un approccio che fa della proattività, della creatività, del pensiero critico i pilastri di un nuovo modo di trasmettere conoscenza.
Profumo riporta anche dati che inducono all’ottimismo sul futuro del lavoro, infatti dice che nel giro di cinque anni si verranno a creare 133 nuovi milioni posti di lavoro a fronte circa 75 milioni che invece andranno perduti a causa dell’evoluzione digitale. Il saldo è positivo, con 58 milioni di posizioni in più, senza contare che secondo l’analisi di McKinsey in molti casi non ci sarà una sostituzione completa, ma un’integrazione tra lavoro umano e contributo delle macchine, con un radicale cambiamento di paradigma rispetto alle modalità produttive.
Anche qui si afferma l’importanza della simbiosi fra uomo e macchina tema del libro biaco “Symbiotic Autonomous Systems” che abbiamo già proposto e per chi non lo avesse ancora fatto si può scaricare a questo link.
“Assisteremo a simbiosi sempre più frequenti con i robot, e in settori come il manifatturiero e il medicale questo tipo di collaborazione è già realtà”, ha aggiunto Roberto Saracco, anche membro dell’IEEE a capo dell’Industry Advisory Board all’interno del Future Directions Committee.
Già negli anni Settanta il futurologo Alvin Toffler diceva che gli illetterati del ventunesimo secolo non sarebbero stati «quelli che non sanno leggere e scrivere, ma quelli che non sono in grado di imparare, disimparare e poi re-imparare di nuovo».
Educare al cambiamento per vincere la sfida del digitale.